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Nel giorno del mio compleanno alla ricerca della serenità

Oggi mi sono svegliato più vecchio ma anche più consapevole che la vita va vissuta, qualsiasi sia il momento. Uno stimolo che arriva fatalmente da un film rivisto ieri sera, che mi ha saputo regalare un pensiero semplice: bisogna lottare per conquistare ciò che si vuole. Il film in oggetto è la ''La ricerca della felicità'' (The Pursuit of Happyness) del 2006 diretto da Gabriele Muccino...

Oggi mi sono svegliato più vecchio ma anche più consapevole che la vita va vissuta, qualsiasi sia il momento. Uno stimolo che arriva fatalmente da un film rivisto ieri sera, che mi ha saputo regalare un pensiero semplice: bisogna lottare per conquistare ciò che si vuole. Il film in oggetto è la “La ricerca della felicità” (The Pursuit of Happyness) del 2006 diretto da Gabriele Muccino. Gli interpreti principali sono Will Smith, Jaden Smith e Thandie Newton. Una produzione americana, quella del lungometraggio di Muccino, che ha saputo riscuotere  un notevole successo a Hollywood. Negli USA ha incassato 162 milioni di dollari, in Italia 15 milioni di €, e in tutto il mondo 304.000.000 $.

Il film è ispirato ad una storia realmente accaduta: quella di Chris Gardner, imprenditore oggi milionario che durante i primi anni ottanta visse giorni di intensa povertà, con un figlio a carico e senza una casa dove poterlo crescere. Nel titolo originale del film, The pursuit of Happyness, l’errore di ortografia della "y" al posto della "i" in happiness è tratto da un graffito che appare nel film, di fianco all’entrata della scuola frequentata dal piccolo Christopher. Si riferisce alla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, come scritta da Thomas Jefferson (1743-1826), dove sono elencati i diritti inalienabili dell’uomo: la tutela della vita, della libertà e la ricerca della felicità.

Un  film che visto oggi, in un periodo di grande crisi economica, non può che far scuotere il cuore. Sono milioni, infatti, gli italiani che stanno vivendo l’incubo della povertà. La cronaca tutti i giorni non fa che raccontarci la disperazione di imprenditori e lavoratori costretti a combattere per poter sopravvivere. Sono ormai numerosi i casi di suicidio, così come sta salendo a dismisura la tensione sociale di lavoratori disperati per la perdita dell’occupazione.  

Una problematica che non può che farci pensare, al rovescio rispetto al film di Muccino, al libro di Edoardo Nesi  “Storia della mia gente” (Bompiani, 2010), vincitore del Premio del Premio Strega 2011, romanzo autobiografico in cui un ricco imprenditore di Prato, destinato ad amministrare l’impresa di famiglia fondata dal nonno (una delle più importanti fabbriche di tessitura della celebre città toscana dei “cenci”), si trova improvvisamente a dover fare i conti con la più grande crisi economico-finanziaria dei tempi recenti. La globalizzazione e le scelte di politica industriale miopi e poco efficaci fatte dai governi italiani lo costringono, suo malgrado, a cedere la ditta di famiglia nel 2004. Una sconfitta personale, familiare, sociale, economica, politica, metafora della condizione di declino del Made in Italy a cui il nostro paese sembra non saper mettere un freno. Ma, malgrado tutto, grazie al sapersi mettere in gioco e grazie alla scrittura, Nesi riesce ugualmente a trovare il successo, diventando oggi uno degli autori italiani più famosi.

Due storie per certi versi simili, che ci raccontano che alla sofferenza si risponde con la forza di volontà. Bisogna riuscire ad ingegnarsi, tirare fuori il diverso nel quotidiano, non inseguire a tutti i costi sentieri che non hanno via d’uscita. Quando la situazione si fa dura bisogna avere il coraggio di saper cambiare, di provare strade nuove. E’ inattaccabile il fatto che lasciarsi prendere dalla disperazione o dalla ricerca a tutti i costi di ciò che ci sembrava destinato, non può essere la soluzione.

E’ questa la considerazione che ho fatto oggi, nel giorno del mio compleanno: la vita è un dono di per sé.  Come tale va vissuta combattendo giornalmente alla ricerca della serenità, vera essenza della felicità, non lasciandosi avvolgere dal buio della disperazione, né dal canto delle sirene che arriveranno tempi migliori. Bisogna avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e trovare il modo di uscirne, cercando, magari, soluzioni diverse a quelle seguite fino ad oggi, con nell’animo lo spirito  del “ce la farò”.

 

Saro Trovato

6 giugno 2013

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