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”Il paradosso della civiltà”, romanzo sulla storia dell’umanità

Noi siamo presi da mille assurde faccende quotidiane e non guardiamo oltre. Ci disperiamo se perde la nostra squadra del cuore. Se l'ultima borsa firmata è stata venduta a saldi a qualcuno prima di noi. Se il nostro partito preferito fallisce alle elezioni perché immerso anch'esso nello squallore della politica...

Pubblichiamo la recensione di Sara Fiorente per la precisione e la sintesi nell’analisi del romanzo-saggio di Roberto Cazzolla Gatti

“Noi siamo presi da mille assurde faccende quotidiane e non guardiamo oltre. Ci disperiamo se perde la nostra squadra del cuore. Se l’ultima borsa firmata è stata venduta a saldi a qualcuno prima di noi. Se il nostro partito preferito fallisce alle elezioni perché immerso anch’esso nello squallore della politica. Ci disperiamo se macchiamo le scarpe di marca appena acquistate o reclamiamo, umiliando il cameriere, se al ristorante ci servono filetto in pepe nero, invece che verde, come scritto sul menù. Ci preoccupiamo della nostra pulizia domestica, ma insozziamo bagni pubblici che altri puliranno”.

Spero mi perdonerà l’autore Roberto Cazzolla Gatti per aver riportato quasi un intero paragrafo del suo libro “Il paradosso della civiltà”. Quasi sicuramente sarà capitato a ciascuno di noi di essersi trovato in una delle situazioni descritte, e se ci si ferma a riflettere sulle reazioni che ne scaturiscono, ecco che si può parlare dei paradossi della civiltà e di come siamo diventati vittime di una sorta di assuefazione che ci fa perdere di vista la reale importanza di ogni cosa. Il libro di Roberto Cazzolla Gatti è un viaggio che il lettore fa nelle esistenze di un pigmeo che vive nella foresta tropicale del Congo, e di un uomo “civile” che vive in Italia.

I capitoli, in modo alternato affrontano le fasi della vita dalla prima infanzia sino alla morte, dell’uno e dell’altro. Due vite che inizialmente vengono narrate separatamente, poi si incontrano e scontrano, e dalla narrazione romanzata emergono una vasta molteplicità di temi, tipici di un saggio; tant’è vero che si parla in questo caso di un romanzo-saggio che narra in estrema sintesi la storia dell’umanità. Sarà attraverso le vicende di Mathaar e Tommaso, i due protagonisti, che si avrà occasione di riflettere su una complessità di questioni: dalla società dei consumi all’autenticità delle emozioni, dall’inquinamento dilagante alle donazioni salva-coscienza, dal potere del denaro al profumo del sole, dalla vulnerabilità dell’uomo al potere della Natura, dal cancro alla violenza.

Civiltà e Natura sono i due mondi che l’autore (biologo ambientale ed evolutivo) racconta con un linguaggio snello alternato da riflessioni incisive. Nonostante la dura e giusta critica nei confronti del mondo civile, proprio per le ripercussioni che esso provoca nel continente africano, l’autore non smette di sperare in un risveglio della sensibilità e della coscienza umana e scrive: “l’uomo può arrestare in tempo i suoi cechi passi”. Nel libro si narra di come i pigmei non abbiano bisogno di scuole, perché dalla foresta imparano già tutto, anche noi civili, ritrovando semplicemente la giusta messa a fuoco sulla vera ricchezza della vita, potremo non aver più l’illusione di Essere solo perché possediamo.


7 luglio 2013

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