“Ritorno alla casa sul fiume” di Lena Manta, pubblicato in Italia da Giunti e recentemente ristampato, è una saga familiare che, dietro l’apparente semplicità, nasconde un intreccio profondo di legami, tradimenti, partenze e ritorni. Un romanzo che si muove tra la Grecia e l’America, tra il passato e un presente che cerca di fare i conti con ciò che resta.
Una scrittrice amatissima in Grecia, Lena Manta
Lena Manta, conosciuta per i suoi romanzi emotivi e ricchi di personaggi femminili, ci regala una Fresh Fiction (una saga intima e potente).
“Ritorno alla casa sul fiume” è la sua opera più nota a livello internazionale, pubblicata anche in inglese con il titolo “The House by the River”, nonché il suo romanzo più ampio — tra pagine, temi trattati e generazioni che riesce a toccare.
Il fiume che scorre, la trama
“Ritorno alla casa sul fiume” parla di Teodora, una giovane donna che vive in un piccolo villaggio greco. La sua è una vita semplice, modesta, radicata nella terra e nelle abitudini, fin quando non incontra un uomo che stravolgerà tutto.
Si sposerà per amore e darà alla luce cinque figlie — Melissanthi, Anna, Despina, Nefeli e Irini — dedicando loro ogni giorno della sua esistenza.
Ma quell’uomo, incapace di reggere il peso di essere padre, le abbandonerà. E Teodora, sola, sceglierà di sacrificare sé stessa per assicurare alle figlie una possibilità di riscatto.
Le ragazze, crescendo, prenderanno strade diverse, ognuna lontana dalla casa d’infanzia. Chi insegue il successo, chi si innamora in modo sbagliato, chi emigra in America per rifarsi una vita.
Ma l’assenza di Teodora, il peso dei suoi silenzi, e quella casa sul fiume da cui tutto è cominciato, rimangono lì. A ricordare che, prima o poi, tutti devono tornare indietro. Non per forza fisicamente, ma almeno col pensiero.
Un romanzo sull’identità femminile
Il grande cuore del romanzo è senza dubbio Teodora. Da lei tutto è nato, come una splendida Madre Terra. Una madre silenziosa e presente, capace di amare con discrezione, pronta a lasciare andare per non spezzare le ali.
Maternità e realtà
La maternità non viene dipinta come un compito idealizzato, ma come un sacrificio consapevole. Teodora non si intromette nelle scelte delle figlie, anche quando vorrebbe urlare loro di non sbagliare. È un personaggio che incarna la forza antica delle donne silenziose, quelle che reggono il mondo senza chiedere nulla in cambio.
Ma anche le figlie sono ritratti riusciti: Melissanthi è ambiziosa e testarda, Anna fragile ma generosa, Despina indipendente, Nefeli ribelle, Irini sensibile e lucida. Cinque archetipi che diventano carne, errore, nostalgia. Tutte, a modo loro, si ribellano. Tutte, prima o poi, capiscono di essere il riflesso della madre che avevano lasciato.
Una scrittura emotiva, ma mai ricattatoria
Lo stile di Lena Manta è diretto, caloroso, privo di fronzoli. Non cede mai al sentimentalismo gratuito, anche se le emozioni sono costantemente in primo piano. I dialoghi sono essenziali, i pensieri dei personaggi ricchi di inquietudine. Le situazioni dense, dove la tragedia serve a scolpire il carattere dei personaggi, a forgiarli e renderli più realistici, così come la vita fa con noi.
Il romanzo segue una struttura classica, corale, che permette al lettore di entrare e uscire dalle vite dei personaggi. Non è un libro da divorare in un giorno: è una lettura che chiede tempo, che si nutre di un ritmo lento e distillato nei giorni.
Un libro per chi ama tornare
“Ritorno alla casa sul fiume” è un romanzo che parla di addii, ma soprattutto di ritorni. Di radici che non si possono spezzare. Di donne che costruiscono la loro vita un passo alla volta, tra errori e scelte difficili.
Non è una lettura leggera, ma sa accogliere chi ha bisogno di una storia ampia, densa, emotivamente coinvolgente. È perfetta per chi ama i libri che accompagnano, che fanno compagnia per giorni, che pongono domande senza offrire risposte semplici.
Un libro che sa di casa, anche quando la casa è solo un ricordo.