Il più grande uomo del secolo scorso, Nelson Mandela, è morto ieri. Me lo ha comunicato mio figlio da Londra.
Una morte aspettata, che sconvolge. Il mondo è un posto peggiore, senza Mandela.
Non lo ho ma conosciuto faccia a faccia; avrei potuto cercare di esser tra la folla – di pochi o di molti – che gli stavano attorno nei suoi viaggi in Inghilterra. Ma non ho voluto farlo: era un voyerismo e una mancanza di rispetto, o così mi è sembrato. Una stretta di mano non sarebbe stata sufficiente alla fame di ascoltare e imparare da lui che mi sta dentro.
Mi ha insegnato la dignità, la magnanimità e la tolleranza verso famigliari, amici e nemici, o, come lui chiama i nemici, ‘coloro che non si conoscono’, perché una volta che si conosce il nemico, non lo è più, è diventato un semplice ‘opponente’.
Rileggerò la sua autobiografia. Lo consiglio a tutti, in segno di rispetto per l’uomo, per apprendere le tante profonde verità che vi sono incastrate, e di speranza per un mondo migliore.
Simonetta Agnello Hornby
6 dicembre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA