“Proust, romanzo familiare” di Laure Murat, ritratto geniale tra memoria e letteratura

10 Luglio 2025

“Proust, romanzo familiare” si presenta come un’opera che supera i confini del libro classico e fonde lo stile del memoir con quello del saggio, trasformandosi in una riflessione genealogica che sfiora l’interpretazione letteraria sul modello de “I Borgia” scritto da Alexandre Dumas rendendo possibile il suo arrivo in finale al

“Proust, romanzo familiare” di Laure Murat: un ritratto geniale tra memoria e letteratura

Proust, romanzo familiare” si presenta come un’opera che supera i confini del libro classico e fonde lo stile del memoir con quello del saggio, trasformandosi in una riflessione genealogica che sfiora l’interpretazione letteraria sul modello de “I Borgia” scritto da Alexandre Dumas rendendo possibile il suo arrivo in finale al Premio Goncourt e la vincita del Prix Médicis Essai nel 2023.

È un’esperienza di lettura sfaccettata e intensa. Laure Murat dimostra il potere della letteratura come strumento di autoanalisi, emancipazione e trasformazione personale.

Invita i lettori a impegnarsi in un viaggio introspettivo attraverso le sue pagine.

Questo volume non si rivolge solo agli appassionati di Proust, ma anche a chiunque cerchi nella scrittura un profondo dialogo con il proprio passato e la propria identità.

“Proust, romanzo familiare” di Laure Murat: un saggio, ma anche un memori tra genealogia e letteratura

“Proust, romanzo familiare” di Laure Murat (Sellerio, 2025) non è un semplice saggio su Marcel Proust: è un racconto intimo, colto ed emozionante, che unisce la grande letteratura alla storia di una famiglia aristocratica.

Laure Murat nasce nel 1967, discendente dei Murat (nipoti di Gioacchino Murat, re di Napoli) e dei de Luynes, a loro volta legati alla duchessa di Guermantes di Proust. Storica della letteratura alla UCLA e nota per le sue riflessioni su identità e memoria, l’autrice costruisce un percorso in cui la Recherche non è solo un capolavoro da analizzare, ma un testamento di verità personale.

Emancipazione e soggettività attraverso l’opera

Il percorso autobiografico di Murat attraversa il riconoscimento della sua omosessualità: l’analisi del testo proustiano diventa così una leva per l’affermazione della propria identità.

l libro si fa allora memoir di formazione, in cui la letteratura diventa strumento di liberazione personale. Affronta così un approccio circolare: la sovrapposizione tra sfera autobiografica e analisi proustiana come in un dialogo continuo fra la voce dell’autrice e il testo di Proust.

Non esiste una divisione netta fra memoir e analisi: gli aneddoti familiari si intrecciano all’approfondimento della Recherche e delle sue dimensioni simboliche, ai ricordi d’infanzia e ai racconti dell’ancien régime.

Un libro sorprendente nella sua delicatezza. Murat non urla la propria ribellione contro l’aristocrazia: la mette su carta con equilibro, concedendosi momenti di leggerezza e ironia, eppure senza mai nascondere la gravità del conflitto interiore.

È un esempio emblematico di come un testo classico – Proust – possa ancora cambiare le vite e spingerci a guardare dentro, oltre il contorno di sé.

Il rapporto tra Murat e Proust è descritto come generativo: non mera ammirazione, ma pratica che mutua dalla Recherche il potere di leggere la propria vita. Il testo ricorda lo stile di Annie Ernaux e Emmanuel Carrère: eleganza espositiva, taglio autobiografico e rigore critico con un linguaggio scorrevole, ricco di riferimenti letterari e accessibile a lettori non specialisti.

Il tema principale di “Proust, romanzo familiare”

Uno dei temi principali, se non addirittura quello centrale, è l’identità borghese e aristocratica. Murat descrive un ambiente culturale tanto affascinante quanto soffocante.

Proust, nella sua opera, aveva già esplorato il mondo dell’aristocrazia per mostrarne la staticità e la distanza dalla vita reale; Murat riprende questo aspetto, mostrandone l’insostenibilità e la scelta di libertà che ne consegue.

Durante l’infanzia, il salotto di famiglia brulicava di cimeli napoleonici – bandiere, fazzoletti storici, piatti di battaglie – e racconti dell’ancien régime. Eppure, questa aurea quasi fiabesca aveva qualcosa di oppressivo. Come scrive Murat, Proust non si limitò ad affascinare la sua memoria: “Mi ha costituita come soggetto”.

In Francia, autori mainstream e testate (Le Monde, Le Figaro, L’Obs, Télérama) hanno accolto il libro con entusiasmo, e Le Masque et la Plume lo ha eletto testo simbolo della stagione letteraria .

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