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”La stagione che verrà”, una riflessione sulla generazione passata

'La Stagione che Verrà', pubblicato il 31 Marzo dalla casa editrice Einaudi, è il secondo romanzo di Paola Soriga ed è la prova del nove che attendevamo per poterle assegnare un posto - potremmo dire sullo scaffale- tra i romanzieri italiani più degni di nota...

La stagione che verrà‘, pubblicato il 31 Marzo dalla casa editrice Einaudi, è il secondo romanzo di Paola Soriga ed è la prova del nove che attendevamo per poterle assegnare un posto – potremmo dire sullo scaffale- tra i romanzieri italiani più degni di nota. 
Il perno intorno al quale ruota il romanzo è costituito dalla domanda banale ma pressante, come ricorda la poesia della Szymborska in apertura, della generazione che è passata agli ‘-anta’ all’alba del XXI secolo: chi, e soprattuto, cosa siamo stati? Lo stile fluente e piacevole della Soriga ci accompagna delicatamente in un tema che in realtà trova un pubblico più ampio rispetto a quello che si potrebbe credere; se all’inizio potremmo dire che raccontare delle vite di tre amici messi in difficoltà dalle più diverse vicissitudini può risultare banale, già dopo le prime pagine possiamo notare che il taglio netto con cui la scrittrice ci presenta le vicende non soffoca l’uso originale nella narrazione di una prima persona quasi – passatemi il termine – joyciana.

Rispetto al prospetto sul retro della copertina, che non rende giustizia al libro – mai giudicare dalla copertina, quanto è vero! – ed è quasi desolante, il lettore si imbatte in una costruzione narrativa che lascia spazio ad un’opinione personale che rimane in sospeso fino all’ultimo, dove un finale tutt’altro che compresso in poche righe torva una soluzione nella sensibilità del lettore stesso. Nonostante l’età dei personaggi sia ben definita, la domanda a cui vorrebbero dare risposta in realtà non appartiene a nessuna generazione perché nessuna generazione si saprà mai confrontare sinceramente con una risposta precisa, che la etichetti nel tempo e la faccia invecchiare così di colpo. Qui, in questo romanzo, i personaggi sono tanto più veri quanto più sfuggono alla curiosità del lettore: chi è ‘il ricordo’ di Dora, qual è il ‘male’ di Matteo, chi sarà il figlio di Agata? 


Domande a cui risposta non si può dare perché Paola Soriga come ha aperto la finestra che ci ha permesso di coglierli impreparati davanti alle nostre domande, dopo aver fatto prendere aria alle nostre riflessioni, la chiude. E rimaniamo passanti che hanno rubato un attimo alla storia di qualcuno.

 

Caterina Mongardini

 

1 agosto 2015

 

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