Pubblichiamo la recensione di Anna Pedroni per la lucida ricostruzione del capolavoro di Edna O’Brien
“Ragazze di campagna” non è una novità editoriale, ma è tornato ad avere un grande successo durante l’estate, dopo la ristampa. Ai suoi tempi, nel 1960, aveva dato scandalo: la cattolicissima Irlanda, in cui il romanzo è ambientato, non aveva accettato le critiche – in fondo nemmeno troppo velate – ad un sistema di vita rigido e moralista.
Come prendere una posizione netta contro questo libro? L’Irlanda l’ha fatto in maniera molto plateale, bruciando copie del romanzo sui sagrati delle chiese. Si potrebbe pensare, date le premesse, che il libro contenga chissà quali passi scabrosi, imbevuti di una lussuria indecente. In realtà, “Ragazze di campagna” è il racconto – e primo capitolo di una trilogia – che narra di Baba e Caithleen, due ragazze cresciute in una realtà di campagna piccola, chiusa, che diventa soffocante. Baba è allegra, vivace, desiderosa di assaporare la vita in ogni momento. Caithleen è una sognatrice, aspetta il grande amore e, ad un certo punto, si convince di averlo incontrato. La loro è un’amicizia particolare, intensa, a tratti controversa.
I loro caratteri sembrano inconciliabili, ma da quando vengono mandate a studiare in un collegio di suore le loro vite cambiano e le ragazze trovano l’una nell’altra la forza per superare il rigore, le costrizioni e i divieti di un sistema educativo che pare voler schiacciare le personalità delle allieve. Dopo essersi fatte espellere dal collegio, Baba e Caithleen partono per Dublino, dove pensano di trovare la libertà dal mondo soffocante che hanno sempre conosciuto.
Ma la città è ben diversa da come la immaginavano: le ragazze impareranno a loro spese che essere “donne” non significa solo essere libere di comportarsi come credono, perché la libertà – a volte – va pagata a caro prezzo. Il libro di Edna O’Brien è un ritratto meraviglioso: non soltanto della dimensione rurale della vita delle famiglie e degli aspetti educativi legati ad una morale molto rigida. E’ un bellissimo ritratto anche in relazione ai due personaggi principali: attraverso le loro azioni e i loro dialoghi, sembra di conoscerli meglio pagina dopo pagina. Con le parole, la scrittrice definisce i tratti delle loro personalità, tanto diverse quanto complementari. Un romanzo da leggere, tenendo comunque sempre presente il riferimento culturale degli anni in cui è stato scritto; anni di cambiamenti, di contestazioni e di lotte per l’emancipazione femminile.
13 ottobre 2013
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