Natale in giallo: 16 libri crime da leggere e regalare

12 Dicembre 2025

Scopri dieci imperdibili gialli di Natale: tra case di campagna innevate, famiglie in conflitto e misteri sotto l’albero, il delitto fa brillare le feste.

Natale in giallo: 16 libri crime da leggere e regalare

Sotto la superficie rassicurante delle tradizioni natalizie, emergono avidità, gelosie tra parenti, antichi torti mai riparati; e a sedere al tavolo della Vigilia non è sempre e solo il sorriso di un Babbo Natale con una sacca piena di regali da consegnare al bimbo di turno.

Il delitto, in questo contesto, non è una stonatura: è la crepa che lascia entrare la verità.

La tradizione del crime natalizio nasce proprio da qui, dalle atmosfere ovattate della golden age inglese, dove il tè fumante conviveva con il veleno nel bicchiere e i canti di Natale facevano da colonna sonora alle indagini dell’ispettore di turno.

Nel tempo, il filone si è allargato: accanto ai classici in cui conti, segretarie e magioni di famiglia diventano teatro di misteri, sono arrivati i noir urbani, gli hardboiled americani, i gialli psicologici che usano il 25 dicembre non come sfondo decorativo, ma come detonatore emotivo.

In questo articolo speciale abbiamo raccolto storie molto diverse tra loro: indagini d’atmosfera che profumano di epoca d’oro, casi contemporanei tra commissariate italiani e negozi scintillanti, rompicapi a metà tra il gioco di società e l’escape room, antologie perfette da leggere un racconto alla volta durante le vacanze.

A unirli è proprio lui, il Natale

I protagonisti, chiamati a fare i conti con ciò che sono davvero, invitato a scoprire quanto poco basti perché una notte di pace si trasformi in un enigma da brividi.

Che siate lettori affezionati ai classici del mystery o in cerca di un romanzo da divorare tra un cenone e l’altro, questi titoli dimostrano che il delitto, sotto l’albero, è più in tema di quanto sembri.

Scopriamoli insieme!

“Un Natale di Maigret e altri racconti” di Georges Simenon

Per inaugurare un Natale in giallo non può mancare il commissario più malinconico e umano della storia del poliziesco: Jules Maigret. In “Un Natale di Maigret e altri raccontiGeorges Simenon porta il suo investigatore lontano dalle strade piovose di Parigi per rinchiuderlo, almeno in apparenza, tra le mura domestiche. È la mattina di Natale, Maigret sta cercando di godersi una giornata tranquilla con la moglie, quando alla porta si presenta una vicina agitata: la sua bambina giura di aver visto entrare in casa, dalla finestra, un Babbo Natale misterioso.

Da quel momento l’atmosfera di festa si incrina, e dietro la figura rassicurante dell’omone in rosso comincia a farsi strada il sospetto che ci sia qualcosa di molto meno innocente.

Simenon gioca con gli elementi del Natale – i regali, l’attesa dei bambini, il calore familiare – per costruire un racconto teso e allo stesso tempo intimista, dove il vero fulcro non è tanto il colpevole, quanto lo sguardo con cui Maigret osserva la fragilità dei suoi personaggi. Niente ricchi industriali o spietati criminali: al centro c’è “un poveraccio”, come dice l’incipit folgorante, la cui morte stona con il clima di festa e costringe il commissario a interrogarsi sulle ingiustizie silenziose che attraversano la vita quotidiana.

Accanto alla storia natalizia, il volume raccoglie altri racconti che mostrano diverse sfaccettature del personaggio: il Maigret paziente che ascolta, quello burbero che sbuffa davanti alle formalità, quello che intuisce il non detto più dalle pause che dalle parole. Proprio la forma breve permette a Simenon di concentrare in poche pagine atmosfere densissime, piccole tragedie umane colte nel momento in cui esplodono.

