Il Gattopardo, romanzo pubblicato postumo nel 1958, è un affresco storico, politico e familiare ambientato nella Sicilia dell’Ottocento, un’epoca di profondi cambiamenti in cui il mondo aristocratico si scontra con l’avanzata di una nuova borghesia emergente.
Ma al di là delle vicende storiche, ciò che rende Il Gattopardo un’opera immortale è la straordinaria caratterizzazione dei suoi personaggi, figure carismatiche e sfaccettate che incarnano il tramonto di un’epoca e il tormento dell’adattamento al nuovo.
Con la serie in arrivo dal 5 marzo su Netflix, andiamo a riscoprire i protagonisti de Il Gattopardo che daranno vita a questo racconto di decadenza, orgoglio e passione.
La nuova serie TV: un viaggio tra decadenza e cambiamento
L’attesa per la nuova serie de Il Gattopardo è altissima, e la curiosità ruota intorno a come verranno resi sullo schermo questi personaggi iconici. Riuscirà il cast a restituire la potenza di Don Fabrizio, il carisma ambiguo di Tancredi e la passione travolgente di Angelica?
La sfida è enorme: il romanzo, Il Gattopardo è considerato un capolavoro della letteratura italiana, e il film di Luchino Visconti del 1963 ha già fissato un immaginario potente e inarrivabile.
Ma se c’è una storia capace di affascinare ogni nuova generazione, è proprio quella del Principe di Salina e del suo mondo in dissolvenza.
Il Gattopardo: i personaggi da conoscere
Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina: il leone che osserva il tramonto
Se Il Gattopardo ha un’anima, questa è Don Fabrizio, Principe di Salina, il nobile siciliano che assiste con malinconico distacco alla fine del suo mondo. Alto, imponente, con uno sguardo severo e un’intelligenza acuta, Don Fabrizio è un uomo consapevole che la vecchia aristocrazia è destinata a scomparire, ma incapace di opporsi realmente al cambiamento.
È il simbolo della Sicilia antica, quella che resiste ma si lascia anche trascinare via dalla storia. Il suo pessimismo non è rassegnazione, ma lucida analisi del potere, di cui comprende le dinamiche meglio di chiunque altro.
La sua battuta più celebre, “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, è l’essenza stessa della sua filosofia e il cuore pulsante dell’intero romanzo.
Tancredi Falconeri: il gattopardo che sa cambiare pelle
Affascinante, intelligente, spregiudicato e opportunista: Tancredi Falconeri è il nipote prediletto del Principe e il personaggio che incarna il concetto del gattopardismo.
A differenza dello zio, Tancredi capisce che per sopravvivere bisogna adattarsi. Così, da giovane aristocratico idealista che si unisce ai garibaldini, diventa un uomo politico astuto, pronto a stringere alleanze con la nuova borghesia per garantirsi un futuro di potere e ricchezza.
È carismatico e irresistibile, capace di sedurre tanto nel salotto di un palazzo nobiliare quanto nei circoli della nuova classe emergente. Ma dietro il suo sorriso affascinante si nasconde un uomo pronto a sacrificare l’amore per l’ambizione, come dimostra la sua decisione di sposare Angelica per convenienza, nonostante l’affetto che prova per Concetta.
Tancredi è un gattopardo moderno, uno che non si lascia travolgere dalla storia, ma la cavalca con disinvoltura.
Angelica Sedara: la bellezza della nuova Sicilia
Angelica è l’incarnazione del cambiamento. Figlia del ricco ma rozzo sindaco borghese Don Calogero Sedara, Angelica è bellissima, sensuale e piena di energia.
La sua figura rappresenta l’ascesa sociale della borghesia: il suo matrimonio con Tancredi è il simbolo perfetto di un’epoca in cui il denaro e l’intraprendenza stanno prendendo il posto dei titoli nobiliari e dell’antico lignaggio.
Ma Angelica non è solo una pedina in un gioco più grande: è anche una donna che sa sedurre e conquistare, consapevole del proprio potere e pronta a sfruttarlo. Se da un lato ammalia con la sua bellezza, dall’altro lascia trasparire un’ambizione feroce, una determinazione che la rende una figura più moderna rispetto alle altre donne dell’aristocrazia siciliana.
Concetta Salina: la malinconia di un amore non corrisposto
Concetta, la figlia maggiore di Don Fabrizio, è il personaggio più tragico dell’intera vicenda. Innamorata da sempre di Tancredi, vede il suo sogno d’amore infrangersi quando lui sceglie Angelica.
Concetta è la rappresentazione della nobiltà che non sa o non vuole adattarsi: è fiera, rigida, prigioniera delle proprie emozioni e dei propri rimpianti. Il tempo per lei si ferma, cristallizzandola in una vita di solitudine e amarezza.
Nel celebre capitolo finale del romanzo, ormai anziana, si rende conto che la sua esistenza è stata segnata dal rimpianto e che persino i suoi ricordi stanno sbiadendo, proprio come il mondo aristocratico a cui apparteneva.
Concetta è il passato che non si rassegna al presente, la figura più nostalgica di tutte.
Don Calogero Sedara: il borghese che vince
Rozzo, volgare, privo di eleganza ma astuto e ricco: Don Calogero Sedara è l’antitesi del Principe di Salina.
Sindaco e arricchito, Don Calogero rappresenta la nuova classe dirigente siciliana, quella che non ha bisogno di titoli nobiliari per esercitare il potere, ma che usa il denaro come leva per entrare nelle stanze dell’aristocrazia.
Lui non ha il fascino e la raffinatezza del Principe, ma ha ciò che conta davvero in un’epoca di cambiamento: il denaro e l’intraprendenza. È un personaggio pragmatico, che sa perfettamente come sfruttare il matrimonio di sua figlia Angelica con Tancredi per consolidare la propria ascesa sociale.
Se il Principe di Salina è il simbolo di un mondo che si spegne, Don Calogero è la prova che un altro sta già sorgendo.