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”Peccaminosa” di Sandro Capodiferro, antologia di racconti intrisi di carnalità, visceralità ed incontinenza emotiva

''Peccaminosa'' è il titolo del nuovo romanzo di Sandro Capodiferro, che ci prende per mano, come un buon narratore di vita, per condurci tra le strade maestre di sette storie ognuna diversa dall'altra, ma pur sempre simili nel loro significato più profondo...

Pubblichiamo la recensione di Rosanna Lanzillotti per l’attenta analisi e la personale interpretazione del nuovo libro di Capodiferro

Peccaminosa” è il titolo del nuovo romanzo di Sandro Capodiferro, che ci prende per mano, come un buon narratore di vita, per condurci tra le strade maestre di sette storie ognuna diversa dall’altra, ma pur sempre simili nel loro significato più profondo. Unite tra loro da un gioiello. Un gioiello femminile che dona una nuova rinascita ed una inaspettata speranza in un futuro migliore che spalancherà le porte della verità. Una verità che solo chi vive sa riconoscere. Senza né timore o vergogna, l’autore, con la sua abile maestria letteraria ed elevata capacità linguistica, rende protagonisti i narrati ed i narranti permettendo così un coinvolgente ingresso negli abissi di un oceano sconosciuto, nella cui profondità non vi è mai stata così tanta realtà di sentimenti e peccati.

La storia di sette donne provenienti da ogni luogo dell’emisfero, dall’Asia al Sud America per giungere all’Europa, e tempo, dall’ Impero Ottomano ai nostri giorni, e dei loro uomini che hanno segnato le loro vite, costituiscono il nucleo centrale intorno al quale si delinea tutto il racconto . Vite, le loro, unite da un comune destino: riconoscere i propri peccati. Segreti che ognuno dei protagonisti e forse anche di noi lettori custodisce gelosamente e timorosamente in sé stesso. L’autore sa descrivere anche questa volta con infinita sensibilità ed al contempo irruente potenza espressiva la forza che ogni essere umano, soprattutto se femminile, ha in sé, senza mai tralasciare la scorrevolezza sintattica ed epica tipica di chi non finirà mai di scoprire la luce lì dove soltanto il buio potrebbe riconoscere la sua dimora.

Le parole assumono un significato più intenso ed appropriato nel descrivere gli stati d’animo ed i pensieri di Fatma, Olga o Madame Alina. La storia di Ivette che lavora in un bordello è l’esempio più chiaro di come anche un termine scurrile, quale ad esempio “puttana”, possa assumere un suo significato intrinseco, oltre che elegante e talvolta anche elevato, rendendo l’aspetto lessicale dell’opera ancora più interessante ed accattivante. Solo un lettore in grado di riconoscere l’infinità dell’ essere, con la sua forza e la sua debolezza, saprà apprezzare l’impegno e le inconfondibili doti letterarie di uno scrittore che dona al lettore l’insolita ed inattesa sensazione di scoprirsi in un presente migliore. In questa sua terza opera Sandro Capodiferro dà spazio a qualcosa che molto spesso viene nascosto: un desiderio, un sentimento, un evento, un luogo che ci rende liberi ed al tempo stesso prigionieri. Un nido nel quale ritorneremo sempre come fanciulli indifesi: la colpa. 

8 settembre 2013

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