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Naipaul e Nesi, la letteratura di qualità protagonista alla Milanesiana 2012

Cosa rappresenta un paese come l'India oggi, quale importanza riveste il passato ed il lasciare un segno attraverso le proprie opere, cosa raffigura l'imperfezione nell’arte. Su questi temi si sono confrontati venerdì, presso la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, due tra i protagonisti della letteratura internazionale: Vidiadhar Surajprasad Naipaul, scrittore trinidadiano di origine indiana e premio nobel per la letteratura 2001, ed Edoardo Nesi, scrittore e regista italiano e Premio Strega 2011...

I due prestigiosi autori hanno discusso e si sono confrontati su temi riguardanti l’attualità, l’arte e la letteratura 

 

MILANO – Cosa rappresenta un paese come l’India oggi, quale importanza riveste il passato ed il lasciare un segno attraverso le proprie opere, cosa raffigura l’imperfezione nell’arte. Su questi temi si sono confrontati venerdì, presso la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, due tra i protagonisti della letteratura internazionale: Vidiadhar Surajprasad Naipaul, scrittore trinidadiano di origine indiana e Premio Nobel per la letteratura 2001, ed Edoardo Nesi, scrittore e regista italiano e Premio Strega 2011. I due autori sono stati protagonisti dell’incontro, moderato da Luca Cendali, intitolato “L’India e noi: perfezione e imperfezione”, uno degli appuntamenti clou della Milanesiana 2012, rientrante nel ciclo di incontri “l’Aperitivo con gli autori”.

L’INDIA OGGI – Il moderatore chiede agli autori come vedono l’India oggi. Parte da Naipaul autore di numerose pubblicazioni dedicate alla sua terra d’origine, tra i quali spiccano “Un’area di tenebra” e “Una civiltà ferita: l’India”. “E’ una domanda troppo ampia per rispondere semplicemente – afferma il premio nobel 2001 – C’è uno sviluppo economico, ma molto è stato tralasciato. Sono tornato sull’argomento perché spesso nella mia scrittura ho l’impressione di non essere riuscito a completare l’argomento, quindi ci ritorno con altri libri, in cui analizzo punti di vista diversi. Nel primo libro parlavo della scoperta dell’India, mentre nel secondo parlavo degli effetti della storia sull’India. Il paese va capito osservando ciò che è successo alla sua gente.” Una passione, per l’India, condivisa anche da Nesi. “Non sono mai stato in India. Il fascino nei confronti di questo paese nasce da immagini, foto, dall’idea che ho di questo territorio: un posto straordinario per un occidentale per perdersi, o forse ritrovare qualcosa. Ho una forte fascinazione per i colori, le persone e la loro alienità. Per me l’India è il paese dell’anima.”

LASCIARE IL SEGNO – Il confronto tra gli autori si sposta su un altro tema: l’importanza di lasciare il segno nello scrivere. Naipaul non lo ritiene fondamentale. “Sono soddisfatto di scrivere libri validi, che lasciano il lettore con qualcosa in più. Non ho un’idea astratta della scrittura, non ho grandi idee sul suo scopo.” Nesi sottolinea l’importanza di scrivere per raccontare ciò che si ha dentro. “Quando ho scritto “Storia della mia gente”, mi sono accorto che, per quanto il lettore deve vivere il libro come se fosse suo, occorre comunque raccontare tutto ciò che si vuole dire di sé, ciò che ti tormenta e ti piace, trattando anche temi difficili come raccontare la felicità e la gioia, senza pudore. Occorre raccontare tutto senza tenersi nulla dentro.”

 

PARLARE DEL PASSATO – Il premio nobel 2001 Naipaul spiega come, nei suoi libri, preferisca parlare del presente e non del passato. “Non credo il mio passato sia interessante per le persone. La cosa più interessante è cosa si è. Non ci si deve innamorare del proprio passato. Occorre sempre cercare di esprimere l’essenza della propria vita. La scrittura è qualcosa di istintivo. Bisogna scoprire per cosa si è nati, capire qual è la propria vocazione, che per me è il dharma.” Anche il vincitore del Premio Strega 2011 spiega la sua concezione del passato. “Come successo a molti italiani, la mia vita è cambiata negli ultimi anni. Quando muti, il tuo passato diventa molto più interessante. Esso è utile come aspirazione letteraria, ma non di vita.”

LA BELLEZZA DELL’IMPERFEZIONE – I libri di Naipaul sono stati tradotti in diverse lingue. Edoardo Nesi chiede all’autore di origini indiane l’importanza della traduzione, l’unico modo per portare a noi le opere di scrittori stranieri. Il premio nobel parla della sua esperienza ”Quando ho iniziato a leggere le opere tradotte, mi sono reso conto che alcuni traduttori, quando non riuscivano a tradurre una frase, tralasciavano l’intero paragrafo. Il miglior traduttore è colui che da l’illusione di ricreare una lingua, in modo tale che il lettore si muovi bene all’interno dell’opera, comprendendone i significati.” La domanda finale è di Luca Cendali riguarda il tema centrale della Milanesiana: l’imperfezione. Naipaul afferma come secondo lui la bellezza delle opere d’arte consista nell’impossibilità di definirle perfette. “Sono centinaia le scelte che ogni artista può fare. Sono perfette le forme geometriche, ma non i quadri, creati attraverso le pennellate interrotte di un pittore. Lo stesso vale per la scrittura: c’è sempre un modo diverso per scrivere una frase o sviluppare un’idea.”

LEGGERE SALVA LA VITA – Terminato l’incontro, abbiamo intercettato Edoardo Nesi per chiedergli un giudizio sulla serata finale da poco conclusasi del Premio Strega, che l’ha visto presidente di giuria. “E’ stata una gara appassionante. Era difficile attendersi che nelle ultime 80 schede si capovolgesse la proporzione dei voti arrivati fino a quel momento. E’ stata un’esperienza bella per me, interessante per il pubblico, più difficile da accettare per chi non ha vinto.” Un commento, infine, sull’importanza di promuovere la lettura attraverso queste manifestazioni. “Il Premio Strega, come la Milanesiana, sono eventi che aiutano tanto per la promozione la lettura. Ce ne dovrebbero essere altri così. E’ molto importante vedere tutto questo interesse verso la lettura, che rappresenta uno dei piccoli antidoti alle tragedie del Paese di oggi. Tutto ciò che aiuta a far leggere le opere di autori di qualità sono un’iniezione di forza per la società. Quando non si legge, ci si perde una grandezza che dovremmo condividere. Leggere ti salva la vita, la mia vita l’ha salvata.”

 

7 luglio 2012

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