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Polillo su ddl Sallusti, ”A rischio la libertà di stampa di tutti gli editori librari”

Sproporzionate e contraddittorie. Così definisce le norme e le sanzioni per l'editoria libraria Marco Polillo, il presidente di AIE – Associazione Italiana Editori, intervenuto oggi a proposito del provvedimento sulla diffamazione...
Marco Polillo, presidente AIE – Associazione Italiana Editori, commenta duramente il ddl Sallusti, che mette a rischio anche la libertà dell’editoria libraria.

MILANO – Sproporzionate e contraddittorie. Così definisce le norme e le sanzioni per l’editoria libraria Marco Polillo, il presidente di AIE – Associazione Italiana Editori, intervenuto oggi a proposito del provvedimento sulla diffamazione, stamattina in esame al Senato. Polillo rivolge una critica decisa e preoccupata all’irragionevolezza del ddl Sallusti, che secondo lui andrebbe a minare duramente la libertà di tutti gli editori librari.  

L’INDIFFERENZA DELLA POLITICA AL MONDO DEL LIBRO – “Questo è troppo: assistiamo quotidianamente all’indifferenza della politica rispetto al mondo del libro e della lettura. Adesso ci penalizzano pure”. E’ dura la replica del presidente degli editori di libri (Associazione Italiana Editori) Marco Polillo sul cosiddetto ddl Sallusti, che esplicitamente estende l’obbligo di rettifica anche ai libri. “Le norme e le sanzioni per i libri sono sproporzionate e contraddittorie. E’ a rischio la libertà di tutti gli editori librari: da quelli d’inchiesta agli scolastici e universitari”.

A RISCHIO LIBERTÁ DI STAMPA E ATTIVITÁ EDITORIALE – “Siamo davvero molto preoccupati – prosegue Polillo –. Questo provvedimento getta una pesante ombra sul rispetto di un principio cardine per la società civile e democratica come la libertà di stampa e di informazione e impatta in modo significativo sulla nostra attività di editori. Queste norme costringerebbero di fatto autori ed editori a una censura preventiva e contraria ai principi di libertà democratica, chiaramente affermati anche nella nostra Costituzione. E, sia chiaro a tutti, non riguarderebbero solo i cosiddetti libri d’inchiesta, ma tutta la produzione libraria, dai libri di scuola (perché non rettificare un’analisi sulla storia contemporanea?), alle enciclopedie, fino alla saggistica e alla narrativa (perché non rettificare libri di mafia?)”.

NORME E SANZIONI IRRAGIONEVOLI – “Già oggi chi diffama attraverso le pagine di un libro ne risponde, come è giusto che sia – ha concluso il presidente di AIE -. Con questo provvedimento invece chi si sente diffamato potrebbe chiedere un’immediata rettifica entro 7 giorni su due giornali, in modo illimitato e con sanzioni sproporzionate nei tempi e nei modi: questo diritto di replica, incondizionato e senza commento, per il nostro settore potrebbe essere davvero pericoloso perché non fa alcuna distinzione tra notizie vere, notizie sbagliate pubblicate in buona fede e notizie false pubblicate in malafede. Sono norme contraddittorie, sproporzionate e, diciamolo chiaramente, irragionevoli. Francamente, se passa così, facciamo prima a non pubblicare più i libri”.

24 ottobre 2012

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