Sei qui: Home » Libri » Premio Italo Calvino, Pier Franco Brandimarte con ”L’Amalassunta”’ è il vincitore della XXVII edizione

Premio Italo Calvino, Pier Franco Brandimarte con ”L’Amalassunta”’ è il vincitore della XXVII edizione

“Un testo in elegante e acrobatico equilibrio tra finzione e saggio”. Con questa motivazione la giuria ha deciso di assegnare il Premio Italo Calvino a ‘’L’Amalassunta’’ di Pier Franco Brandimarte...

MILANO – “Un testo in elegante e acrobatico equilibrio tra finzione e saggio”. Con questa motivazione la giuria ha deciso di assegnare il Premio Italo Calvino a ‘’L’Amalassunta’’ di Pier Franco Brandimarte, “per l’abilità e l’originalità dimostrate − seguendo il trend di scritture che si sono messe sulle tracce di personaggi reali − nel ricostruire, secondo molteplici registri narrativi e con scrittura impeccabile e compatta, la vicenda umana e artistica del pittore Osvaldo Licini compenetrandola, in studiata sinergia, con la vicenda esistenziale del narratore, e per l’ardimento mostrato nel raccontare una storia “ai margini” che ci interroga sulla precarietà della memoria e sulla misteriosa eclissi degli individui dalla storia collettiva”.

MENZIONE SPECIALE – Una menzione speciale della Giuria, composta da Antonia Arslan, Concita De Gregorio, Paolo Di Paolo, Barbara Lanati e Tommaso Pincio, va al lavoro di Simone Giorgi, L’ultima famiglia felice, un romanzo in cui risuona il rumore del presente. L’autore sviluppa con perfezione geometrica la drammaturgia di una famiglia italiana middle class che è insieme un caustico e acribico ritratto delle pratiche educative programmaticamente corrette dei nostri tempi, palesando un’immaginazione cinematografica ed esibendo una scrittura in superficie semplice, dietro cui si cela una mano di chirurgica esattezza. Al centro campeggia la figura di un padre mite, inesorabilmente destinato, nella sua illusa visione delle cose, alla disfatta ideale e sentimentale.

GRANDE ROMANZO ITALIANO – Una seconda menzione va a La circostanza di Francesco Di Salvia per l’ambizione che vi traluce di costruire il grande romanzo italiano. Il giovane autore, venuto dopo ciò che racconta, stupendoci per la sua competenza, traccia un ampio affresco della storia italiana dalla Resistenza all’inizio del nuovo millennio intessendo, con sagacia e fervida immaginazione, storia politica e storia di un’imprenditoria famigliare, personaggi d’invenzione e sorprendenti cammei di “grandi” uomini, in particolare focalizzandosi, attraverso l’inedita e ironica figura di un candido senatore comunista, sulle vicende del PCI e delle sue successive entità metamorfiche.

IL PREMIO – Il Premio Calvino, o “PIC” – sigla nata sul web e ormai ufficialmente riportata dalla Treccani – fu fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, come omaggio allo scrittore italiano che, più di ogni altro, fu impegnato nella scoperta di nuovi talenti letterari. Tra i fondatori celebri, Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio, Lalla Romano, Cesare Segre. Il PIC si propone di svolgere un ruolo di ponte tra l’universo degli scrittori inediti e il mondo dell’editoria, del pubblico e della critica. Per questo il Premio non ha voluto definire una propria linea critica né privilegiare determinati generi letterari. L’interesse è per le opere prime inedite di narrativa capaci di rappresentare tendenze nuove e stili originali. La cerimonia di Premiazione è l’occasione in cui editori, editor e operatori culturali possono entrare in contatto con i finalisti e dare l’avvio a quei rapporti che potranno portare alla pubblicazione.

L’ANEDDOTO – Non manca, nella storia del Premio, un aneddoto originale: alla I edizione esso non venne assegnato, poiché nessuno dei finalisti fu ritenuto all’altezza del riconoscimento. Si trattò di un piccolo gossip letterario che ebbe però un’ampia eco mediatica e che ancora oggi dà l’idea non solo della serietà e della severità del Premio, ma anche della durezza della competizione…

24 maggio 2014
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata