Niccolò Ammaniti, 5 libri per conoscerlo

23 Settembre 2025

Scopri Niccolò Ammaniti in 5 tappe: da “Branchie” a “Io non ho paura”, fino a “Come Dio comanda" e “Anna”. Trame estese e percorso d’autore.

Niccolò Ammaniti, 5 libri per conoscerlo

Impossibile non riconoscere lo stile di scrittura del grande Niccolò Ammaniti, uno degli autori italiani più letti e discussi degli ultimi trent’anni: la sua penna è ruvida, diretta, capace di fondere il realismo più crudo con lampi visionari di opere che vengono spesso definite pulp — un genere particolarissimo, al quale possiamo avvicinare ben pochi autori, come Palahaniuck.

Dal debutto negli anni Novanta alla consacrazione con il Premio Strega, i suoi romanzi raccontano un’Italia di periferie, famiglie allo sbando, adolescenti spaesati, ma anche di speranza e resilienza.

Conoscere Niccolò Ammaniti attraverso i suoi libri

Ma per capire davvero il percorso evolutivo di Ammaniti, bisogna attraversare le tappe che lo hanno reso un autore unico nel panorama contemporaneo.

Ecco dunque cinque libri che possono tracciarne il cammino a pochi giorni dal suo compleanno.

“Branchie”

È il 1994 quando, a poco più di trent’anni, Ammaniti fa il suo esordio con “Branchie”, il suo primo romanzo pulp, visionario e surreale, che lo impone subito come voce fuori dal coro nel panorama letterario italiano.

Il protagonista è Marco Donati, un giovane malato terminale che decide di partire per l’India in cerca di un senso, e che finirà col vivere una serie di avventure grottesche e tragiche…

Il libro è una miscela esplosiva di umorismo nero, eccessi e situazioni paradossali, in perfetto stile anni Novanta, che rivelano la vena dissacrante di Ammaniti agli esordi. È un romanzo che ancora oggi divide i lettori, ma imprescindibile per comprendere il suo percorso.

“Ti prendo e ti porto via”

È il 1999, quando Ammaniti inizia a consolidare uno sguardo più realistico, pur mantenendo le atmosfere cupe e disturbanti che aveva strutturato precedentemente. La storia che intreccia parla delle vite di due personaggi emarginati: Pietro, un adolescente timido e impacciato, e Graziano, un latin lover fallito, incapace di crescere.

Ambientato in una provincia soffocante, “Ti prendo e ti porto via” è un libro che racconta il bisogno disperato di amore e riconoscimento, mostrando quanto gli adulti siano spesso fragili quanto i ragazzi.

Qui Ammaniti abbandona il puro pulp per approdare a una narrazione più profonda, mista, gettando le basi per i suoi capolavori successivi.

“Io non ho paura”

Nel 2001, Ammaniti scrive il romanzo che lo consacra a livello internazionale: tradotto in tutto il mondo e portato al cinema da Gabriele Salvatores, diventando un simbolo della narrativa italiana contemporanea.

Ambientato nel Sud Italia negli anni Settanta, “Io non ho paura” segue le vicende di Michele, un bambino di nove anni che scopre un segreto terribile in un casolare abbandonato. Lì, infatti, è tenuto prigioniero un suo coetaneo rapito.

La storia, scritta con un linguaggio semplice ma potentissimo, intreccia il romanzo di formazione con il thriller, affrontando temi come la perdita dell’innocenza e il male che si annida negli adulti.

“Come Dio comanda”

Nel 2006 Ammaniti raggiunge la maturità stilistica e vince il Premio Strega (2007). È la storia dura e disturbante di Rino e Cristiano Zena, padre e figlio, che vivono ai margini in una provincia degradata, tra povertà, violenza e rancore sociale. La loro relazione, segnata da brutalità e amore malato, diventa lo specchio di un’Italia arrabbiata e sbandata.

Qui la scrittura di Ammaniti è al massimo della sua forza: cruda, feroce, ma anche capace di aprirsi a momenti di tenerezza. Un romanzo che rappresenta il punto di svolta e la definitiva consacrazione dell’autore.

“Anna”

Ammaniti ci porta in un’Italia distopica, devastata da un’epidemia che ha sterminato gli adulti e lasciato i bambini a cavarsela da soli: la Rossa.

La protagonista, Anna, attraversa la Sicilia insieme al fratellino Astor, in una lotta per la sopravvivenza che è anche una ricerca di speranza. Con questo libro Ammaniti torna al mondo dei ragazzi, ma con un respiro più ampio e universale, fondendo apocalisse e romanzo di formazione.

La sua prosa diventa qui epica e poetica, pur restando ancorata al realismo più crudele. “Anna” chiude un cerchio ideale, dimostrando come l’autore sappia reinventarsi senza mai perdere autenticità.

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