È un libro perfetto per chi vuole respirare l’aria delle feste senza rinunciare alle ombre, per chi ama i gialli d’ambientazione classica e per chi, magari davanti all’albero addobbato, ha voglia di incontrare Maigret nella sua versione più tenera e disincantata.

“Il talento del cappellano” di Cristina Cassar Scalia

Con “Il talento del cappellano” Cristina Cassar Scalia porta Vanina Guarrasi lontano dal consueto sole di Catania per immergerla in un inverno nevoso sull’Etna, dove l’atmosfera delle feste si tinge subito di nero. Tutto comincia in un vecchio albergo in ristrutturazione: il custode chiama la Mobile perché nel salone c’è il cadavere di una donna. Ma quando la polizia arriva, il corpo è sparito. Ventiquattr’ore dopo riaffiora in un luogo ancora più inquietante, il cimitero di Santo Stefano, il paese in cui vive Vanina.

Accanto a lei, un secondo morto: un monsignore molto amato e stimato dalla comunità. I due corpi sono stati disposti come in una coreografia macabra, tra fiori, lumini e addobbi natalizi, dentro una cappella che sembra allestita per una sacra rappresentazione.

Per la vicequestore Guarrasi il caso è un rompicapo delicatissimo: quando una delle vittime è un sacerdote, ogni pista rischia di trasformarsi in scandalo. A complicare il quadro ci sono i legami sotterranei tra la Chiesa locale, i poteri economici del territorio e un passato che nessuno ha voglia di rievocare, “un po’ come nella vita di Vanina”, costretta ancora una volta a fare i conti con le proprie ferite.

In questo intrigo la aiuta il commissario in pensione Biagio Patanè, vecchia volpe dal fiuto infallibile, che però tende a non avere troppa cura di sé, mettendo a rischio la propria salute pur di seguire le tracce dell’indagine.

Tra cimiteri innevati, cappelle addobbate come bancarelle di Natale e dialoghi punteggiati dall’ironia amara tipica della serie, “Il talento del cappellano” è un giallo che gioca con l’immaginario delle feste per mostrarne il rovescio più oscuro. Perfetto da regalare a chi ama i polizieschi italiani contemporanei, le protagoniste femminili fuori dagli schemi e i romanzi che sanno tenere insieme atmosfera, ritmo e un sottile disagio che resta addosso anche dopo l’ultima pagina.

“Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi” di Maurizio de Giovanni

In “Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi” Maurizio de Giovanni porta il suo investigatore più amato nel cuore di un Natale tutt’altro che rassicurante. Siamo a Napoli, dicembre 1931: mentre la città si prepara alla prima di Natale in casa Cupiello e il regime fascista impone un’illusione di ordine e prosperità, nelle case dei pescatori e nei vicoli popolari dilagano miseria, freddo, fame.

In un elegante appartamento affacciato su Mergellina vengono trovati i cadaveri di Emanuele Garofalo, funzionario della Milizia, e della moglie Costanza: lei sgozzata sull’ingresso, lui massacrato nel letto con decine di coltellate. Solo la figlia piccola si salva, perché a scuola. Una statuina di san Giuseppe infranta a terra e le ultime parole sussurrate dai morti – che Ricciardi, con il suo doloroso “dono”, può percepire – sono gli unici indizi concreti da cui partire.

L’indagine costringe il commissario e il brigadiere Maione a muoversi tra due città: quella elegante dei salotti fascisti e quella delle baracche sul mare, dove il Natale è solo un’altra data da sopportare. Il caso, intricato e politicamente delicato, si intreccia con la vita privata di Ricciardi, stretto fra la devozione silenziosa di Enrica e il fascino prorompente di Livia, in una rivalità sentimentale che accende il lato più umano del personaggio.

De Giovanni costruisce un giallo classico, a enigma, innestato però su un forte tessuto storico e sociale: il ritmo dell’indagine si alterna ai riti del presepe, alle bancarelle nei vicoli, ai pasti frugali delle famiglie povere, creando un contrasto potentissimo tra luci natalizie e ombre del regime.

