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Romanzi classici, ecco chi sale e chi scende nel cuore dei booklover

Quali sono i canoni che permettono di annoverare un libro tra i classici? E soprattutto, una volta che un libro è entrato nell’Olimpo letterario, è destinato a rimanerci per sempre o può a un certo punto venirne escluso?...

Quali libri considerati classici vale la pena continuare a leggere e quali invece si possno mettere da parte? Ecco cosa ne pensano alcuni critici e scrittori

MILANO – Quali sono i canoni che permettono di annoverare un libro tra i classici? E soprattutto, una volta che un libro è entrato nell’Olimpo letterario, è destinato a rimanerci per sempre o può a un certo punto venirne escluso? È una questione che sta a cuore ai booklover di tutto il mondo, sempre in cerca di grandi libri in cui tuffarsi a capofitto, sempre desiderosi di esplorare le vette più alte della letteratura. Il magazine Flavorwire ha raccolto a questo riguardo il parere di alcuni scrittori e critici in un articolo: ecco cosa secondo loro risponde all’ideale di classico e quali libri bisognerebbe invece… evitare.  

Miriam Markowitz
L’idea che alcuni classici debbano andare in pensione o sono stati troppo chiacchierati non si sposa bene con quello che penso. I classici sono classici per una ragione, anche se non tutte queste ragioni sono veramente buone.
Un libro può non dirvi niente ma questo non significa che per tutti sarà così.
I libri cambiano per i lettori nel corso del tempo. C’è questa bizzarra idea là fuori che se ti consideri un lettore serio è necessario leggere tutto ciò che conta per quell’età specifica. Eppure leggere un libro a 25 anni non dà la stessa risposta che leggerlo in età adulta, quindi il consiglio è di non seguire le mode e soprattutto di leggere e rileggere più volte uno stesso libro, al di là della nomea che esso porta con sé.

Miriam Markowitz è redattore letterario associato di The Nation e membro del consiglio del National Book Critics Circle.

Ilan Stavans
Un’eclissi farebbe molto bene a John Updike. “La casa di Mango Street” non merita il suo posto nella scuola media e possiamo fare a meno di “Il buio oltre la siepe”:  è dozzinale e autoreferenziale.

Ilan Stavans è l’editore di Restless Books .

Adrian Todd Zuniga
C’è qualcuno che ancora legge “Ulisse” di Joyce? Questo libro fa più male ai nuovi lettori di qualsiasi altro libro. Poniamo il caso di una sfida, “Lolita” contro Ulisse. Uno è un gioiello di potenza letteraria e accessibilità anche oggi. L’altro è un gigante doloroso.

Adrian Todd Zuniga è il creatore e conduttore di Literary Death Match

Justin Taylor
Salinger. Un autore molto amato da critici e politici. Sono stanco di vedere persone che si lasciano influenzare o ritengono di averlo fatto da opere e autori così lontani dalla loro epoca.

Il terzo libro di Justin Taylor, “Flings”, è di prossima pubblicazione in agosto da Harper Collins.

Edward Champion
Ho problemi significativi a scartare un canone o a fingere che alcuni ceppi di letteratura – anche i più odiosi – non ci siano mai stati. Ad esempio, io non sono particolarmente appassionato della narrativa di Arnold Bennett. D’altra parte, l’idea di cancellare la sua reputazione con un saggio sembra irragionevole, soprattutto se vogliamo capire perché così tanti tengono questo autore in grande considerazione.

Edward Champion è l’ospite di The Bat Segundo Show.

Katherine Bucknell
Per me la fantascienza classica è un ossimoro. Che cosa dovrebbe essere aggiornato più rapidamente di un libro che immagina cosa accadrà nel futuro? Anche i libri più informati e i migliori scritti diventano presto noiosi. “Il mondo nuovo” è l’ultimo di molti libri interessanti di Huxley che mi sento di raccomandare.
 
Katherine Bucknell è autore di quattro romanzi e l’editor dei diari di Christopher Isherwood

Okey Ndibe
Ho lottato a lungo con questa domanda. Ecco il mio esempio di un vero e proprio classico che non si legge abbastanza: “Gilgamesh”. Sono spesso stupito di come molte persone, i lettori di tutti i giorni così come gli studiosi di letteratura, non abbiano letto questo grande poema epico sumero. Vorrei dire alla gente, inoltre che bisogna leggere Shakespeare, Dickens, Sofocle e Jane Austen, ma anche Salman Rushdie, Wole Soyinka, Nadine Gordimer e Doris Leasing.

Okey Ndibe è l’autore di “Foreign Gods, Inc.”

Francesca Tommasi

6 aprile 2014

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