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Rita Iacobucci, ”La promozione della lettura in Molise deve partire dalle scuole”

Trasmettere la passione per la lettura agli alunni, investire meglio i pochi soldi destinati alla cultura e sfruttare i fenomeni editoriale, capaci di avvicinare i bambini alla lettura. Sono queste sulle quali investire per rilanciare la cultura nel Mezzogiorno secondo Rita Iacobucci...

La giornalista  di Primo Piano Molise e Teleregione Molise parla della situazione culturale nella sua regione, sottolineando l’importanza di trasmettere ai giovani la passione per la lettura e di investire a livello locale sulle diverse iniziative di carattere culturale

MILANO – Trasmettere la passione per la lettura agli alunni, investire meglio i pochi soldi destinati alla cultura e sfruttare i fenomeni editoriale, capaci di avvicinare i bambini alla lettura. Sono queste sulle quali investire per rilanciare la cultura nel Mezzogiorno secondo Rita Iacobucci. La giornalista  di Primo Piano Molise e Teleregione Molise parla della situazione culturale nella sua regione, sottolineando l’importanza di trasmettere ai giovani la passione per la lettura e di investire a livello locale sulle diverse iniziative di carattere culturale.

Come nasce la sua passione per la lettura?
Non saprei indicare un momento preciso. Quando ero piccola i miei genitori e i miei nonni mi trovavano spesso a guardare e a leggere qualsiasi cosa, anche i dépliant della spesa.  Ho sempre letto molto, in particolare dalle scuole medie in poi. Ho frequentato in maniera molto assidua la biblioteca del comune della città dove vivevo prima, vicino Campobasso. Poi, diventata autonoma, ho iniziato a comprarmi libri. Leggo molto, nonostante il mio lavoro abbia orari e ritmi stressanti. La sera non riesco ad addormentarmi senza leggere anche solo qualche pagina di un libro. L’abitudine è fondamentale, devo per forza leggere qualche pagina.

Quali sono i suoi generi preferiti?
Amo la narrativa italiana, soprattutto quella contemporanea. La preferisco ai classici della letteratura. Non mi piace molto leggere la saggistica, mi stanca molto. Probabilmente perché sono temi che tratto già per lavoro, dove mi occupo della politica locale. Oggi non riuscirei a leggere un saggio sulla situazione politica italiana. Adoro le storie, anche complicate. Mi vado sempre ad “infilare” in qualche libro che racconta cose che non mi sono mai successe.

 

Qual è la situazione culturale nella tua regione?
La situazione della mia regione è sotto la media. Ho visto che l’Istat l’anno scorso ha fotografato la situazione della lettura in Molise. Io rientro in quel 6% di persone che leggono più di 12 libri l’anno. Siamo pochini. Siamo una regione del Mezzogiorno, inserita in quel gap culturale che ci differenzia, purtroppo, con il resto d’Italia. Non è una questione di ignoranza, perché molte persone provenienti dal sud riescono a farsi strada e ad occupare posizioni di prestigio nazionale.

Qual è la sensibilità della popolazione locale nei confronti della lettura e della cultura?
Non è un problema di istruzione scolastica. I dati dimostrano come gli studenti molisani siano più bravi di altri, da quando è stata fondata 20 anni fa l’Università c’è stata un’alta percentuale di laureati. Purtroppo il problema è la poca attenzione da parte della scuola nel coinvolgere ed appassionare alla lettura gli studenti. Non basta dare da leggere il libro, e quindi viverlo come un’imposizione noiosa. Occorre prima di tutto che sia l’insegnante appassionato, e che poi questa passione venga trasmessa a chi ascolta in classe. Durante la mia formazione, ho avuto un maestro elementare che mi invogliava a scoprire e leggere. Ritengo che sia prima di tutto un problema di formazione. Il molisano medio legge più quotidiani che libri, ma la maggior parte li legge al bar, unendo l’abitudine del leggere al caffè o alla chiacchierata. Una buonissima abitudine, un po’ meno per noi giornalisti.

 

Cosa si potrebbe fare, per incentivare alla lettura?
Occorrerebbe cavalcare i fenomeni editoriali, capaci di avvicinare i bambini alla lettura. Ricordo un periodo, recentissimo, in cui all’interno della libreria  dove vado sempre c’erano un sacco di ragazzini perché era il periodo in cui era uscito un nuovo libro di Harry Potter. Molti di quei giovani, che avevano iniziato a leggere la saga di Harry Potter, spero si siano portati dietro la passione per la lettura. Il fenomeno va sfruttato, ma non deve essere isolato. Genitori e scuola devono dare continuità a quell’abitudine.

 

Cosa dovrebbe fare, a suo parere, l’amministrazione locale in merito alla promozione della lettura e alla salvaguardia dei beni culturali?
In Molise si torna al voto dopo un anno perché le ultime elezioni sono state annullate. L’ultima amministrazione regionale, dando continuità a ciò che era stato fatto, ha istituito una fondazione regionale per la cultura, prevalentemente dedicata alla musica. Grazie ad essa, è nata l’orchestra stabile del Molise nell’ultimo anno. Tutto questo, all’interno di un panorama nel quale i fondi per la cultura provenienti dallo Stato centrale sono stati tagliati. Per la diffusione della cultura del libro, non c’è quasi nulla da anni. Ogni anno, la Provincia di Campobasso da una mano all’Unione Lettori Italiani per realizzare dibattiti e scuole di scrittura. Iniziative che però nascono e finiscono lì. La cultura non è solo la costruzione di un auditorium ad Isernia o istituire una Fondazione. Gli sforzi dovrebbero essere suddivisi. I pochi soldi non vanno destinati tutti ad un settore. Ci vorrebbe un piano serio. 

 

5 dicembre 2012

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