Chi è Rebecca Kauffman la scrittrice che conquista la critica internazionale

14 Agosto 2025

Scopri il talento di Rebecca Kauffman, la scrittrice che conquista la critica internazionale con le sue opere straordinarie.

Chi è Rebecca Kauffman la scrittrice che conquista la critica internazionale

Rebecca Kauffman è una delle voci narrative americane più raffinate degli ultimi anni, capace di costruire mondi emotivi con la delicatezza di un cesellatore e la lucidità di un antropologo dei sentimenti.

Cresciuta nell’Ohio rurale, con un passato da violinista e una formazione in scrittura creativa alla New York University, Kauffman ha pubblicato romanzi che hanno incantato la critica statunitense e internazionale.

People Magazine, Oprah Magazine, Esquire, Harper’s Bazaar e NPR hanno inserito le sue opere nelle liste dei migliori libri dell’anno, sottolineando il suo talento nel raccontare relazioni, segreti e fragilità con un’empatia fuori dal comune.

La sua scrittura riesce a unire due elementi rari: una forte componente emotiva, capace di commuovere senza mai scivolare nel sentimentalismo, e una precisione formale che regala ai romanzi un ritmo costante e coinvolgente.

È per questo che oggi è considerata una delle narratrici americane contemporanee più promettenti e, soprattutto, più necessarie.

Curiosità su Rebecca Kauffman: Lo sapevi che…

Rebecca Kauffman ha iniziato la sua carriera come violinista, ma una crisi personale l’ha portata a dedicarsi alla scrittura.

“La casa dei Gunner” ha vinto in Italia il premio Tribùk dei Librai, conquistando librai e lettori.

Nei suoi romanzi, la scrittrice attinge spesso a esperienze e ambienti reali, ma trasfigurandoli in narrazione corale.

La critica internazionale la paragona ad autori come Elizabeth Strout e Ann Patchett per la capacità di mescolare intimità e coralità.

Rebecca Kauffman: La scrittrice che ha conquistato la critica internazionale, un viaggio nei suoi romanzi

 

“La casa dei Gunner”

Romanzo corale sull’amicizia e sul peso del passato, “La casa dei Gunner” segue un gruppo di sei amici d’infanzia che, dopo essersi persi di vista, si ritrovano al funerale di Sally, la compagna che anni prima aveva interrotto bruscamente ogni rapporto.

Attraverso dialoghi vivaci e rivelazioni sottili, Rebecca Kauffman tratteggia personaggi di vibrante umanità, con un occhio di riguardo per i dettagli emotivi che fanno emergere la complessità di legami nati per resistere al tempo, eppure segnati da incomprensioni e segreti. Un libro che lascia il lettore con la sensazione di conoscere davvero quei volti e quelle voci.

“La casa di Fridd Island”

Con La casa di Fripp Island l’autrice mescola dramma familiare e tensione da giallo. Due famiglie provenienti da mondi opposti: i Daly, borghesi e sicuri di sé, e i Ford, operai orgogliosi ma fragili, si ritrovano a condividere una vacanza su un’isola esclusiva della Carolina del Sud.

Il romanzo esplora conflitti di classe, segreti adolescenziali, attrazioni proibite e tensioni latenti, il tutto incorniciato da un evento tragico annunciato fin dall’inizio. Qui Rebecca Kauffman dimostra la sua abilità nell’intrecciare più punti di vista e nel costruire un’atmosfera carica di presagi, senza mai sacrificare la profondità psicologica dei personaggi.

“La famiglia Shaw”

In “La famiglia Shaw”, Rebecca Kauffman affronta il tema della saga familiare. Ambientato tra gli inizi del Novecento e la fine degli anni Cinquanta, il romanzo segue sette fratelli e sorelle segnati dalla morte prematura della madre.

Con una struttura a capitoli alternati nel tempo, l’autrice mette in luce come il trauma e i segreti si trasmettano di generazione in generazione, influenzando amori, fughe, dipendenze e silenzi. Sullo sfondo, la Grande Depressione, la Seconda guerra mondiale e i primi fermenti della controcultura.

È un affresco intimo, quasi cinematografico, di come una famiglia sopravvive, o si sgretola, davanti alle prove della vita.

“Vengo io da te”

Il suo romanzo più recente pubblicato in Italia è forse anche il più luminoso e intimo. Ambientato nel 1995, “Vengo io da te” intreccia le storie di Paul e Corinne, giovani sposi in attesa di una figlia; delle loro madri, alle prese con dolori personali e resistenze emotive, e di Rob, fratello di Corinne, affettuoso ma inaffidabile.

Organizzato in dodici capitoli: uno per ogni mese dell’anno,  il libro costruisce un mosaico di relazioni, omissioni, paure e gesti di tenerezza.

È un romanzo che non cerca grandi eventi, ma illumina la vita nelle sue piccole verità quotidiane, ricordando al lettore che, nel bene e nel male, siamo tutti parte di una stessa, imperfetta famiglia.

Rebecca Kauffman raggiunge una maturità stilistica sorprendente: la sua scrittura diventa più rarefatta, la narrazione più corale e inclusiva, e il lavoro di sottrazione porta in superficie emozioni che restano a lungo dopo la lettura.

Il pregio maggiore del romanzo è la sua empatia: nessun personaggio viene giudicato, tutti sono osservati nella loro complessità, sospesi tra il desiderio di cambiamento e la fedeltà a ciò che li ha formati.

È un libro che invita a riconoscere come, nel bene e nel male, le vite di chi amiamo, e persino di chi vorremmo allontanare, continuino a riflettersi nella nostra, ricordandoci che, in fondo, restiamo sempre parte di una stessa, imperfetta, grande famiglia.

Perché Rebecca Kauffman è importante oggi

In un panorama letterario in cui la velocità sembra dettare legge, Rebecca Kauffman scrive romanzi che chiedono tempo e attenzione. Non si limita a raccontare storie: indaga come i legami si costruiscono, si incrinano e a volte si ricompongono.

I suoi libri sono fatti di silenzi eloquenti, di scelte non dette, di sguardi che pesano quanto intere conversazioni. Il suo lavoro è prezioso oggi perché invita a rallentare, a soffermarsi sulle sfumature, a considerare il valore della vulnerabilità.

La sua narrativa è un antidoto all’appiattimento emotivo, una bussola per ritrovare, tra le pieghe della vita quotidiana, quel filo che ci tiene insieme agli altri.

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