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Nerio Nanni, ”Andiamo continuamente in cerca di nuove biblioteche per acquisire opere esaurite, introvabili nelle librerie di catena”

Per poter sopravvivere nel mercato attuale il libraio deve ricavarsi una propria nicchia, un settore lasciato scoperto dai grandi gruppi: le librerie antiquarie, in particolare, hanno l'esigenza di acquisire sempre nuove biblioteche e costruirsi cataloghi di opere fuori commercio, introvabili altrove. Questo è il suggerimento di Nerio Nanni, titolare della storica Libreria Nanni a Bologna...

Il titolare della storica Libreria Nanni di Bologna, attiva nel settore antiquario e in quello scolastico, riflette sull’attuale situazione del mercato librario

 

MILANO – Per poter sopravvivere nel mercato attuale il libraio deve ricavarsi una propria nicchia, un settore lasciato scoperto dai grandi gruppi: le librerie antiquarie, in particolare, hanno l’esigenza di acquisire sempre nuove biblioteche e costruirsi cataloghi di opere fuori commercio, introvabili altrove. Questo è il suggerimento di Nerio Nanni, titolare della storica Libreria Nanni a Bologna.

 

LA STORIA DELLA LIBRERIA NANNI – “La Libreria Nanni è la più antica della città: nata alla fine del Settecento come stamperia, con nome Antica Stamperia della Colomba, diventò nell’Ottocento libreria antiquaria, gestita dalla famiglia Marchesi. Fu poi rilevata dalla mia famiglia dopo la Grande Guerra”, racconta Nerio Nanni. “La libreria risiede nel contesto antico universitario, area museale della città, sotto al Museo Civico Archeologico, dunque nel cuore di Bologna. Ha sempre rappresentato un punto di riferimento per l’attività culturale cittadina, vantando la frequentazione da parte di storici letterati e cineasti italiani: Pasolini veniva qui abitualmente quando studiava a Bologna, e poi Fellini, Massimo Arcangeli, Enzo Biagi.

 

L’ATTIVITÀ – “Oggi la libreria opera su due versanti: quello scolastico-universitario e quello antiquario”, prosegue Nanni. “Da sempre siamo impegnati in un lavoro di reperimento delle biblioteche antiche, perché facciamo cataloghi di opere esaurite. In questo modo, ci differenziamo dal resto del mercato.” Un’esigenza che nella situazione attuale è diventata vitale per chi fa questo mestiere. “Il libraio ideale è quello che riesce a trovare uno spazio nel mercato difficile e super-competitivo di oggi, ritagliandosi una specializzazione, una nicchia dove potersi muovere senza soffrire la concorrenza dei grandi gruppi, che si è fatta ormai insostenibile.”

 

LE STRATEGIE DELLA LIBRERIA ANTIQUARIA – È il caso della libreria antiquaria, che opera in un settore lasciato scoperto dagli altri operatori del mercato. “Per sopravvivere le librerie antiquarie specializzate devono assolutamente avere la possibilità di acquisire sempre nuove biblioteche, e tenere libri che gli altri non hanno, lavorando su internet con un prodotto che non può entrare in concorrenza con quello dei grandi gruppi. È importante inoltre mantenere una propria clientela storica: le vecchie librerie che hanno saputo valorizzare le loro specificità hanno conservato un pubblico fedele. Ma tutto questo dipende, oltre che dalla professionalità e dalle capacità del libraio, anche dalla fortuna di continuare a trovare opere importanti e clienti appassionati che ricercano prodotti particolari per le loro collezioni. Nel caso di librerie come la mia, la varia tradizionale si tiene perché c’è una parte della clientela fidelizzata che continua a rivolgersi a noi anche per questo genere di opere, ma queste non devono costituire più del 20% dell’offerta.”

 

IL CLIENTE TIPO DELLA LIBRERIA ANTIQUARIA – Il pubblico di una biblioteca antiquaria ha di solito le idee precise riguardo a quello che cerca. “Noi abbiamo una specializzazione molto radicata, i nostri clienti hanno in genere interessi precisi, sanno cosa vogliono. In più, chi viene da noi di solito ha già visto qualcosa sul sito internet o su Maremagnum: abbiamo così un continuo movimento di bibliofili che vengono per acquistare opere esaurite, introvabili altrove. Da giugno a ottobre inoltre lavoriamo molto nel settore scolastico-universitario. Capita che entrino in libreria anche clienti meno indirizzati, che vengono a dare un’occhiata, e allora vanno guidati e consigliati. In generale però Bologna è una città molto servita, il pubblico è culturalmente preparato ed è abituato alla frequentazione delle librerie: è raro trovare un cliente del tutto sprovveduto.”

 

LE NUOVE TECNOLOGIE – Quanto ai nuovi media, Nanni non pensa che questo ramo del mercato conoscerà a breve una grande crescita, almeno in Italia. “Bisogna vedere come i grandi gruppi decideranno di investire e quali saranno le occasioni di produrre reddito all’interno delle loro attività. Io però credo che per tanti anni ancora cartaceo e digitale continueranno a convivere: non vedo molti margini di cambiamento nell’immediato futuro, anche perché i grandi investimenti vengono fatti nell’editoria di lingua inglese, che ha maggiore diffusione a livello internazionale. Qui in Italia la crescita è molto lenta: andando avanti ci sarà sempre più attenzione alle nuove tecnologie, ma finché le scuole e le università non le utilizzeranno per prime sarà difficile che si diffondano in modo capillare. La documentazione scientifica viaggia già attraverso i nuovi media, ma la lettura del libro, anche per un fatto di comodità, continua a essere preferita su carta.”

 

LA LETTURA IN ITALIA – E come mai in Italia si legge poco? Cosa si può fare per affermare nel nostro Paese un’abitudine radicata alla lettura? “Sono le famiglie e le scuole che devono educare a una cultura dei libri: sono questi i contesti che, fino a una certa età, hanno più influenza sulle abitudini dei ragazzi. Difatti negli ultimi tempi c’è molta più attenzione a questo aspetto: le case editrici stanno lavorando insieme alle scuole per incrementare il mercato, per far sì che i ragazzini inizino a leggere fin dalle elementari.”

 

6 agosto 2012

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