Perfetto per chi cerca un Natale in giallo denso di atmosfera, malinconico e insieme pieno di calore umano, dove la ricerca della verità passa anche attraverso la compassione.

“A cena con l’assassino” di Alexandra Benedict

Per il nostro Natale in giallo, “A cena con l’assassino” è il titolo perfetto per chi ama i whodunit in stile classico ma con ritmo contemporaneo. La protagonista è Lily Armitage, decisa a non mettere mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia dove sua madre è morta vent’anni prima. Tutto cambia quando riceve una lettera della zia: come ogni anno, alla villa si terrà il Gioco di Natale, una sfida fatta di enigmi, indizi e trabocchetti. In palio c’è l’atto di proprietà della casa, ma soprattutto – le promette la zia – la verità sulla morte della madre.

Lily accetta controvoglia e si ritrova chiusa nella grande magione insieme ai cugini, tra camini accesi, addobbi scintillanti e tensioni mai risolte. Il gioco prevede dodici giorni, dodici chiavi e dodici indizi: un percorso a tappe che obbliga i partecipanti a collaborare e tradirsi, a riesumare ricordi e rancori.

Quando una tempesta di neve isola Endgame House dal resto del mondo, la sfida assume toni sempre più sinistri: gli incidenti si moltiplicano, qualcuno sembra disposto a tutto pur di vincere, e Lily capisce che tra gli invitati potrebbe nascondersi un assassino vero, non solo il “colpevole” del gioco.

Alexandra Benedict costruisce così un giallo natalizio che gioca con i codici del genere – la casa di famiglia piena di segreti, il cast di sospetti, gli enigmi da risolvere – e li aggiorna con dialoghi veloci, colpi di scena e un uso sapiente dell’ambientazione festiva: lucine, pranzi di famiglia, tombole e karaoke che diventano il contrappunto inquietante di una caccia al killer a tempo. Perfetto per chi sogna un Natale alla Agatha Christie, con l’albero addobbato, la bufera fuori dalle finestre e un mistero da risolvere prima che scocchi la mezzanotte.

“Il killer di Natale” di Alex Pine

Quello di Alex Pine è un Natale che sa di neve, di lucine alle finestre e di puro terrore. Ne “Il killer di Natale” seguiamo l’ispettore James Walker, poliziotto londinese trasferito con la moglie nel minuscolo villaggio di Kirkby Abbey, in Cumbria, per sfuggire alla vendetta di una gang criminale.

Tutto quello che desidera è un po’ di quiete, un albero addobbato e un pranzo in famiglia. Ma nove giorni prima di Natale davanti alla sua porta compare un pacco anonimo: dentro c’è una lettera che annuncia “Dodici giorni, dodici omicidi”. Da quel momento il conto alla rovescia comincia davvero.

Nella neve viene ritrovato il primo cadavere, mezzo congelato, mentre una tempesta sempre più violenta isola il paese dal resto del mondo. Walker si ritrova così intrappolato in una classica situazione da “villaggio chiuso”, dove chiunque può essere il prossimo bersaglio o lo stesso assassino, e ogni segreto di provincia diventa un possibile movente. Pine gioca con tutti gli ingredienti del thriller natalizio: strade imbiancate, pub affollati, vecchie ruggini di paese, famiglie che si ritrovano controvoglia sotto lo stesso tetto.

Il ritmo è scandito dal ticchettio dei giorni che mancano al 25 dicembre, mentre i delitti si moltiplicano e l’indagine di Walker si fa sempre più personale. Perfetto per chi cerca un giallo teso ma di facile lettura, con atmosfere da film di Natale virate al nero, questo romanzo trasforma il calendario dell’Avvento in una macabra serie di indizi e ti fa girare pagina dopo pagina per scoprire se il detective riuscirà a fermare il killer prima che sia troppo tardi.

