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Parla Giuseppe Costanza, l’autista di Giovanni Falcone sopravvissuto alla strage

Sabato 23 maggio 1992: una carica di 500 Kg. di tritolo, esplode lungo l'autostrada che da Punta Raisi porta a Palermo. All'altezza dello svincolo per Capaci...

Sabato 23 maggio 1992: una carica di 500 Kg. di tritolo, esplode lungo l’autostrada che da Punta Raisi porta a Palermo. All’altezza dello svincolo per Capaci.

E’ strage. Curata nei minimi particolari. Tre auto in corteo saltano in aria. La prima viene completamente investita dall’esplosione. Muoiono sul colpo tre agenti di scorta: Antonino Montinaro, Vito Schifani e Rocco di Cillo. Sulla seconda auto viaggiavano il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e l’agente di scorta Giuseppe Costanza. La dottoressa Morvillo muore poche ore dopo, così anche Falcone, che spira tra le braccia del suo fraterno amico e collega Paolo Borsellino.

 

L’agente di scorta Costanza sopravvive all’attentato. Salvi per miracolo anche gli altri tre agenti che viaggiavano sulla terza vettura blindata che chiudeva il corteo di scorta a Falcone: Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello, Angelo Corbo.

Vi propongo di seguito, uno stralcio dell’intervista rilasciata da Giuseppe Costanza a a Giuseppe Milan, nel corso del programmma radiofonico 24 Mattino del 22 maggio dell’anno scorso.

"Quel 23 maggio io sono morto. Io ho visto.(..) Non ho mai ricevuto un invito a presenziare. Quest’anno mi è arrivato per la prima volta dal ministro Profumo. Al primo anniversario della strage il servizio d’ordine mi allontanò perchè ero sprovvisto di invito, che nessuno si è preoccupato di farmi pervenire.(..)

Dal servizio di scorta di Falcone, che feci per otto anni, dal 1984 al 1992, finii a fare il commesso in procura. Una firma all’ingresso, e una all’uscita.(..) In Italia si vive di morti. Questa sopravvivenza, mi è stata addirittura fatta pesare, per dare spazio a chi in questi anni ha voluto mettersi in evidenza "

Per chi volesse accedere all’intera intervista audio può farlo qui

23 maggio 2013

 

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