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Romanzi epistolari, 5 classici della letteratura da leggere almeno una volta nella vita

Fra i generi letterari più antichi, scopriamo insieme cinque romanzi epistolari, capolavori mondiali della letteratura, da leggere almeno una volta nella vita.

Romanzi epistolari: storie che si dipanano attraverso uno scambio di lettere, di modo che il lettore scopra, poco a poco, l’evolvere della trama proprio grazie alle voci dei mittenti.

Fra i generi più antichi e longevi della letteratura mondiale, il romanzo epistolare è uno dei più interessanti: ci si può sbizzarrire grazie alla pluralità di voci, ma anche di stili e di versioni narrate, arricchendo l’opera con dinamismo e originalità.

In questo articolo scopriamo cinque romanzi epistolari, entrati a far parte del canone dei classici, da leggere almeno una volta nella vita.

Cinque romanzi epistolari da leggere almeno una volta nella vita

Heroides” di Ovidio

Ritenuto l’archetipo dei romanzi epistolari moderni, questo classico latino è un gioiello che mette al centro della narrazione le eroine del mito e della leggenda dell’Antichità e ne racconta le gioie e le sofferenze. L’opera, scritta in versi, è costituita da 21 lettere di amore e di dolore.

Una schiera di eroine del mito classico dà voce al dramma dell’abbandono scrivendo lettere agli amanti lontani: Ovidio sposta così il lamento dell’elegia tradizionale dal campo dell’autobiografia a quello della leggenda.

Capostipite del moderno romanzo epistolare, il testo delle Heroides rappresenta il culmine della poesia latina ma anche un momento di profonda rottura: originalissimo incontro di invenzione e convenzione, segna l’inizio di una nuova sensibilità letteraria e umana.

I dolori del giovane Werther” di J.W. Goethe

Pubblicato per la prima volta nella seconda metà del Settecento, “I dolori del giovane Werther” è uno dei classici tedeschi più famosi di tutti i tempi. Importantissimo anche perché ritenuto manifesto del movimento del Romanticismo.

Werther è un giovane di buona famiglia e acculturato, appassionato di disegno e di letteratura, che si sposta in campagna per dedicarsi, appunto all’otium letterario. Nel villaggio, incontra Lotte, una bella giovane di cui egli si innamora.

L’amore, destinato a non avere seguito, logora l’animo di Werther, che per 20 mesi intrattiene un rapporto epistolare con l’amico Guglielmo raccontandogli l’evoluzione di questo sentimento e della sua stessa vita. Un capolavoro da riscoprire oltre i banchi di scuola, sia per la sua importanza culturale, sia per la sua ineguagliabile bellezza.

Le relazioni pericolose” di Pierre Chordelos de Laclos

Ben più profano e meno limpido è il legame che unisce i protagonisti de “Le relazioni pericolose”, uno dei romanzi epistolari più letti, amati e criticati di tutti i tempi. Laclos lo pubblica negli anni ‘80 del Settecento, dando vita a un’opera scabrosa e intrigante che racconta le avventure di due nobili libertini nella Francia del XVIII secolo.

Il perfetto intrigo creato da Laclos nel suo unico romanzo è stato definito in molti modi: una partita a scacchi, un trattato di strategia erotica, un balletto del Desiderio e della Vanità, un monito di virtù, un incitamento al vizio. Le relazioni pericolose è un po’ tutto questo: una concezione alquanto pessimistica dell’uomo e una vena libertina tipicamente settecentesca.

In cerca di vendetta dopo l’abbandono da parte di un amante, la marchesa di Merteuil ottiene la complicità del visconte di Valmont, cinico seduttore senza scrupoli. Così, attraverso 175 lettere, i due sfrenati libertini tessono la rete micidiale per le vittime predestinate, Cécile e Madame de Tourvel, impotenti di fronte a tale cospirazione.

Nulla è lasciato al caso; ogni azione è sottilmente calcolata, premeditata con volontà lucida e inflessibile dai due protagonisti, spinti da passioni che sono insieme le più fredde e le più roventi, le passioni dell’intelligenza.

Frankenstein” di Mary Shelley

Fra i romanzi epistolari più letti e amati di sempre c’è anche “Frankenstein”, il capolavoro di Mary Shelley capostipite del genere gotic-horror. La storia, in effetti, si sviluppa attraverso un epistolario che l’esploratore Robert Walton intrattiene con la sorella mentre si trova fra i ghiacci e incontra un bizzarro dottore e la sua straordinaria creatura.

La concessione del telefono” di Andrea Camilleri

Ben più recente e ludico è l’esperimento di Andrea Camilleri intitolato “La concessione del telefono”. Questo romanzo epistolare, breve ma intensissimo, è una prova di stile e di dinamismo che ha intrigato innumerevoli lettori nel corso degli anni. L’autore lo ha raccontato con queste parole:

“Nell’estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale (che riproduco nel romanzo) per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia (l’ho terminata nel marzo del 1997).

La concessione risale al 1892… Nei limiti del possibile, essendo questa storia esattamente datata, ho fedelmente citato ministri, alti funzionari dello stato e rivoluzionari col loro vero nome (e anche gli avvenimenti di cui furono protagonisti sono autentici). Tutti gli altri nomi e gli altri fatti sono invece inventati di sana pianta.”

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