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Alessia Gazzola, “Il personaggio di Alice è cresciuto insieme a me”

Ecco l'intervista alla scrittrice Alessia Gazzola, autrice della serie che ha come protagonista Alice Allevi, in occasione dell'uscita di "Un po' di follia in primavera".

MILANO – Ruggero D’Armento è uno psichiatra molto in vista e uno studioso in carriera. Lo è, almeno, fino a quando non viene trovato morto nel suo ufficio. A occuparsi del caso si trova Alice Allevi, medico legale che i lettori hanno cominciato a conoscere dal primo romanzo che l’ha vista protagonista, “L’allieva” (Longanesi 2011). Dal 17 settembre è inoltre in onda su Rai Uno una fiction ispirata al romanzo, con Alessandra Mastronardi, Lino Guanciale e Martina Stella. Una fiction che “riproduce bene l’atmosfera dei romanzi” ha racconta la scrittrice durante l’intervista, “naturalmente alcune cose sono diverse per esigenze di messa in scena”. Se la serie tv riprende la storia dall’inizio, quando Alice decide di studiare medicina legale, nel nuovo romanzo di Alessia Gazzola (“Un po’ di follia in primavera“, il sesto libro con Alice al centro della storia), la protagonista ha qualche anno in più e in più ha anche un po’ di vita sulle spalle. Ecco la nostra intervista.

Quanto è cambiata Alice Allevi dal primo romanzo?

Alice è cambiata molto anche se è rimasta sempre se stessa. All’inizio era una giovane specializzanda alle prime armi mentre ora è alla fine del percorso accademico. Sono passati circa cinque anni e sicuramente cinque anni, tra i venti e i trenta, fanno la differenza. Il suo carattere è sempre lo stesso, anche se ora è un po’ meno pasticciona, un po’ più matura, più consapevole. Alice è cresciuta, come sono cresciuta io nel frattempo.

Tutto lascia credere che si stia per sposare.

Alice aveva sempre sognato il matrimonio ma ora che l’idea si sta concretizzando è terrorizzata. La spaventa l’idea di una scelta definitiva, l’idea di transitare nella fila delle mogli. D’altra parte è così. Bisogna avere timore quando i sogni si realizzano. Alice vorrebbe anche avere un bambino, però il tema della maternità l’ho solo voluto sfiorare perché, nonostante io sia una mamma, lo trovo un argomento troppo delicato. Essere madre dà tantissima gioia ma può anche far provare grandissima paura. Tanta è la responsabilità sulle spalle di un genitore, perché ha in mano la felicità dei suoi figli. Finché sono piccoli, per renderli felici bastano le bolle di sapone, ma far sì che lo siano quando diventano grandi è estremamente più complicato.

Nel romanzo parli spesso del destino. 

Ci credo, nel destino. Esiste una traccia e noi ci limitiamo a seguirla. Me ne sto convincendo sempre più. Ognuno ha un suo karma e anche Alice ha il suo: quello di fare pasticci e monellerie, è una calamita per i guai e non riesce a frenare la sua curiosità, è più forte di lei.

Tra le poche cose che Ruggero D’Armento fa in tempo a dire prima di morire c’è questa: “Jung sosteneva che, dentro di noi, tutti abbiamo un tipo molto cattivo, molto povero, che dobbiamo accettare”. Tu credi nelle parole di Jung?

Sì, credo proprio che sia così. D’altra parte è un concetto cardine in psicologia. Noi dobbiamo accettare questi aspetti della nostra personalità, anche se non ci piacciono. Negare il male tende a creare comportamenti disfunzionali. Nel momento in cui accogliamo questa parte di noi, la nostra debolezza, nel momento in cui troviamo un equilibrio, solo allora possiamo cominciare a vivere con più serenità.

ALESSIA GAZZOLA A BOOKCITY – Alessia Gazzola sarà a Bookcity Milano sabato 19 novembre alle ore 10.00 alla Triennale. Con lei ci saranno l’attore Lino Guanciale (che interpreta Claudio Conforti nella fiction) e Alessandra Tedesco di Radio 24, che modererà l’incontro.

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