“L’oratorio di Natale” di Göran Tunström

L’oratorio di Natale” di Göran Tunström è uno di quei romanzi che non sono propriamente natalizi, ma usano il Natale come punto di accensione emotiva. Victor, affermato musicista, torna d’inverno a Sunne, il paesino svedese dove è nato, per dirigere l’Oratorio di Natale di Bach. Sembra un semplice ingaggio musicale, invece quel concerto diventa il pretesto per riaprire tutte le ferite della sua storia personale.

Da qui il libro si apre in un lunghissimo flashback: attraverso i ricordi di Victor e le vite delle persone che lo circondano, Tunström costruisce il ritratto di una comunità sperduta tra neve, foreste e silenzi, in cui però brulicano desideri, rancori, passioni mai dette.

Al centro c’è la memoria di un grande amore e di una perdita devastante, che ha segnato il protagonista e continua a determinare ogni sua scelta. Intorno a lui si muove un coro di personaggi – amici, parenti, abitanti del paese – che entrano ed escono dalla scena come voci di una partitura, ciascuno con il proprio assolo di felicità mancata o di attesa ostinata.

Il lavoro della piccola corale cittadina, intenta a preparare l’Oratorio, fa da filo narrativo e metafora: provare e riprovare le parti, trovare l’intonazione giusta, accettare la propria voce dentro un insieme più grande diventa il modo in cui i protagonisti cercano di fare pace con il passato. Lo stile di Tunström è lirico ma mai stucchevole, capace di alternare momenti di tenerezza a lampi di ironia, con un’attenzione quasi musicale al ritmo delle frasi.

È un libro perfetto per chi, a Natale, non cerca soltanto lucine e buoni sentimenti, ma una storia intensa sull’amore, il lutto e la possibilità – fragile ma reale – di ricominciare, lasciando che sia la musica a tenere insieme i pezzi.

“Intrigo a Londra. Un mistero di Natale” di Mary Kelly

Con “Intrigo a Londra. Un mistero di Natale” entriamo in pieno clima da giallo classico britannico: Londra anni Cinquanta, tre giorni alla vigilia, una città fredda, nebbiosa eppure avvolta da quell’aria sospesa che solo il Natale sa creare. L’incanto però si incrina presto. In uno squallido appartamento di Islington viene ritrovato il corpo di Olga Karukhin, anziana principessa russa fuggita anni prima dalla Rivoluzione. Ha vissuto a lungo in povertà dignitosa, custodendo un baule pieno di gioielli di famiglia che adesso, improvvisamente, sono scomparsi. E con loro è sparito anche il nipote Ivan, unico parente e possibile erede.

A indagare sul delitto sono l’ispettore capo Brett Nightingale e il sergente Beddoes, una coppia di investigatori molto “British Library”: niente effetti speciali, ma metodo, dialoghi serrati e una lenta immersione nelle ombre della capitale. Il biglietto con il nome di un gioielliere trovato nella stanza della vittima apre una pista fatta di furti seriali, oggetti d’arte di grande valore e personaggi che sembrano usciti da un vecchio film in bianco e nero: commercianti ambigui, vicini troppo curiosi, figure della diaspora russa che portano con sé segreti e ferite del passato.

Perfetto per chi ama i crime d’atmosfera più che d’azione, il romanzo gioca sulla contrapposizione fra la luce delle decorazioni natalizie e il buio morale che si annida nelle case e nei cuori. C’è la Londra dei negozi illuminati e quella degli appartamenti freddi, delle solitudini, dei fantasmi della guerra.

“Intrigo a Londra” è il libro giusto se cerchi un Natale in giallo elegante, classico, fatto di deduzione, interrogatori e piccoli indizi da ricomporre, con l’eco malinconica di una città che festeggia cercando di dimenticare ciò che ha perduto.

“Delitti di Natale” AA.VV.

