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Il Circolo Pickwick, un viaggio nella fantasia di una società ristretta londinese raccontato da Charles Dickens

Un onore e un onere addentrarsi nel romanzo d' esordio di un incommensurabile come Charles Dickens. Pagina dopo pagina si scopre un filo letterario dalle mille sfaccettature, superate le prime imbarazzanti prove di approccio a questa ilare voglia di trascrivere la fantasia di una società ristretta, in appunto, un circolo, ci si addentra davvero in risvolti imprevisti dalle mille pieghe delle personalità che accompagnano l' eroe e i suo compagni di apprendimento della vita circostante della Londra d'allora.

Pubblichiamo la recensione di Marci Miri per la sua lodevole capacità di contestualizzare i temi contenuti nel romanzo d’esordio di Charles Dickens ai giorni nostri

 

Un onore e un onere addentrarsi nel romanzo d’ esordio di un incommensurabile come Charles Dickens. Pagina dopo pagina si scopre un filo letterario dalle mille sfaccettature, superate le prime imbarazzanti prove di approccio a questa ilare voglia di trascrivere la fantasia di una società ristretta, in appunto, un circolo, ci si addentra davvero in risvolti imprevisti dalle mille pieghe delle personalità che accompagnano l’ eroe e i suo compagni di apprendimento della vita circostante della Londra d’allora.

Se anche a noi dovesse capitare di iniziare un viaggio come capita al nostro caro Samuel, davvero ci dovremmo sentire costretti a dire che tutto è iniziato nel verso sbagliato, che d’ ora in avanti niente potrebbe cambiare il piacere che avevamo sentito nel nostro prepararci alla scoperta della fisionomia umana; eppure l’eroe altro non è, eroe che al giorno d’oggi caratterizzerebbe l’attenzione di una moltitudine di esseri che diversamente per caratteristiche umane divergerebbero dalla sua umanità, che un gentiluomo alla ricerca della purezza.

Incassato completamente il colpo, ci si avvia nella lettura, a ridere e a sghignazzare bonariamente del genio di Dickens che ci prepara con questo romanzo a quello che sarà in futuro il suo stile di scrittura. Inutile raccontare per filo e per segno quello che il libro magistralmente trasmette come debolezza della bellezza interiore, ci si deve preparare pagina dopo pagina per avere appieno un’idea di come l’ ingenuità si possa caratterizzare in un libero pensiero, che poi, immancabilmente trasmette il tutto, in vicende di una originalità forse non proprio eccelsa, ma che segnata a fuoco dal brio dei pickwickiani e del suo illustre maestro, altro non può fare che allietare le pene di una vita presa forse troppo sul serio.

Con la testa fra le nuvole, questo si dice al giorno d’oggi di chi vive inaspettatamente in un mondo che non è proprio quello che gli altri vedono quando osservano noi interagire nel contesto della società. Invece noi possiamo come buoni pickwickiani del tempo d’oggi, accorgerci che nelle brutture di un mondo che ha smesso di sognare la differenza, anche forse artistica, delle peculiarità personali che ci coinvolgono nell’ attirare a noi le circostanze di una vita che ci riempie la mente, possiamo inorgoglirci della bontà degli amici che forgiano le vicissitudini del racconto, in cui tutti, ma proprio tutti, non trovano altro di meglio da considerare che, un venerabile maestro dal così arduo pensiero, libero di navigare nelle pieghe delle nuvole nere che prevedono un temporale, sia nel modo più assoluto, o un grande maestro da cui attingere a pieni polmoni aria sana e pura, oppure un semplice signore, che proprio grazie al suo assembramento di amici, non riesce proprio a fare a meno di risultare simpatico per la semplice forza che ha di essere inconsapevolmente se stesso.

 

7 luglio 2012

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