La ricerca di un ordine: Tolkien, Caos e Tradizionalismo

25 Ottobre 2025

4 libri imperdibili sulla ricerca dell'Ordine: dall'ideologia Tradizionalista al "Male cosmico" di Tolkien. Qual è il costo per sfuggire al caos? Scoprilo qui.

La ricerca di un ordine: Tolkien, Caos e Tradizionalismo

Dalla mitologia all’ideologia politica, la storia umana è ossessionata dalla domanda: “come possiamo sfuggire al Caos?”

Dalla mitologia all’ideologia

La ricerca di un Ordine – un sistema, una regola, una tradizione – è il fondamento stesso della civiltà. Ma ogni ordine ha un costo etico e un rischio di tirannia, così come sappiamo e abbiamo visto nel corso della Storia.

Quattro visioni del conflitto tra Caos e Ordine

Questa selezione di quattro libri indaga la tensione tra Caos e Ordine in forme radicali.

Il saggio di Mark Sedgwick sul Tradizionalismo analizza l’utopia reazionaria per eccellenza: una ribellione mistica contro l’anarchia moderna, trasformatasi in strumento di potere politico.

Le analisi del legendarium tolkieniano di David Day mostrano invece le due facce della lotta: il Male come ordine imposto (“I poteri oscuri di Tolkien”), e l’Eroismo come libertà morale (“Gli eroi di Tolkien”).

Infine, “Qui e oltre” di Hal Lacroix proietta il tema nello spazio: un’arca stellare dove il controllo assoluto e la sopravvivenza collettiva si confondono.

2 La vera domanda

Tutti questi libri ci costringono a chiederci: “che cos’è un ordine giusto, e quanto siamo disposti a sacrificare, in termini di libertà e moralità, per garantirci un domani?”

“Tradizionalismo. Verso un nuovo ordine mondiale” di Mark Sedgwick

Con rigore e chiarezza, Mark Sedgwick esplora una delle correnti filosofiche più ambigue del XX secolo: il Tradizionalismo, un movimento spirituale nato come ribellione mistica al Caos moderno e oggi riemerso come ideologia politica globale.

Il libro va dalle visioni esoteriche di René Guénon e Frithjof Schuon fino alla deriva militante di Julius Evola. Sedgwick segue la metamorfosi di un pensiero che aspirava al ritorno di un “Ordine Sacro” e ha finito per ispirare figure come Aleksandr Dugin e Steve Bannon; mostra come la nostalgia per un equilibrio perduto possa trasformarsi in un’arma del potere: un mito che, promettendo stabilità, alimenta invece nuove forme di autoritarismo e fanatismo culturale.

Eppure, l’autore ci fa notare anche come, nel cuore di questa dottrina, sopravviva un desiderio autentico di armonia e trascendenza: una contraddizione che oscilla tra spiritualità, politica e mito.

Sedgwick disegna così una mappa inquietante ma necessaria: la storia di un pensiero che ha cercato di ordinare il mondo e, nel farlo, ha rivelato quanto sottile sia il confine tra la ricerca di senso e la tentazione del dominio.

“I poteri oscuri di Tolkien” di David Day

Nell’universo tolkieniano, il Male non è sinonimo di Caos, ma un Ordine distorto: la pretesa di uniformare la vita sotto una sola volontà. David Day attraversa l’intero legendarium, da “Lo Hobbit” a “Il Silmarillion”, per indagare l’origine e la logica di questa oscurità.

Dai primi spiriti ribelli come Melkor/Morgoth al dominio di Sauron, ogni tiranno cerca di sostituire la libertà con la forma, l’armonia con il controllo.

Attorno a loro si muovono figure fragili e ambigue – Gollum, Smaug, i Nazgûl, gli orchi – emblemi di una caduta sempre possibile.

Il saggio non racconta solo la lotta cosmica tra bene e male, ma la tensione morale che abita ogni creatura: chi resiste al potere, chi lo desidera, chi vi soccombe.

Day interpreta così la mitologia di Tolkien come una riflessione sull’etica stessa dell’Ordine: quando la struttura diventa prigione, e la legge perde il contatto con la misericordia; un’indagine che illumina, dietro la fantasia epica, la più antica delle domande: “come governare la propria ombra”.

“Gli eroi di Tolkien” di David Day

Se l’Oscurità tolkieniana mostra il volto oppressivo dell’Ordine, “Gli eroi di Tolkien” ne rivelano l’altra faccia: l’armonia nata dal libero arbitrio, l’atto morale.

David Day ripercorre la storia della Terra di Mezzo dai primi canti di Arda fino alla Guerra dell’Anello, mettendo in luce l’etica dell’eroismo come scelta consapevole.

Gli hobbit che non vogliono il potere, i re riluttanti come Aragorn, i saggi che agiscono nel silenzio – Bilbo, Frodo, Gandalf – incarnano la misura che si oppone all’eccesso, il coraggio che costruisce un ordine giusto nel mezzo del caos.

Day intreccia mitologia nordica, simbolismo cristiano e filologia per mostrare come Tolkien abbia concepito la libertà come atto interiore, non come ribellione ma come responsabilità; un viaggio nel cuore luminoso dell’opera tolkieniana, dove la pietà diventa più forte della spada, e la forza vera è restare fedeli alla propria fragilità.

“Qui e oltre” di Hal Lacroix

Con “Qui e oltre”, Hal Lacroix sposta la riflessione sul rapporto tra Ordine e Caos dal mito allo spazio, rendendo l’idea non più una fantasia, ma un’idea plausibile per un futuro attraverso lo shi-fi.

In fuga dal collasso climatico della Terra, seicento persone viaggiano per 360 anni a bordo della Mondonave: un’astronave-ecosistema pensata per garantire la sopravvivenza della specie — un mondo perfettamente regolato, privo di denaro e disuguaglianze, sostenuto da tecnologia e controllo.

Ma quando la giovane Franika scopre che qualcosa minaccia la missione, emerge la fragilità di quell’equilibrio artificiale.

Epidemie, rivolte e scetticismo scuotono la struttura sociale; i cronisti che documentano il viaggio diventano i custodi della memoria e del dubbio.

Lacroix costruisce un romanzo corale di straordinaria densità, dove la nave stessa si trasforma in un esperimento politico, un microcosmo che riflette la domanda tolkieniana per eccellenza: “come sopravvivere insieme, senza rinunciare all’imprevedibilità che ci rende umani?”

Tra utopia e prigionia, “Qui e oltre” è un’allegoria del nostro presente: un racconto sull’impossibilità di eliminare del tutto il Caos, perché è proprio da esso che nasce ogni nuova forma di vita e di pensiero.

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