In “Delitti di Natale”, pubblicato da Polillo nella storica collana “I bassotti”, il Natale perde subito l’aura rassicurante dei film pieni di lucine e canzoncine, per tornare al suo lato più ambiguo: quello delle case isolate nella neve, delle famiglie riunite attorno a un pranzo fin troppo perfetto, dei regali che nascondono sorprese tutt’altro che innocue.

È un’antologia di racconti gialli natalizi firmati da grandi maestri del mystery classico, in cui ogni storia prende le premesse tipiche della festa – l’albero addobbato, i pacchetti colorati, la tavola imbandita, il caminetto acceso – e le rovescia con un singolo dettaglio stonato: una collana che scompare durante la cena, impronte solitarie che si allontanano da un uomo ucciso lasciando la neve intatta, un ospite in più che forse non è stato invitato.

Il fascino del libro sta proprio in questo contrasto costante tra atmosfera calorosa e brivido improvviso. I racconti si muovono tra salotti borghesi, villaggi di campagna e residenze di provincia, seguendo investigatori diversi per stile e temperamento, ma accomunati dalla stessa sfida: riportare l’ordine in un giorno che, per definizione, dovrebbe essere consacrato alla pace.

Il lettore viene accompagnato di sorpresa in sorpresa, tra enigmi della “camera chiusa”, furti impossibili, omicidi che sembrano incidenti e piccoli misteri domestici in cui quasi tutti hanno qualcosa da nascondere.

“Delitti di Natale” è il libro ideale per chi ama il giallo all’inglese e le raccolte da assaporare un racconto alla volta, magari proprio nelle vacanze, quando si ha voglia di letture brevi ma atmosferiche.

Non cerca l’eccesso di sangue o il ritmo del thriller moderno: punta piuttosto sull’eleganza dell’intreccio, sull’ironia leggera e su quella sottile inquietudine che fa guardare con un po’ più di sospetto sia i pacchetti sotto l’albero sia i commensali seduti a tavola. Perfetto regalo per chi non rinuncia al mistero nemmeno la notte di Natale.

“Una notte con l’assassino” di Andreina Cordani

Una notte con l’assassino” di Andreina Cordani porta il Natale nel territorio più insidioso del giallo da camera chiusa. Siamo a Londra, all’Emporium, un negozio di regali nascosto tra le viuzze della città, specializzato in oggetti artigianali introvabili.

È la tipica ambientazione da sogno: il vischio che pende dalle travi di legno, le luci che scintillano nelle vetrine, il camino acceso, l’atmosfera calda e ovattata che promette una serata esclusiva. Un piccolo gruppo di clienti selezionati è invitato dal proprietario, il signor Verity, a trascorrere lì un evento speciale dopo l’orario di chiusura.

Quello che sembra un privilegio natalizio, però, si trasforma presto in incubo. Quando il negozio viene chiuso dall’interno e gli ospiti scoprono di non poter più uscire, il dubbio lascia spazio al panico. Verity scompare nel nulla, le spiegazioni non arrivano e l’aria festosa si fa via via più pesante, fino a diventare claustrofobica.

L’Emporium, con i suoi soppalchi, le stanze segrete e soprattutto la “casetta di Babbo Natale”, diventa un labirinto di sospetti: qualcuno mente, qualcuno sa più di quanto dice, e tra scaffali e pacchetti infiocchettati potrebbe nascondersi un assassino.

Cordani gioca con più punti di vista, incastrando passato e presente e costruendo un meccanismo a orologeria fatto di rivelazioni progressive, vecchi rancori, segreti di famiglia. La “notte con l’assassino” diventa così un continuo ribaltamento di ruoli: vittime e possibili colpevoli si scambiano di posto, mentre il lettore è invitato a interrogarsi su chi meriti davvero fiducia.

