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Raffaella Martinotti, ”Viva i libri perché sono un amico affezionato che non ti dice mai di no quando lo cerchi”

La lettura è rappresenta per le donne un'esigenza vitale. Per questo la lettura è un'abitudine prevalentemente femminile secondo Raffaella Martinotti, Channel Manager delle sezioni Per Lei e Viaggi di Tgcom24...

La Channel Manager delle sezioni Per Lei e Viaggi di Tgcom24 parla della sua passione per la lettura e analizza perché in Italia si legge poco

MILANO – La lettura è rappresenta per le donne un’esigenza vitale. Per questo la lettura è un’abitudine prevalentemente femminile secondo Raffaella Martinotti, Channel Manager delle sezioni Per Lei e Viaggi di Tgcom24. La giornalista parla della sua passione per la lettura e analizza perché in Italia si legge poco.


Come nasce la sua passione per la lettura?

A dire il vero, non saprei. Leggere è una cosa che ho sempre fatto, come respirare. Probabilmente è un amore che ho assimilato nei primi anni di scuola, o forse ancora prima, quando da piccola qualcuno leggeva per me. Ricordo anche che quando non ero ancora capace di cavarmela da sola, ascoltavo per ore le "Fiabe sonore", una raccolta di libretti illustrati corredati dai dischi, con le favole classiche.  Ho praticamente fuso il mio mangiadischi.

Sul TGCOM cura la rubrica “Per Lei”. Secondo lei perché le donne sono più sensibili degli uomini nei confronti della lettura?
Non credo che in realtà le donne siano più sensibili degli uomini nei confronti dei libri: penso che siano solo più organizzate e che leggano più dei maschi perché il loro stile di vita è diverso. Siamo talmente abituate a fare tante cose nello stesso tempo che il bisogno di fermarsi e ritagliare un momento tutto per sé sia ad un certo punto un’esigenza vitale. E poi, siamo sempre così coinvolte nella realtà che distaccarsene per un momento è un piacevole diversivo.


Nel 2010 ha scritto “Cerchi sull’acqua”, che cosa ha significato per lei calarti nei panni di scrittrice? E’ al lavoro con una nuova opera?

Chi ama la parola scritta finisce per mettersi alla prova prima o poi. E scrivere è persino più bello che leggere: in fondo è come trovarsi su una astronave intergalattica, in cui sei tu ai comandi, con potere assoluto e senza nessun limite. Quale universo vuoi esplorare? Basta sceglierne uno e accendere i motori. Quanto a una nuova opera, chissà! Io scrivo sempre: magari, prima o poi, capiterà anche l’occasione di pubblicare.

Il libro parla di una storia d’amore ambientata a Venezia, spesso citata come capitale mondiale della cultura ma che purtroppo vede la chiusura di alcune sue librerie storiche. Cosa ne pensa?
E’ un vero dispiacere. Le librerie sono un luogo magico, specie quelle di tradizione, che insieme ai libri offrono un patrimonio di saperi, primo tra tutti quello delle persone che ci lavorano. Perché il libro non va perso, si trasforma e tiene il passo con i tempi, ad esempio diventa e-book, ma la trasmissione dell’amore per le lettura e la competenza di chi con i libri lavora, magari da una vita, sono un patrimonio che è davvero un peccato disperdere.


In Italia, si legge poco. Da chi dipende soprattutto? Dai (mancati) lettori o dagli addetti ai lavori?

Da tutti e due, direi. I bambini fino ai 9 – 10 anni sono lettori piuttosto forti, grazie anche a libri molto accattivanti pensati per loro. Poi, all’inizio dell’adolescenza, tutto si perde. Il libro diventa sinonimo di dovere scolastico, di oggetto polveroso che ruba tempo a cose più divertenti. E da grandi non sempre si recupera. Bisogna però dire che, nella letteratura per adulti, non tutto è buono e valido.  


Infine, le chiederei di scriverci un suo “claim” a favore della lettura. “Viva i libri perché…”

"Viva i libri perché sono un amico affezionato che non ti dice mai di no quando lo cerchi".


2 maggio 2013

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