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Quella volta che Giulio Einaudi licenziò Raniero Panzieri e Sergio Solmi dalla casa editrice

LA CRITICA QUOTIDIANA – Il giornalista Mario Baudino riporta sulla Stampa alcuni episodi memorabili tratti dal secondo volume dei ''Verbali del mercoledì'', le riunioni editoriali di Einaudi in cui si decidono le sorti delle pubblicazioni, che nel decennio 1953-63 videro le due anime del Consiglio della casa editrice scontrarsi duramente...

È in uscita il secondo volume dei “Verbali del mercoledì. Riunioni editoriali Einaudi 1953-1963” a cura di Tommaso Munari, che ci riporta in un clima appassionato e ci restituisce un episodio di acceso confronto politico-culturale. Ne parla Mario Baudino sulla Stampa

 

LA CRITICA QUOTIDIANA – Il giornalista Mario Baudino riporta sulla Stampa alcuni episodi memorabili tratti dal secondo volume dei “Verbali del mercoledì”, le riunioni editoriali di Einaudi in cui si decidevano le sorti delle pubblicazioni, che nel decennio 1953-63 videro le due anime del Consiglio della casa editrice scontrarsi duramente.

IL SAGGIO DELLA DISCORDIA – Tommaso Munari, attraverso i verbali, ci racconta un decennio di ferro, un Consiglio formato da grandi intellettuali che disquisivano lungamente sui libri da fare o rifiutare, che alle volte s’intrattenevano con battute su testi, frasi o concetti in maniera divertente ma sempre intelligente, ma quando c’era di mezzo la politica scherzavano poco e in certi casi ci si scontrava duramente. Baduino ci riporta la lunga discussione sul saggio “L’immigrazione meridionale a Torino” di Goffredo Fofi, prima accettato poi respinto, episodio che sottolinea la “carica drammatica” che si evince da questi documenti.

UN ACCESO DIBATTITO – “Le due anime dell’Einaudi, – scrive Baduino – che fino ad allora avevano convissuto, si divisero radicalmente. Da una parte Giulio Einaudi, Bollati, Italo Calvino, dall’altra Raniero Panzieri, che aveva proposto il saggio, e Sergio Solmi”. Il 3 novembre 1963, giorno dedicato alla discussione del libro, Giulio Einaudi accusò Panzieri di considerare la casa editrice come «strumento per una battaglia ideologico politica». Raniero Panzieri era teorico dell’operaismo e durante quella riunione, alla quale per altro va con in tasca una lettera di licenziamento, difende a spada tratta il saggio di Fofi, scagliandosi contro i colleghi con polemiche e sarcasmi. Quando Calvino punta il dito su «cose ridicole», come l’affermazione che «le masse vanno a Roma attratte dalle raccomandazioni e dai provini», Solmi lo deride: «Scusa, tu perché ci vai?».

QUESTIONE DI FIUTO – Fu questo il clima di quella riunione che durò ore e che vide il licenziamento di Solmi e Panzieri che definì i redattori della casa editrice «merluzzi lessi in frigorifero». Dai Verbali emerge e , “colpisce la foga delle discussioni, la loro estrema serietà che oggi in certi casi può apparire bizzarra, ideologica, persino settaria” riporta Baduino, ma conclude sottolineando che non mancava di certo il fiuto all’interno del Consiglio e riporta l’episodio in cui Calvino è d’accordo con Fruttero per ripubblicare con una nuova traduzione un romanzo uscito qualche anno prima da un editore bolognese e che parlava di un giovane quindicenne a New York. Era il 5 novembre 1958 “Il Consiglio approva. Per chi non l’avesse capito, si trattava del Giovane Holden”.

 

2 dicembre 2013

 

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