Il tono resta quello del giallo classico — ambiente chiuso, gruppo ristretto di sospettati, indizi disseminati con cura — ma rivestito di luci natalizie e di una tensione psicologica molto contemporanea. Alla fine, solo chi sopravvivrà potrà ricordare questo Natale: per tutti gli altri, il rosso delle decorazioni rischia di confondersi con quello del sangue.

“Natale con delitto” di Moray Dalton

In “Natale con delitto” di Moray Dalton l’atmosfera perfetta del giallo classico inglese incontra il clima delle feste. Siamo a pochi giorni dal 25 dicembre e i coniugi Tunbridge organizzano nella loro villa di campagna, Laverne Peveril, una serata in maschera con tanto di gioco al buio: gli ospiti devono nascondersi nelle stanze e nei corridoi della casa mentre le luci sono spente, in attesa del segnale che decreta la fine della partita. Quando però la corrente torna, il divertimento si incrina all’istante.

Hugh Darrow, amico di vecchia data del padrone di casa e cieco dalla guerra, riappare con il costume da Pierrot completamente imbrattato di sangue: nel nascondiglio che ha scelto si è trovato faccia a faccia con un cadavere.

La vittima è Edgar Stallard, scrittore di gialli con una reputazione piuttosto ambigua, divisa tra flirt e piccoli ricatti. Il sergente Lane viene chiamato a indagare insieme a Hugh Collier, ispettore di Scotland Yard in vacanza: una coppia investigativa che sembra perfetta, ma l’intromissione di Collier non è ben vista dai superiori di Lane, e il caso finisce per complicarsi ulteriormente.

L’unica soluzione è rivolgersi a Hermann Glide, investigatore privato dall’intuito infallibile, che dovrà districarsi fra alibi, vecchi rancori e segreti di famiglia per capire chi, tra gli ospiti della festa, aveva un motivo per trasformare un gioco natalizio in un omicidio. Tra neve, camini accesi e tensioni a fior di pelle, “Natale con delitto” offre un puzzle elegante e atmosferico, perfetto per chi ama i misteri sotto l’albero.

“Omicidio al Noah’s Ark” di Molly Thynne

In “Omicidio al Noah’s Ark” Molly Thynne porta il lettore in uno degli scenari più classici del giallo natalizio: una locanda isolata dalla neve, un gruppo di sconosciuti costretti a convivere e un delitto che incrina l’illusione di tregua delle feste. Siamo negli anni Trenta e il giovane scrittore Angus Stuart sceglie il Noah’s Ark, albergo sperduto e un po’ fuori dal tempo, per trascorrere un Natale lontano dalle consuetudini familiari.

L’abbondante nevicata che taglia fuori la locanda dal resto del mondo sembra inizialmente un dettaglio pittoresco: il fuoco nel camino, gli ospiti raccolti nella sala comune, i brindisi improvvisati. Ma quando nella notte un omicidio scuote la quiete apparente, quel paesaggio da cartolina si trasforma in una trappola. Nessuno può entrare o uscire, e l’assassino non può che trovarsi tra le persone riunite lì dentro.

Da questo momento la tensione cresce a ogni ora che passa: emergono vecchie antipatie, piccoli segreti, rivalità sopite. Thynne costruisce un classico gioco a incastri in puro stile Golden Age, fatto di interrogatori serrati, alibi che si sgretolano e indizi nascosti nei dettagli più quotidiani. L’atmosfera natalizia non è solo sfondo decorativo, ma moltiplica il senso di straniamento: tra canti, pacchetti e decorazioni, i personaggi sono costretti a fare i conti con la paura e il sospetto.

Il risultato è un giallo d’atmosfera, perfetto per chi ama le camere chiuse e i misteri di campagna alla Christie, con quel pizzico di nostalgia che solo i vecchi alberghi di provincia, circondati dalla neve, sanno evocare. Un “Natale con delitto” dal sapore classico, da leggere tutto d’un fiato accanto all’albero.

