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Paolo Madron, ”Il mio libro svela come funziona il meccanismo del potere in Italia”

Ministri, onorevoli, boiardi di Stato e uomini d'impresa; in molti hanno fatto la fila nel suo ufficio per un consiglio, per delineare strategie o per discutere di affari. In molti lo hanno pregato di non scrivere questo libro, forse perché ''erano troppo abituati a vedermi muovere in silenzio''. Un ''libro'' rimasto chiuso per trent'anni e realizzato ora da Luigi Bisignani e dal giornalista Paolo Madron...
Il giornalista sarà ospite questa sera a Capalbio Libri 2013 insieme a Luigi Bisignani per parlare de “L’uomo che sussurra ai potenti”, il libro scritto con uno degli uomini che più hanno condizionato il potere nel nostro Paese
MILANO – Ministri, onorevoli, boiardi di Stato e uomini d’impresa; in molti hanno fatto la fila nel suo ufficio per un consiglio, per delineare strategie o per discutere di affari. In molti lo hanno pregato di non scrivere questo libro, forse perché “erano troppo abituati a vedermi muovere in silenzio”. Un “libro” rimasto chiuso per trent’anni e realizzato ora da Luigi Bisignani e dal giornalista Paolo Madron, ospiti questa sera alle 19 in piazza Magente a Capalbio Libri 2013, intervistati per il pubblico dal giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori. In vista di questo appuntamento, abbiamo avuto l’occasione di rivolgere a Paolo Madron qualche domanda.
IL LIBRO – “L’uomo che sussurra ai potenti” è il best seller edito da Chiarelettere, giunto alla ottava edizione in meno di tre mesi, in cui si tratteggiano le luci, ma soprattutto le ombre, degli ultimi anni della storia e della politica italiana, attraverso una serie di aneddoti ed episodi raccontati in prima persona da quello che è stato riconosciuto come il capo indiscusso di un network in grado di condizionare la vita del Paese. Il volto, o meglio lo zampino, di Bisignani è infatti dietro le nomine di ministri e a quelle in Rai, nei giornali, nelle banche e nell’esercito. La sua influenza arriva persino in Vaticano.
Ci può raccontare com’è nato questo libro? 
Conoscevo Bisignani da molto tempo, dalla fine degli anni Ottanta. 
Ci siamo incontrati nell’estate dell’anno scorso – lui aveva appena terminato di scontare gli arresti domiciliari per la questione P4 – e pensando e tutte le sue vicende passate ho suggerito che ne sarebbe venuto fuori un buon libro. 
Lui all’inizio mi ha risposto di no, poi invece ha accettato e abbiamo iniziato a scriverlo.

Quello svolto qui è il racconto di trent’anni di storia italiana dal punto di vista del potere. Cosa svela il libro di questa storia? 
Seconde me il libro contribuisce a far capire a molti lettori – e questo credo spieghi il suo successo– il meccanismo del potere in questo Paese, che funziona per reti di conoscenze, per cooptazione, per relazioni…
Credo che sia una buona testimonianza di com’è stato, com’è e come probabilmente – ahimè – sarà l’esercizio del potere in Italia. 
C’è un aspetto delle vicende raccontate di Bisignani che l’ha appassionata particolarmente?
Io conoscevo già abbastanza l’aspetto finanziario di queste vicende – come giornalista mi sono occupato di questi argomenti per diversi anni. 
Mi sono piaciuti molto i capitoli sul Vaticano, perché raccontavano degli insider che io personalmente non conoscevo, e quello sui servizi segreti, anche quello un mondo centrale nella gestione del potere in Italia. 
Qual è il suo giudizio su festival come Capalbio Libri? Trova che siano un’occasione interessante per avvicinare le persone ai libri e alla cultura? E ad autori e giornalisti cosa offrono?
L’Italia è un Paese dove si legge talmente poco che ogni manifestazione che abbia i libri al centro è benvenuta. 
Per noi autori è soprattutto l’occasione per venire a contatto diretto con i lettori. È bello perché questo contatto rimanda la percezione concreta, e non il polso astratto, di quella che è stata la ricezione del libro da parte dei lettori, di quello che il lettore ha capito e di come ha interpretato il libro, quali curiosità gli sono rimaste.
In genere in queste manifestazioni il pubblico è molto attento, interviene, fa domande. In queste presentazioni è come scendere finalmente in campo allo stadio per giocare una partita con il lettore. 
C’è già un’idea di quello che emergerà nel vostro incontro?
Capalbio, per la composizione degli ospiti in programma, avrà un pubblico sicuramente competente. Magari all’incontro ci sarà anche qualcuno dei protagonisti citati nel libro. 
Da Capalbio insomma mi aspetto una discussione approfondita e d’alto livello.  
10 agosto 2013
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