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Rosalia Messina, ”La scrittura rappresenta la mia oasi di libertà”

Scrive in “giuridichese” per lavoro, ma si rifugia nella scrittura più intima e libera per dare voce alla realtà ed alla sua sensibilità di autrice. Parliamo di Rosalia Messina, autrice del libro “Marmellata d’arance”...

L’autrice catanese parla del suo ultimo libro “Marmellata d’arance”, un romanzo intimistico con protagonista una donna dal complicato passato

MILANO – Scrive in “giuridichese” per lavoro, ma si rifugia nella scrittura più intima e libera per dare voce alla realtà ed alla sua sensibilità di autrice. Parliamo di Rosalia Messina, autrice del libro “Marmellata d’arance”. Rosalia Messina vive e lavora a Catania, dove svolge una professione giuridica. Legge molto, scrive narrativa, ed a seguito della sua attività da scrittrice ha vinto alcuni riconoscimenti con opere edite e inedite come il premio “Città di Mesagne 2010”, il premio “Angelo Musco 2012” ed il premio “Città di Reggio Emilia 2013”. Curatrice dei blog Leggere e scrivere e Spigolature, Rosalia Messina ci presenta la sua ultima opera “Marmellata d’arance”, un romanzo intimistico con protagonista una donna dal complicato passato.

Da cosa nasce l’idea del libro?
Ho scritto un racconto piuttosto breve con lo stesso titolo alcuni anni fa, inserito in un antologia di autori vari. Il tema era l’arancio, inteso come colore. Scrissi una storia intimista, in cui la marmellata d’arancia era soltanto uno spunto per la protagonista capace di riportarla indietro nel tempo e ripercorrere tutta la sua esistenza, con le sue problematiche familiari. Alcuni amici protagonisti della stessa antologia mi consigliarono di prendere questa storia e realizzarne un romanzo. Quindi cominciai a scrivere la storia di questa donna, un medico dalla storia familiare molto complicata, con il padre morto suicida e la madre che l’ha abbandonata. La donna quindi viene cresciuta dalla nonna paterna, una persona comprensiva ed intelligente. Alla morte della nonna, la protagonista sente il bisogno di riannodare, in modo tormentato, il rapporto con la madre, riuscendo alla fine a ricostruire una relazione con lei.

Per la stesura di questo romanzo, ha attinto dalla realtà?
Nella realizzazione di un romanzo si attinge sempre da alcuni elementi della realtà, ma la storia è del tutto inventata. L’unica che ha un legame con la mia esperienza è Bianca, la nonna, per il cui personaggio mi sono ispirata ad una mia amica molto cara, in particolare al suo modo di essere mamma e alla sua capacità di comunicare con gli altri.

Quanto influisce o si allontana dalla sua professione nella scrittura?
Io in realtà scrivo come “antidoto” al fatto che, per professione, scrivo in un italiano “giuridichese”. Per questo motivo sento il bisogno di scrivere in maniera diversa. Il mio lavoro non mi influenza nella scrittura, poi il mio campo è il diritto amministrativo, quanto di più lontano si può immaginare dalle storie intimistiche che io scrivo. La scrittura è la mia zona di libertà.

In Italia si legge poco, e l’attenzione verso la cultura viene sempre meno. Cosa occorrerebbe fare?
Credo che in questo senso la scuola faccia poco: gli insegnanti suggeriscono di leggere, di prendere libri in biblioteca, ma non ritengo sia abbastanza. L’unico modo per avvicinare gli altri alla lettura è leggere con loro. Credo che a scuola andrebbero proprio fatte delle lezioni di lettura, con l’insegnante che legga e commenti con i ragazzi man mano.

12 dicembre 2013

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