Francesco nasce ad Assisi come Giovanni, figlio di un ricco mercante, nel 1182. Il suo destino sembrava già scritto: attratto dai piaceri della giovinezza e dalle glorie cavalleresche, avrebbe succeduto presto a suo padre; tuttavia, dopo una prigionia durata più di un anno durante la guerra tra Assisi e Perugia, torna cambiato e, lentamente, perde l’interesse in ciò che prima sembrava tutto il suo mondo.
Come Giovanni è diventato Francesco
Si dice che un giorno, in una chiesa abbandonata, abbia udito la voce di un crocifisso dire “Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina” e così, colpito dalla rivelazione divina, si spoglia degli abiti ricchi, restituisce tutto al padre e abbraccia una vita radicale, fatta di povertà, preghiera e servizio ai più poveri.
Non predica dal pulpito, ma cammina tra le strade, ascolta, accoglie, consola la povera gente, diventando effettivamente parte di loro; e parla con gli animali, chiama il sole “fratello” e la luna “sorella”: si “unisce” alla natura.
Nel 1209 fonda un nuovo ordine, i Frati Minori, approvati dal papa. Ma non si limita a diffondere la parola di Dio: va fino in Egitto, in tempo di guerra, per incontrare il sultano e promuovere il dialogo tra le fedi. Un gesto rivoluzionario per il tempo.
La sera del 3 ottobre 1226, San Francesco morì a Porziuncola e venne sepolto nella chiesa si San Giorgio d’Assisi; per questo il 4 ottobre viene festeggiato il Santo, nostro patrono d’Italia.
Quest’anno vogliamo ricordarlo citando alcuni dei libri a lui dedicati.
“Francesco d’Assisi. Una vita inquieta” di Fra Massimo Fusarelli (BUR Rizzoli)
Nessuno avrebbe potuto immaginare che la vita di Francesco, primogenito di una famiglia di ricchi mercanti di Assisi, sarebbe diventata il modello universale che conosciamo. Destinato a una carriera agiata, segnata da commerci e privilegi, il giovane scelse invece un cammino radicalmente diverso: lasciò che l’inquietudine lo guidasse verso una ricerca interiore che lo portò a spogliarsi dei suoi beni e a vivere in povertà.
Fra Massimo Fusarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, racconta Francesco non come un’icona immobile, ma come un uomo vivo, attraversato da dubbi e slanci. Ne segue le tappe decisive: la rottura con la famiglia, l’abbraccio della povertà, la nascita del gruppo dei primi compagni, il riconoscimento papale dell’Ordine, fino all’apertura verso le donne con l’incontro con Chiara, e poi le stimmate, ultimo segno di un’esistenza totalmente offerta al Vangelo.
Il libro insiste sul carattere inquieto del Santo, sulla sua capacità di non accontentarsi mai, di spingersi oltre i limiti imposti dalla società medievale, trovando nell’incontro con Cristo la risposta al desiderio di senso. È anche un racconto corale, che mette in luce la forza trasformativa del Vangelo nella vita dei singoli e delle comunità: un annuncio di pace, libertà e fraternità che, dall’esperienza di Francesco nel XIII secolo, arriva intatto fino a oggi.
Con prefazione di Monsignor Felice Accrocca e postfazione del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, questa biografia diventa non solo una narrazione storica, ma anche un invito spirituale: vedere in Francesco non l’uomo delle certezze, ma quello delle domande, delle inquietudini e della continua ricerca di Dio.
“Come San Francesco inventò l’arte moderna” di Philippe Daverio (Solferino)
Con il suo inconfondibile stile, Philippe Daverio propone un viaggio che intreccia storia dell’arte, teologia e cultura europea, partendo da un’idea sorprendente: considerare San Francesco d’Assisi il vero “inventore” dell’arte moderna. Non si tratta di una provocazione gratuita, ma della constatazione che la rivoluzione spirituale di Francesco – il suo predicare la povertà, l’amore per il creato e la corporeità di Cristo – portò con sé una rivoluzione visiva. Per la prima volta, l’iconografia religiosa iniziò a esaltare l’umanità concreta, i volti veri, i corpi segnati dal dolore o dalla gioia.
Questa trasformazione teologica trovò in Giotto il suo massimo interprete: il pittore di Assisi e Padova tradusse in immagini la nuova spiritualità francescana, aprendo la strada a un’arte che non cercava più soltanto il simbolo, ma la realtà tangibile e drammatica. È in questo snodo che Daverio intravede l’alba della modernità artistica, destinata a cambiare per sempre il volto dell’Occidente.
Il libro non si ferma però a San Francesco. Con il tono ironico e appassionato che lo rese celebre in televisione, Daverio costruisce un itinerario che attraversa secoli di pittura: dalle proporzioni matematiche di Piero della Francesca alle prospettive ardite di Mantegna, dalle visioni liriche di Raffaello e Tiziano alla poliedricità di Leonardo, fino alla luce nordica di Vermeer e al cromatismo barocco di Rubens. Ne nasce una trama che mescola arte e letteratura, storia e critica, sempre alla ricerca del “bello” che, secondo Daverio, segna la continuità più autentica della civiltà europea.
La forza del volume sta nel ribaltare la prospettiva abituale: San Francesco non è più solo una figura mistica, ma il punto d’origine di un linguaggio estetico che rivoluzionò l’arte. Alcuni critici hanno osservato che la tesi di Daverio semplifica passaggi complessi, ma proprio questa capacità di sintesi divulgativa è il pregio che rende la lettura avvincente. Come San Francesco inventò l’arte moderna è, in definitiva, un saggio che unisce erudizione e leggerezza, e che invita a guardare i capolavori con occhi nuovi, ricordando che dietro ogni pennellata si cela anche una visione del mondo.
