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Perché fa bene leggere i libri per bambini anche da grandi

Sono sempre più numerosi gli adulti che oggi si dilettano leggendo libri cosiddetti “per bambini”. Il genere è stato oggetto di un forte rilancio, grazie soprattutto ad autrici del calibro di J. K. Rowling e Suzanen Collins e alla volontà degli editori...

Gli adulti vivono oggi una seconda fanciullezza, grazie alla riscoperta della letteratura per l’infanzia. La ricetta del successo di questi libri? Valori positivi, divertimento e speranza

MILANO – Sono sempre più numerosi gli adulti che oggi si dilettano leggendo libri cosiddetti “per bambini”. Il genere è stato oggetto di un forte rilancio, grazie soprattutto ad autrici del calibro di J. K. Rowling e Suzanne Collins e alla volontà degli editori. Ma oltre al divertimento e all’intrattenimento, ci sono diversi i buoni motivi per coltivare questa buona abitudine. Eccoli elencati su Macleans.

UN MESSAGGIO POSITIVO – I libri per bambini solitamente non sono molto lunghi, ma dietro questa apparente leggerezza si nascondono storie profonde, che contengono in sé valori e spunti di riflessione. Queste storie portano con loro un messaggio di speranza e fiducia, il che non guasta mai. Anche se la vita va a tutta velocità, è dura e difficile, immergendosi tra le pagine di questi libri è possibile sottrarre qualche ora al tran tran quotidiano e ricavarsi un proprio rifugio.

PER UNA VITA MIGLIORE – Quelli per bambini non sono concepiti come libri di auto-aiuto – con istruzioni, esercizi, consigli – eppure spesso sono molto utili per superare i momenti difficili. Perché? Perché sono divertenti, esilaranti e soprattutto fanno sentire piccolo chi li legge. Un 50enne torna bambino, se si perde in un’avventura ai confini del reale. Queste storie aiutano a mettere una certe distanza tra sé e le difficoltà, donano momenti di allegria e di relax. Soprattutto insegnano a non prendersi sempre sul serio – come i grandi tendono a fare. Il lieto fine non sempre arriva, ma è come si affrontano la vita e le difficoltà, con quale spirito, quello che conta.

IL PARERE DELL’ESPERTO – “Una storia è un insieme universalmente valido di spunti e di emergenti legati al contesto collettivo e sociale, di cui l’autore è solo il tramite che la stende per regalarla nuovamente ai lettori – afferma la psicologa e psicoterapeuta Rachele Bindi – Questa universale validità ha un unico presupposto, quello che il lettore abbia la maturità psichica necessaria per comprendere cosa sta leggendo: è quindi sicuramente sempre possibile che un adulto possa trarre giovamento da una storia “per bambini” mentre non può, per ragioni evidenti, essere vero il contrario”.  “Ci sono domande stabili, legate al ciclo vitale – prosegue la psicologa – e domande che cambiano al modificarsi del modello culturale e della società (fino a qualche anno fa il bullismo e il divorzio erano argomenti non trattati), ma se ci pensiamo bene i miti greci e le fiabe non sono poi così lontani, nelle linee tematiche, dalla narrativa che esplora l’animo umano, il sentire, le emozioni e la vita. Harry Potter nelle sue caratteristiche di eroe che si riscatta da una posizione emotivamente difficile, non è poi così lontano da alcuni eroi greci raccontati nei miti, una sorta di Diomede moderno”.

Roberta Turillazzi

15 novembre 2013

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