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Il “Pessottimista” di Emil Habibi, un libro per la pace fra Israele e Palestina

Il "Pessottimista" è un arabo d'Israele, un uomo che si chiama Felice e che vive a cavallo fra due mondi in guerra. Scopriamo insieme il capolavoro di Emil Habibi, un romanzo che, con ironia e acume, induce a riflettere sul conflitto israelo palestinese.

In questi giorni complicati per la politica estera, è facile cadere vittime della disinformazione e della faziosità. Se l’argomento, poi, è spinoso e articolato come lo è il conflitto israelo-palestinese, comprendere risulta ancora più difficile.

Perciò vi diamo il buongiorno facendovi scoprire uno dei capolavori della letteratura araba, “Il Pessottimista“, opera in cui Emil Habibi racconta il difficile contesto di guerra fra Israele e Palestina attraverso l’ironia e la satira, senza risparmiare nessuna delle due parti coinvolte.

“Il Pessottimista. Un arabo di Israele”, la sinossi

Ambientato ad Haifa, il romanzo “Il Pessottimista” ci racconta le straordinarie avventure di Felice, un arabo nello Stato d’Israele. Emil Habibi col suo stile sardonico, picaresco, brillante non risparmia nessuno: arabi, israeliani, progressisti, reazionari, falchi e colombe; facendo largo uso dell’allegoria e della parodia non perde il gusto di dire ciò che vuole.

Habibi scrive il romanzo in risposta a quanti ignorano la storia dei palestinesi: conoscere le sue opere, e vedere la versione teatrale del romanzo “Il Pessottimista”, tradotto in ebraico “Ha’op-Simist”, come ha scritto “The Jerusalem Post” il 24 ottobre 1986, è un dovere civico, così come lo è stato andare a vedere film sulla Shoah, sull’Olocausto, “perché è ora che ogni cittadino di questo Stato sappia cosa vuol dire essere arabo in mezzo a noi.

La forza dell’ironia

“Il palestinese Emil Habibi sa che l’umorismo è l’espressione gentile della disperazione. Egli va oltre e scrive sul suo popolo con le parole crudeli della Storia facendoci ridere e riflettere… Né del tutto ottimista, né del tutto pessimista, Emil Habibi è realista e commovente”.

Con queste parole, Tahar Ben Jelloun racconta la forza del “Pessottimista”: con il suo libro, Emil Habibi ci trasporta in una terra e in un tempo che ci sembrano del tutto distanti dal nostro mondo. Invece ci troviamo in uno dei luoghi più caldi del globo, in cui una guerra infuria da decenni senza che nessuno riesca a risolverla.

Il conflitto israelo-palestinese è figlio di politiche estere intricate, di accordi internazionali falliti, di terze parti coinvolte ma celate, di ideali che funzionano sulla carta ma non nella realtà.

Nel corso degli anni, gli errori si sono accumulati irreversibilmente. A farne le spese, come sempre accade del resto, sono i civili, donne, uomini e bambini innocenti, che vengono etichettati ora come carnefici, ora come vittime.

E se sembra facile schierarsi da una parte piuttosto che dall’altra leggendo le notizie e le infografiche che girano sul web in questi giorni, non lo sarebbe altrettanto se andassimo a fondo nella storia di questi tragici eventi. Polarizzare funziona solo in teoria.

Con il suo “Pessottimista”, Habibi sfrutta la potente arma della satira per raccontare la sua verità di arabo d’Israele, un uomo che, a cavallo fra due mondi in guerra, osserva con lucidità e distacco l’accaduto senza risparmiare nessuno e offre una prospettiva ricca, complessa e sfaccettata, in grado di mettere in discussione quello che crediamo di sapere su una questione che continua a dividere opinione pubblica e capi di Stato.

Emil Habibi, un arabo d’Israele

Emil Habibi nasceva il 29 agosto 1922 a Haifa, città che oggi è a tutti gli effetti israeliana ma che a quel tempo era parte del Mandato britannico della Palestina.

La sua è stata una vita normale, segnata da eventi personali e privati più o meno spiacevoli, come avviene per ciascuno di noi.

Almeno finché il suo mondo non è andato a rotoli: allo scoppiare del conflitto fra israeliani e palestinesi, nel 1948, Habibi si è trovato dinanzi ad una delle scelte più difficili di sempre, così come è accaduto alle altre migliaia di cittadini palestinesi. Andare via dal suo Paese, ormai in mano agli israeliani, o rimanere accettando l’esistenza della nuova entità?

Habibi ha deciso di restare, accettando l’esistenza di Israele e non cessando mai di lottare con tutto sé stesso per la sopravvivenza dello Stato palestinese. Sostenitore della soluzione dei due Stati, l’autore del “Pessottimista”, nonché cofondatore del Partito comunista israeliano e membro della Knesset, non ha mai lasciato Haifa, tanto che sulla sua lapide si legge: Emil Habibi (1922-1996) – rimasto a Haifa. 

Per le sue posizioni politiche, Habibi è stato spesso criticato, tanto dai palestinesi quanto dagli israeliani.

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