“Francesco d’Assisi” di Hermann Hesse (Mondadori)
Pubblicato per la prima volta nel 1904, questo breve ma intenso testo di Hermann Hesse non è una biografia tradizionale di San Francesco, ma una sorta di meditazione letteraria che unisce fiaba, poesia e filosofia.
Hesse, ancora giovane e in piena formazione spirituale, vede nel Poverello di Assisi un modello universale di ricerca interiore, simile a quello che qualche anno dopo svilupperà in “Siddhartha”.
Il libro segue la parabola del santo mettendo in luce non tanto i fatti storici – la conversione, la spoliazione dei beni paterni, la fondazione dell’Ordine – quanto il suo percorso di uomo “in cerca”.
Francesco viene descritto come un ricco insoddisfatto che scopre l’inadeguatezza dei piaceri terreni e trova nella rinuncia e nella povertà non una perdita, ma la vera realizzazione di sé. Hesse lo ritrae come un giullare di Dio, capace di ascolto e di cammino, guida spirituale che indica la strada verso una vita piena, radicata nell’amore e nella misericordia.
Il testo, pur breve (71 pagine), ha una densità simbolica e poetica che lo rende unico. L’eco della prosa lirica di Hesse restituisce un Francesco “universale”, quasi archetipo della figura del cercatore di senso. Non sorprende che sia stato accostato a Siddhartha: entrambi i personaggi incarnano la possibilità di un nuovo inizio attraverso l’ascolto, il distacco e la comunione con il mondo.
La critica moderna riconosce in questo piccolo libro un tassello fondamentale nell’opera di Hesse: una prova narrativa che già anticipa la sua capacità di fondere spiritualità orientale e cristiana, filosofia e poesia.
È un testo consigliato a chi cerca un approccio intimo e ispirato alla figura di Francesco, più vicino alla meditazione esistenziale che alla ricostruzione storica.
“San Francesco d’Assisi” di Jacques Le Goff (Laterza)
Jacques Le Goff, uno dei più grandi storici del Medioevo, dedica a Francesco d’Assisi una biografia che è al tempo stesso rigorosa e appassionata. Nella prefazione, l’autore confessa come la figura del Poverello sia stata per lui fonte di attrazione irresistibile, tanto da farne un oggetto di studio e di meditazione storica e spirituale.
Il volume non si limita a ricostruire cronologicamente la vita di Francesco – dalla giovinezza ad Assisi, segnata dal benessere familiare, fino alla scelta radicale di povertà e fraternità evangelica – ma lo colloca nel cuore delle trasformazioni del XIII secolo, quando nascono nuove forme di vita religiosa e la società europea conosce profonde tensioni economiche, sociali e culturali.
Le Goff affronta la biografia di Francesco con lo sguardo dello storico, che cerca di discernere tra fonti agiografiche, leggende e realtà documentata, ma anche con la consapevolezza che la figura del santo trascende la storia e resta attuale come modello umano. Ciò che emerge è un Francesco insieme concreto e universale: uomo del suo tempo, capace di parlare al presente con la sua scelta di povertà, la sua predicazione di pace, il suo amore per gli ultimi e per il creato.
Con uno stile accessibile, Le Goff mette in dialogo passato e presente, mostrando come l’esperienza di Francesco rimanga un punto di riferimento per riflettere sulla giustizia sociale, sulla spiritualità e sulla tensione tra potere e libertà. Un classico della storiografia che unisce erudizione e capacità divulgativa, adatto a chi cerca nel santo non solo il mito, ma anche la profondità storica e umana.
“Vita di un uomo: Francesco d’Assisi” di Chiara Frugoni (Einaudi)
Chiara Frugoni, una delle più autorevoli medievisti italiane, dedica a Francesco d’Assisi una biografia che evita le agiografie e le semplificazioni per restituire la complessità di un uomo immerso nella sua epoca. Il titolo, volutamente diretto – Vita di un uomo – suggerisce la volontà di abbassare Francesco dal piedistallo del mito per mostrarlo come individuo vivo, con virtù e debolezze, sogni e contraddizioni.
In queste pagine emergono le ambizioni di un giovane capace di guardare oltre il proprio tempo, ma anche le fragilità di un carattere impetuoso, a tratti segnato da superstizioni e limiti comuni agli uomini del XIII secolo. Frugoni scava nel contesto storico, sociale e religioso in cui Francesco operò, e proprio nel contrasto tra la radicalità del suo messaggio e la società medievale si delinea il significato della sua santità.
L’autrice non nasconde i lati più umani del Santo: la sua inquietudine, le tensioni interne, le contraddizioni, fino alla straordinaria capacità di trasformare le proprie debolezze in forza profetica. La prefazione di Jacques Le Goff, uno dei più grandi storici del Medioevo, rafforza la dimensione storica del volume, sottolineando come Francesco sia rimasto un punto di riferimento esemplare non solo per la Chiesa, ma per l’intera storia dell’umanità.
Con rigore e sensibilità, Frugoni ci restituisce un Francesco lontano dalle immagini oleografiche: un uomo di carne e sangue che, proprio per la sua complessità, ha saputo incarnare in modo autentico un messaggio universale di povertà, fraternità e amore per tutte le creature.