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Paolo Rossi Monti, lo storico che ha reinterpretato la ”rivoluzione scientifica” del Seicento

Fra gli storici della filosofia e della scienza, Paolo Rossi Monti (Urbino,1923 – Firenze, 2012) occupa senza dubbio un posto di primo piano. A un anno di distanza dalla sua scomparsa, va preso atto che la sua lezione resta più che mai attuale...

A un anno dalla scomparsa dello storico maestro, viene pubblicato il volume postumo “Recensioni”   una raccolta di saggi di storia della scienza e delle idee scientifiche che scrisse negli anni ottanta e che furono pubblicati sul settimanale “Panorama”

FIRENZE – Fra gli storici della filosofia e della scienza, Paolo Rossi Monti (Urbino,30 dicembre 1923 – Firenze, 14 gennaio 2012) occupa senza dubbio un posto di primo piano. A un anno di distanza dalla sua scomparsa, va preso atto che  la sua lezione resta più che mai attuale e che le idee di questo studioso (specializzatosi nel periodo storico che va dall’Umanesimo all’Illuminismo) hanno oramai fatto scuola. Per commemorare questo grande maestro, a Firenze domani alle ore 17,30 alla Biblioteca delle Oblate (Via S. Egidio), sarà presentato il volume postumo “Recensioni”  (Ed. Monte Università di Padova, 2012): una raccolta di saggi di storia della scienza e delle idee scientifiche che Paolo Rossi Monti scrisse negli anni ottanta e che furono pubblicati sul settimanale “Panorama”.

STUDI E RICONOSCIMENTI – Apprezzato dalla comunità accademica di tutto il mondo, il prof. Paolo Rossi Monti ha raggiunto notorietà soprattutto per i suoi studi innovativi sull’origine della "rivoluzione scientifica" inaugurata da Bacon e da Galileo nel XVII secolo, epoca in cui magia e nascenti scienze sperimentali erano strettamente intrecciate fra loro. Il prof. Paolo Rossi Monti ha insegnato storia della filosofia in varie Università e gli sono stati assegnati importanti onorificenze di livello internazionale fra cui, nel 1985, dall’American History of Science Society gli è stata conferita la “Sarton Medal”; nel 2003 dalla Société de Physique et d’Histoire Naturelle de Genève, gli è stata attribuita la “Medaille Pictet”; mentre nel 2009 ha ricevuto il “Premio Balzan”. Già Presidente della Società Filosofica italiana, e poi primo Presidente della Società Italiana di Storia della Scienza, il prof. P. Rossi Monti è stato anche Accademico dei Lincei. Il Presidente della Repubblica gli ha assegnato nel 2007 la medaglia d’oro per i benemeriti della cultura.

LIBRI DI RIFLESSIONE – Le attività pubblicistiche di Paolo Rossi Monti sono davvero notevoli: nell’arco della sua carriera egli ha diretto importanti collane filosofiche e scientifiche e ha collaborato con le piu’ importanti case editrici italiane (Utet, Il Mulino, Olschki, Feltrinelli, Sansoni, La Nuova Italia, solo per citarne alcune). E’ stato anche Direttore e consulente delle principali riviste filosofiche italiane e straniere. Autorevole docente universitario di storia della filosofia, ma anche studioso attento alla contemporaneità:  nei suoi ultimi libri, Paolo Rossi Monti ha indagato anche sulla storia e la filosofia del suo tempo; con stile polemico ha rievocato e riflettuto su vicende storiche e intellettuali  del  “secolo breve” senza alcuna presunzione di interpretarli  in modo definitivo  e unilaterale, perché le epoche cosiddette unitarie sono tali solo in apparenza e nella storia, non di rado, inestricabilmente s’intrecciano idee credenze e fatti  divergenti fra loro. Non accettando né il pessimismo, né l’ottimismo ad oltranza, Paolo Rossi  ha sostenuto che alle visioni del mondo apocalittiche o utopistiche, è preferibile una terza via caratterizzata da una ragionevolezza che nella società odierna, sempre più complessa e incerta, può preservarci dalla disperazione (“Speranze”, Ed. Il Mulino).

IL SAGGIO – Forse il nostro non è il peggiore dei mondi possibili:  nel suo saggio “Un breve viaggio e altre storie. Le guerre, gli uomini, la memoria” (postumo; ed. Cortina, 2012) P. Rossi Monti, polemizza semmai contro certe posizioni estremistiche, settarie, superstiziose, o fanaticamente definitive, espresse dall’affollata categoria dei teorici preannunciatori della fine, utopisti e profeti apocalittici.  Analizzando le vicende storiche recenti (fascismo, guerra mondiale, dopoguerra, terrorismo) e riconoscendo l’imprevedibilità della natura umana (spesso ambivalente e contraddittoria), l’autore suggerisce qui di attenersi ad una sorta di “copernicanesimo cognitivo”, ovvero, non ritenersi al centro della storia del mondo, nella consapevolezza delle deformazioni e degli errori di valutazione che a volte operiamo sul passato. In questo saggio (assai ricco di pagine autobiografiche), Paolo Rossi Monti scrive anche che nella cultura swahili, “coloro che ci abbandonano restano ancora in qualche modo con noi: sono solo parzialmente morti e muoiono completamente e per sempre solo quando scompaiono gli ultimi che erano in grado di ricordarli”.  

 

Cristina Fontanelli

18 marzo 2013
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