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Perché ha ancora senso che i bambini scrivano la lettera a Babbo Natale

Nella lettera a Babbo Natale abbiamo sempre messo tutti noi stessi e i nostri sogni. Ecco perché è importante che non si perda questa bellissima abitudine

MILANO – Ognuno di noi, ripensando all’infanzia, ricorda con grande emozione alcuni momenti: tra questi ci sono la penna stretta tra le dita intenta nell’atto di scrivere la lettera a Babbo Natale, il bicchiere di latte lasciato sul tavolo della cucina insieme a tre o quattro biscotti – “Così almeno recupera un po’ di energia. Sai, il viaggio per il mondo è lungo” -, la difficoltà di addormentarsi la sera del 24 dicembre, l’occhio sempre leggermente aperto nella speranza di cogliere i movimenti di una figura rossa che furtivamente si muove per la casa. Sono ricordi indelebili, istanti in cui ognuno di noi ha vissuto emozioni vere.

La penna

Parlavamo della penna tra le dita: nella lettera a Babbo Natale abbiamo sempre messo tutti noi stessi. In quelle poche righe c’è la parte più materialista di noi che chiede giocattoli di ogni tipo e quella più intima e sofferta che spera che la magia possa risolvere quei problemi che ci sono sempre sembrati troppo grandi. Chi spera che i genitori tornino assieme, chi di rivedere dopo tanto tempo il papà, chi la mamma, chi sogna di guarire, chi di avere una vita normale, chi che il fratello più grande torni a casa. Nel processo della scrittura di una lettera chi scrive conosce meglio se stesso e si fa conoscere. Nello scrivere – ricordando che Babbo Natale esaudirà i tuoi desideri solo se ci si è comportati bene – il bimbo nel suo piccolo fai i conti con se stesso. Si interroga e rivive i suoi freschi e fugaci ricordi, ripensando a quando ha rubato il gioco alla sorella o ha disobbedito ai genitori, ripenserà a quei momenti tentando di fare un bilancio che anche nel peggiore dei casi non potrà che risultare positivo, rendendolo meritevole del regalo che chiede.

I destinatari

Una volta scritta, la lettera va imbucata. Qualcuno viene accompagnato alla casella postale e qualcun altro la affida a un adulto abbastanza alto da arrivare all’ingresso della casella. Destinazione Polo Nord, casa di Babbo Natale, Circolo Polare Artico (Finlandia). E se alla fine Babbo Natale non riceverà mai quella lettera poco importa. Qualcuno la leggerà, la mamma, il papà, i nonni o gli zii che si prendono cura del bambino, in ogni caso quel qualcuno – pur non avendo superpoteri o bacchette magiche – cercherà di far di tutto perché quei desideri si realizzino e quel bambino possa essere felice. Una lettera che spesso serve più che ai bambini agli adulti che dei bambini si prendono cura.

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