“Miss Winter in biblioteca con un coltello” di Martin Edwards

In “Miss Winter in biblioteca con un coltello” Martin Edwards gioca a reinventare il giallo classico trasformandolo in un grande gioco di società natalizio. Sei persone, tutte in crisi professionale e in qualche modo legate al mondo della scrittura, ricevono un invito misterioso dalla Fondazione Midwinter: trascorrere le feste in un villaggio remoto tra i Pennini del Nord e partecipare a una sfida esclusiva.

L’obiettivo, almeno sulla carta, è risolvere il finto omicidio di una celebre autrice di gialli: chi indovinerà colpevole, movente e dinamica vincerà un premio capace di cambiare per sempre il proprio destino.

Il villaggio innevato, la grande casa isolata, l’arrivo di una tempesta che taglia i contatti con il resto del mondo costruiscono il perfetto scenario da “closed circle mystery”. Sei membri dello staff della Fondazione vigilano sul rispetto delle regole, i concorrenti vengono messi alla prova con indizi, enigmi e prove di logica, in un’atmosfera che ricorda i giochi da tavolo alla Cluedo e i romanzi della Golden Age britannica.

Ma la prudenza non è mai troppa: quando la neve aumenta e le tensioni tra i partecipanti si fanno più fitte, diventa chiaro che non tutti sono lì solo per divertirsi. Qualcuno ha un’agenda nascosta, e il rischio che il delitto finto si trasformi in un omicidio reale cresce pagina dopo pagina.

Edwards firma un giallo natalizio meta-letterario, pieno di strizzate d’occhio agli amanti del genere: citazioni, archetipi ribaltati, giochi di ruolo, doppi fondi narrativi. Perfetto per chi, sotto l’albero, ama le atmosfere innevate, i cast di sospettati variegati e la sensazione di essere a propria volta un concorrente, intento a seguire le tracce per arrivare alla soluzione prima dell’ultima pagina.

“La mattina del 25 dicembre” di C. H. B. Kitchin

In “La mattina del 25 dicembre” C. H. B. Kitchin confeziona uno di quei gialli natalizi che partono in sordina, tra luci e addobbi, per poi scivolare lentamente nell’inquietudine. Protagonista è Malcolm Warren, giovane agente di cambio londinese che, alla vigilia delle feste, sogna solo un po’ di pace dopo settimane di lavoro frenetico. Con la famiglia in vacanza in Francia, accetta l’invito di un ricco cliente, Axel Quisberg, a trascorrere la vigilia a Beresford Lodge, una grande residenza di campagna dove il Natale dovrebbe avere il sapore classico di camini accesi, giochi di società e conversazioni brillanti.

In realtà il padrone di casa deve assentarsi per un affare improvviso, e a occuparsi degli ospiti è la moglie Letty, costretta a gestire un gruppo decisamente male assortito di invitati, con tensioni sotterranee e piccoli rancori che affiorano tra un brindisi e l’altro. Dopo cena, il clima già un po’ forzato degenera in un chiassoso “gioco delle sedie” che si conclude con la caduta di Malcolm e un polso slogato.

Nulla che una fasciatura e un sonnifero non possano sistemare, almeno fino al mattino di Natale: al risveglio, affacciandosi alla finestra, il giovane vede il corpo immobile della signora Harley, l’ospite che dormiva al piano di sopra, adagiato sulla balaustra del balcone. Tutti parlano di incidente, forse legato al sonnambulismo della donna, ma qualcosa non torna: in quella villa elegante e isolata, tra parenti, amici e presunti conoscenti, ognuno sembra avere qualcosa da nascondere.

Kitchin gioca con i codici del giallo della Golden Age – casa chiusa, numero limitato di sospetti, indizi disseminati con astuzia – e li inserisce nella cornice ovattata del 25 dicembre, trasformando il giorno per eccellenza della pace familiare in un momento di sospetto, ipocrisie e verità scomode. Un romanzo perfetto per chi ama i misteri d’atmosfera, più psicologici che sanguinosi, e vuole un Natale in compagnia di un enigma da risolvere.

