MILANO – In occasione dell’anniversario della nascita di Conan Doyle, vi proponiamo un articolo sul Perchè Sherlock Holmes ha “stroncato” la carriera di Arthur Conan Doyle. Ci sono autori che hanno scritto opere tanto grandi da soffocare e mettere in ombra qualsiasi altro loro scritto sia venuto dopo. Basta pensare in tempi recenti alla Rowling, la cui carriera è stata paradossalmente stroncata da Harry Potter. Prima ancora di compiere 42 anni ha dato alle stampe il settimo e conclusivo capitolo della saga che l’ha resa celebre in tutto il mondo. Da quel momento ha scritto altri quattro romanzi (“Il seggio vacante” e i primi tre romanzi della serie di gialli che ha pubblicato con lo pseudonimo di Robert Galbraith) ma nessuno di questi ha avuto, nemmeno lontanamente, il successo della serie di Harry Potter. Eppure sono opere degne di nota, oscurate dal maghetto con gli occhiali tondi e la cicatrice sulla fronte.
Conan Doyle in catene
C’è una vecchia illustrazione di Bernard Partridge che chiarisce molto bene il paradosso in cui si sono trovati numerosi autori. L’illustrazione mostra infatti un grosso Arhur Conan Doyle seduto su un alto sgabello. Ai piedi le catene lo imprigionano, sorrette da uno Sherlock Holmes alto la metà del suo autore e con addosso il tradizionale soprabito da investigatore. Come sempre ha in bocca la pipa, il cui fumo attornia la faccia dello scrittore, visibilmente infastidito. Alla faccia corrucciata di Doyle fa da contrappunto l’espressione seria e determinata del detective. Un’illustrazione che mostra chiaramente quanto l’autore scozzese, a un certo punto, si sia sentito imprigionato dal proprio personaggio, tanto da decidere di liberarsene.
Morte e rinascita di Sherlock Holmes
Nel racconto “L’ultima avventura”, pubblicato nel 1893 nello “Strand Magazine” e incluso nella raccolta “Le memorie di Sherlock Holmes“, l’investigatore privato duella con l’acerrimo nemico Morirarty presso le cascate di Reichenbach, sulle alpi svizzere. Nel duello ha la peggio e muore. Ma i lettori non accettarono il tragico epilogo deciso da Conan Doyle e lo costrinsero a riportare in vita Holmes: scrisse così “Il mastino di Baskerville“, ambientato prima della sua morte, e “L’avventura della casa vuota” (incluso nella raccolta “Il ritorno di Sherlock Holmes“), in cui Holmes tornò vivo e vegeto. Detto questo, risulta chiaro quanto si sentisse soffocato un autore come Conan Doyle che ha scritto tanti altri romanzi di grande spessore ma di scarsa fortuna, come il romanzo fantastico “Il mondo perduto” e come il romanzo d’avventura “La tragedia del Korosko“. Chissà, magari anche la Rowling cercherà di uccidere Harry Potter.
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