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Riccardo Luna a Pordenonelegge, ”Internet è la prima arma di costruzione di massa”

DAL NOSTRO INVIATO A PORDENONE - ''Cambiare si può'': con queste parole esordisce a Pordenonelegge Riccardo Luna, giornalista de La Repubblica e già direttore di Wired, autore del saggio, edito da Bompiani, ''Cambiamo tutto''...
Il giornalista di Repubblica autore di “Cambiamo tutto”, libro sull’esperienza delle start-up  in Italia, ha parlato della rivoluzione resa possibile dal web nel mondo del lavoro e portata avanti da una rete di persone che quotidianamente creano la loro impresa 
PORDENONE – “Cambiare si può”: con queste parole esordisce a Pordenonelegge Riccardo Luna, giornalista de La Repubblica e già direttore di Wired, autore del saggio, edito da Bompiani, “Cambiamo tutto”. Luna ha discusso sul tema “La rivoluzione degli innovatori” insieme a Riccardo Donadon, fondatore di H-FARM, il Venture Incubator che dal 2005 opera a livello internazionale con lo scopo di favorire, supportare ed accelerare lo sviluppo di startup basate su innovativi modelli di business nel settore Internet e dei media digitali. 
LE RIVOLUZIONI RACCONTATE DA LUNA –  L’incontro moderato da Alberto Garlini, uno dei curatori della rassegna, è stata una ventata di ottimismo. Ha iniziato Luna dicendo che il web è “un’arma di costruzione di massa”: innovazione, meritocrazia, trasparenza, piacere di collaborare sono i valori che alimentano il web e che possono essere trasferiti a qualsiasi settore dell’agire umano. Internet è nata aperta, democratica, partecipativa, bisogna saperla usare e mai come adesso, proprio perché sembra di aver toccato il fondo, le opportunità sono moltissime. Basta osare. Il giornalista racconta galvanizzato dell’incontro con un ingegnere – una sorta di Archimede degli anni 2000 – che sta sperimentando una Ferrari ad energia solare, e con moltissimi altri che vogliono creare ed inventare o semplicemente provare. Tra loro, il quindicenne che ha scoperto lo sticker per la diagnosi precoce del cancro al pancreas negli Stati Uniti. Come? Si è informato via web, perché ora tutti abbiamo le stesse informazioni e non esiste più una via di conoscenza gerarchica.
CAMBIARE LA LOGICA DEL FALLIMENTO – E l’Italia? Anche qui c’è energia nuova. Lo dimostra l’esperienza di Riccardo Donadon. Prima di H-FARM, è stato fondatore di E-TREE, divenuta in pochi mesi società punto di riferimento in Italia per il modo di intendere il mondo del lavoro, la mentalità informale, la velocità di crescita, la metodologia di business e naturalmente per la competenza nelle soluzioni realizzate. Donadon si dimostra attento soprattutto all’“ecosistema”, tanto  da pensare per la sua H-Farm, in provincia di Treviso e composta da tre rustici, a un “ritorno” anche turistico, vista la vicinanza con Venezia. “Ecosistema” significa sfruttare la ricchezza del territorio: per noi vuol dire eccellenza nelle arti liberali che ora, secondo Donadon,  dovrebbero essere coniugate ad un potenziamento della tecnologia, magari attraverso un “servizio digitale obbligatorio”. Tutti infatti dovremmo essere alfabetizzati da un punto di vista informatico, senza distinzione d’età, e tutti dovremmo essere più consapevoli della nostra originalità, cioè la capacità di progettare cose belle. Bisogna eliminare la negatività : “Il punto di partenza – dice – è cambiare la logica del fallimento, che deve essere considerato una prova e un nuovo punto di partenza”. 
LA BUROCRAZIA, UN OSTACOLO SUPERABILE – Ad incalzarlo, da questo punto di vista, è Luna che sottolinea come la mentalità passiva, esplicita anche in modi di dire comuni come “mors tua, vita mea” o “piove, governo ladro”, devono essere completamente rovesciati in un’ottica positiva. La burocrazia? Un peso antico, concordano i due, ma un ostacolo superabile. Lo dimostra l’esempio di una piccola scuola di Brindisi che con le proprie risorse e grazie alla legge dell’autonomia ha avviato il progetto Book in progress: non più costosi e pesanti libri di testo, ma e book e dispense approntate dai docenti.
NON UNA RETE DI COMPUTER, MA DI PERSONE – Una piccola rivoluzione che si può espandere a macchia d’olio. Non sono casi isolati. È un movimento. Ci sono migliaia di startupper che il lavoro non lo cercano, perché provano a crearselo inseguendo un’idea innovativa. E artigiani digitali che hanno aperto una fabbrica di oggetti sul proprio computer. E innovatori sociali che stanno modificando le istituzioni. Sta cambiando tutto perché abbiamo a disposizione la prima arma democratica di costruzione di massa: Internet. Che non è una rete di computer, ma una rete di persone che provano a migliorare le cose senza aspettare niente e nessuno. Steve Jobs ha lavorato in un garage: noi possiamo ripartire dalle cascine come H –Farm.
20 settembre 2013
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