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”Qualcosa non torna” di Gianluca Giusti, riflessioni logiche sui misteri del mondo

“Chi siamo, da dove veniamo, esiste Dio?” sono i tre interrogativi su cui l'uomo sembra ragionare maggiormente dall'alba dei tempi, senza peraltro essere mai giunto a nessuna conclusione...

“Chi siamo, da dove veniamo, esiste Dio?” sono i tre interrogativi su cui l’uomo sembra ragionare maggiormente dall’alba dei tempi, senza peraltro essere mai giunto a nessuna conclusione.

 

Il nuovo libro di Gianluca Giusti, Qualcosa non torna, è un brillante monologo che cerca di dare le risposte mancanti, argomentando determinate situazioni e analizzandone altre, senza mai dare o imporre un proprio punto di vista.

 

Il lettore viene accompagnato in una passeggiata che inizia dalla notte dei tempi, con lo scoppio del Big Bang, per arrivare al nuovo millennio e alle molteplici teorie sulle scie chimiche.

 

Qualcosa non torna non si presenta affatto come manuale scientifico, storico, religioso o anti religioso, pur essendo un elisir di tutto ciò.

 

E’ una lettura articolata in modo brillantemente semplice, che ci aiuta, quasi senza forse accorgercene, a ripercorrere tutta la vita dell’universo, unendo assieme matrici comuni.

 

La creazione di ciò che ci circonda è un mistero incomprensibile alla mente dell’uomo, che non riesce a concepire il concetto di nulla come tutto. Ma se l’universo è stato creato da una luce, che potremmo definire “oscura”, in quanto nessuno ha mai avuto la fortuna di vederla, la stessa cosa può dirsi anche per l’esistenza di Dio.

 

Un Dio con una mente matematica, che ha creato il nostro sistema in appena sette giorni. Peccato che nessuno abbia mai considerato in quante ore fossero quantificati quei giorni. Secondo le recenti teorie, tra un giorno e l’altro sembrano essere passati pressapoco 7 milioni di anni.

 

Un Dio all’apparenza semplice, che in realtà ha avuto e continua ad avere, un progetto complicato.

 

I Vangeli, quelli ufficiali sono 4, ma mai nessuno parla degli altri 60 apocrifi. Mai nessuno, con eccezione per l’autore, parla delle contraddizioni fra gli stessi e alcuni dettagli che risultano inspiegabili, per ordine di tempo, morale e logica.

 

L’autore documenta in maniera estremamente semplice il modo in cui i fondamenti della religione cristiana stiano astati attinti dal mito di Horus e da quello di Mitra, miti datatati diversi secoli prima dell’arrivo di Gesù. Tanti elementi comuni, strani e a volte illogici, che ci parlano di una religione discussa a tavolino. Un vero “Festival dell’inverosimile”, che non ci porta a pensare all’inesistenza di Dio, ma a capire meglio che il suo progetto iniziale, forse intossicato dall’uomo è divenuto talmente confuso, dal portare alle lotte di religione, al male, e a tante illusioni mistificatrici.

 

Dai Vangeli alla sfera della spiritualità, Gianluca Giusti tratta con la stessa chiarezza argomenti oscuri come la premorte, la reincarnazione, il fenomeno delle stigmate, delle possessioni diaboliche, degli ufo, dell’astrologia e di tutto quello che non sembra avere basi scientifiche o, che non risulta mai essere stato provato.

 

Il percorso di questo libro, una sorta di antidoto per maghi stregoni e ciarlatani, sarebbe difficile e a tratti incomprensibile, se non fosse per l’estrema facilità dell’autore di illustrarci situazioni esistenti da sempre come dogma, sotto un punto di vista differente.

Il libro Qualcosa non torna non vuole essere in alcun modo blasfemo o diffamatorio. Rappresenta semplicemente gli interrogativi che ogni singolo uomo prima o poi giungerà a porsi, cercando di frapporre fra lui e l’oscurità, un po’ di logica.

 

21 giugno 2015
 
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