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”L’eleganza matta”, un romanzo sull’immaginazione che anima le nostre vite

Da bambino gli era accaduto spesso. Si ricordava soprattutto di una volta, in Virginia, quando aveva cinque anni. La cosa si era protratta forse per un'ora, forse solo per pochi minuti, perchรฉ quello stato era simile al sogno...

Pubblichiamo la recensione di Patrizia Bologna per la precisa ricostruzione degli eventi narrati e per l’attenta analisi e lettura del romanzo di Vanessa Chizzini

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โ€œDa bambino gli era accaduto spesso. Si ricordava soprattutto di una volta, in Virginia, quando aveva cinque anni. La cosa si era protratta forse per unโ€™ora, forse solo per pochi minuti, perchรฉ quello stato era simile al sogno, che dร  lโ€™impressione di durare a lungo proprio perchรฉ in esso il tempo รจ abolito. E a ogni modo quello era il suo ricordo piรน vivo, quello che, da solo, riassumeva tutta la sua infanzia.ย  A quellโ€™epoca stava perdendo i denti da latte e, quasi inconsciamente, andava stuzzicando con la punta della lingua un dente che dondolava. Non faceva male. Gliene veniva, al contrario, una sensazione che si diffondeva a ondate, come un fluido, in tutto il suo essereโ€.

Cosรฌ Georges Simenon, ne โ€œLโ€™orologiaio di Evertonโ€ , descrive quellโ€™epifania che puรฒ capitare di assaporare in alcuni istanti della propria vita. Si tratta di una di quelle sensazioni cosรฌ sublimi e pacificatorie, cosรฌ in sintonia con se stessi e con lโ€™universo, che la maggior parte di noi non riesce neppure a rendere tangibili alla coscienza. Figurarsi a descriverle! A restituire un mondo intimo come pubblico e soprattutto a capire quei meccanismi dellโ€™anima in maniera cosรฌ profonda da poterli reiterare a piacimento, ogni qual volta ne avvertiamo il bisogno. รˆ quello che accade, invece, a Mic, protagonista e voce narrante dellโ€™ebook โ€œLโ€™eleganza mattaโ€, ultimo lavoro di Vanessa Chizzini. Ma cominciamo dallโ€™inizio. รˆ la fine del mese di maggio in una imprecisata localitร  marittima. Nonostante la stagione sia appena iniziata, lo stabilimento balneare รจ giร  al completo. La ragione? Unโ€™attrazione di grande richiamo: le Cabine di Protezione Solare. Si tratta di tre cabine in plexiglas dotate di morbidissime spazzole che spalmano crema protettiva.

ย รˆ qui che Mic e Sam โ€“ i due protagonisti โ€“ decidono di trascorrere un fine settimana. Non conosciamo quasi nulla di loro: non lโ€™etร , non lโ€™aspetto fisico, non la professione, nemmeno i loro veri nomi. Ciรฒ che sappiamo รจ che non potrebbero essere piรน diversi tra loro: Mic sta cercando di mettere un poโ€™ di distanza tra sรฉ e la propria vita nella speranza di fare chiarezza. Introspettivo e solitario lโ€™uno, socievole e gioviale lโ€™altro. Questo รจ ciรฒ che sappiamo di loro. Vanessa Chizzini, infatti, non ha intenzione di raccontarci chi sono i due protagonisti. Non si tratta di un Bildungsroman in cui i personaggi, attraverso un percorso di incontri ed esperienze, giungono, alla fine del racconto, cambiati, maturati, diversi rispetto a come li avevamo conosciuti nelle prime pagine. Quello a cui assistiamo รจ piuttosto un percorso di svelamento di emozioni.

Non caratterizzando i propri protagonisti attraverso la loro storia passata nรฉ tantomeno attraverso le loro prospettive future, lโ€™autrice li rende universali. Non ci interessa piรน chi sono, quanti anni hanno, quali sono le loro preferenze sessuali, perchรฉ qui cโ€™รจ in ballo qualcosa di piรน profondo: il racconto di unโ€™anima nel momento (in โ€œquelโ€ preciso momento) della presa di coscienza del proprio essere. Due facce di una stessa medaglia. I due personaggi sembrano in effetti le due parti che ognuno di noi possiede dentro di sรฉ: il bambino (Sam) e lโ€™adulto (Mic). Questo incontro/scontro di personalitร  fa sorgere un cortocircuito ironico che, in alcuni tratti, รจ esilarante. Perchรฉ attenzione: non si tratta di una sbrodolata psicanalitica dai toni seri! Leggendo le pagine di โ€œLโ€™eleganza mattaโ€ si ride moltissimo. A cominciare dalla carrellata di personaggi che accompagnano Mic e Sam in questi tre giorni di inizio estate (il racconto รจ infatti scandito in venerdรฌ, sabato e domenica).

Cโ€™รจ la famiglia veneto-napoletana composta dai genitori che parlano napoletano e dai tre figli che parlano veneto, cโ€™รจ la signora Adriana, unโ€™arzilla settantenne triestina che vive a Milano e che torna allo stabilimento da quarantโ€™anni. Cโ€™รจ il bambino Mat con i capelli biondi e gli occhi azzurri che assapora le Cabine di Protezione Solare come fossero lโ€™abbraccio del suo orsacchiotto. Cโ€™รจ lo stesso inventore delle cabine, Einar Stefรกnsson, trentaduenne islandese che, per una di quelle fortuite coincidenze della vita, รจ ora una celebritร . E poi ci sono battute cosรฌ grottesche da sembrare scritte dai fratelli Cohen! Come quando, per esempio, allโ€™interno di un outlet, Sam, completamente a proprio agio, spulcia tra centinaia di pantaloni, trovando quelli che fanno al caso suo, mentre Mic, spaesato come in un mercato di Marrakech, osserva una montagna di jeans, sconsolato. ย 

Cโ€™รจ spazio per tutto in questo racconto e nessun lettore rimarrร  deluso. Cโ€™รจ posto per la riflessione filosofica e per il luogo comune, per lโ€™introspezione e per il populismo da ombrellone, per la risata e per la riappacificazione. Il tutto condito da una lingua precisa, acuta, raffinata, che non si perde in territori ignoti, ma che sta sempre al passo con la veritร , con il reale. Nel racconto di Vanessa Chizzini,ย  che giร  con i testi teatrali โ€œLe nuvole nel piattoโ€ (2009) e โ€œLe domande di questa seraโ€ (2011) aveva dato prova di una raffinata capacitร  stilistica, le parole significano. I dialoghi possiedono quella pacatezza propria delle persone per bene, sono concreti e pieni, dicono quello che devono senza esagerare, ma rivelano anche quel pizzico di originalitร  e curiositร  (follia?) per cui non risultano mai banali.

E se poi viene usato un aggettivo vuoto non รจ a caso, come quando Mic cerca di descrivere la sensazione provata nella cabina spalma-crema: โ€œMi sforzo di precisarla meglio, ma lโ€™unico aggettivo che mi viene in mente รจ โ€œbelloโ€. Un mio vecchio professore diceva sempre che โ€œbelloโ€ non significa niente, che bisogna essere in grado di spiegarsi in modo meno generico e di entrare nel dettaglio. Piรน ci provo, adesso, piรน โ€œbelloโ€ รจ tutto quello che riesco a esprimere. Perchรฉ โ€œbelloโ€ รจ una parola vaga ma rotonda che restituisce una pienezza, non definisce i segni particolari ma va dalla testa ai piedi. Proprio come una cabina spalma-cremaโ€. Proprio come โ€œLโ€™eleganza mattaโ€.


20 ottobre 2013

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