“Natale con delitto” di Mavis Doriel Hay

In “Natale con delitto” Mavis Doriel Hay porta il lettore in una tipica dimora di campagna inglese, Flaxmere, dove il Natale è tutto fuorché pacifico. Al centro della scena c’è Sir Osmond Melbury, ricco aristocratico dal carattere tirannico: nelle relazioni pretende obbedienza, efficienza, lealtà, e poco importa se in famiglia a regnare siano in realtà rancori e frustrazioni.

I figli – un maschio e quattro femmine, con relativi coniugi – conoscono bene il suo temperamento, ma ogni anno si piegano al rituale delle feste nella casa paterna, convivendo per qualche giorno in un’atmosfera sempre più carica di tensione.

Quest’anno, però, c’è un elemento di disturbo in più: Sir Osmond ha invitato anche la giovane e affascinante segretaria, Miss Portisham. La sua presenza fa subito nascere sospetti e gelosie: vuole forse conquistare il vecchio per mettere le mani sulla sua fortuna? Mentre i giorni scorrono tra convenevoli, frecciate velenose e piccoli incidenti, il clima si fa via via più teso, fino all’inevitabile esplosione: Sir Osmond viene trovato morto nel suo studio, ucciso da un colpo di pistola.

Suicidio o omicidio? E, se è un delitto, come è possibile che nessuno degli ospiti abbia visto o sentito nulla? Quasi tutti, del resto, avrebbero qualcosa da guadagnare dalla scomparsa del patriarca. A sciogliere l’enigma è chiamato il colonnello Halstock, commissario capo della contea, che dovrà farsi strada tra segreti vecchi e nuovi, mezze verità, alibi traballanti e un muro di omertà familiare.

Hay costruisce un giallo natalizio da manuale, dove l’ambientazione innevata e l’apparente calore domestico fanno da contrasto a un intreccio di avidità, ipocrisia e risentimenti: dietro le luci dell’albero e i canti di Natale, si nasconde un assassino freddo e ingegnoso, pronto a colpire proprio nel giorno più atteso dell’anno.

“Una notte di Natale a New York” di Henry Kane

Peter Chambers, investigatore privato di New York con un debole per i casi complicati e per le donne affascinanti, si ritrova coinvolto in una vigilia di Natale molto più movimentata del previsto. Tutto comincia quando la collega Gene Tiny – brillante, spregiudicata e un po’ troppo incline ai bicchieri di troppo – gli chiede un favore: sostituirla in un delicato incontro d’affari tra un boss della malavita, Barney Bernardino, e uno scienziato misterioso, Sheldon Talbot, creduto morto da anni e invece vivo e nascosto sotto falso nome.

Gene però viene arrestata per guida in stato di ebbrezza e Chambers si ritrova da solo a gestire una faccenda che, sulla carta, dovrebbe essere semplice, ben pagata e rapida da sbrigare.

Non appena mette piede nell’appartamento di Talbot, l’investigatore capisce che qualcosa è andato terribilmente storto: il “finto morto” stavolta è morto davvero, e lui si ritrova nel mezzo di un intrigo che mescola antichi gioielli rubati, gangster dal grilletto facile, poliziotti sospettosi e un piccolo esercito di femme fatale, ognuna con il proprio segreto e il proprio tornaconto.

Mentre le luci natalizie illuminano Manhattan e la neve cade sulle strade di Rockefeller Center, Chambers dovrà correre contro il tempo per non diventare il capro espiatorio perfetto e per capire chi stia usando chi, in un gioco di doppi fondi degno della migliore tradizione hardboiled.

Pubblicato nel 1951, “Una notte di Natale a New York” è un noir brillante e frizzante, che unisce atmosfera natalizia da cartolina e dialoghi taglienti, regalando al lettore un Natale pieno di ritmo, pallottole e scintille di humour.

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