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Monica Setta e le sue Storie di ragazzi, “I giovani amano leggere, bisogna solo saperli incuriosire’

Ballerini, aspiranti chef, cantanti, sballati. La televisione oramai ci ha abituato ad ascoltare storie di ragazzi tutte impostate su un determinato tipo: quelle di giovani sballati o di giovani prodigio. Ma la normalità dove sta? Una domanda che si è posta la giornalista ...

”Storie di ragazzi” è un programma di successo di Rai Gulp condotto dalla giornalista Monica Setta. Premiato dal MOIGE per la qualità degli argomenti, ora, ”Storie di ragazzi” diventa anche una raccolta editoriale in sei volumi

 

MILANO – Ballerini, aspiranti chef, cantanti, sballati. La televisione oramai ci ha abituato ad ascoltare storie di ragazzi tutte impostate su un determinato tipo: quelle di giovani sballati o di giovani prodigio. Ma la normalità dove sta? Una domanda che si è posta la giornalista Monica Setta, conduttrice su Rai Gulp del programma “Storie di Ragazzi” che ora presenta la raccolta editoriale in sei volumi di tutte queste “normali” avventure dei giovani d’oggi: famiglia, sport, amori, amicizia, scuola. “Se fossi un’adolescente, mi piacerebbe leggere i libri che parlano di ragazzi come me”. Per scoprire qualcosa di più su questi sei libri, abbiamo parlato con l’autrice. Ed ecco cosa ci ha raccontato

Un successo televisivo, quello di Rai Gulp, diventato anche un progetto editoriale con una collana di libri che raccoglie tutte le interviste che lei ha fatto. Un percorso che va quasi controcorrente rispetto a quello che siamo abituati a vedere: ovvero che il mondo dei ragazzi, solo una parte però, sia solo un prodotto puramente televisivo. Perché lei ha deciso di optare per una raccolta di libri? Che potere hanno sui giovani?

Sono convinta che i bambini, appena imparano a leggere, devono essere abituati dalla famiglia e dalla scuola ad avere fra le mani un libro. Non importa che sia una favola o una raccolta di poesie: l’importante ė che interiorizzino, fin da piccoli, l’attitudine alla lettura, alla conoscenza, alla scoperta. Le mie ‘ Storie di ragazzi’ sono ispirate a personaggi reali ma vengono da me ‘ romanzate’ in modo da essere ‘ digeribili’ e soprattutto non noiose per la fascia di età che va dagli 11 ai 17 anni. Se fossi una adolescente, mi piacerebbe leggere le storie dei miei coetanei per sapere quanto sono simile e quanto diversa da loro. Sono storie godibili, veloci, avvincenti. C’è sempre una ‘ sceneggiatura’ e un finale a sorpresa!

 

Storie di ragazzi è una raccolta di libri che mette in luce diverse tematiche: dai problemi di estetica, ai rapporti di amicizia e amore, allo sport, fino a scuola e famiglia. Qual è la storia che più l’ha colpita?

Sono tutte belle e intense le storie pubblicate nei miei 6 volumi. Ma forse la storia del bambino di 10 anni, Gabriel che ha subito nella sua giovanissima vita oltre 20 operazioni, è la più coinvolgente dal punto di vista emotivo. Ho incontrato Gabriel al Bambin Gesù, era in attesa di un doppio trapianto ai reni, ma giocava, rideva, scherzava. E dava forza alla sua mamma e a tutti i ragazzini ricoverati nella sua corsia d’ospedale. Aveva un sogno. Riuscire a vedere Roma come un turista qualsiasi e non come un malato. Ce l’ha fatta, non c’è stato il rigetto del doppio trapianto, ha fatto una convalescenza ma, uscendo per tornare a casa, in Abruzzo, ha fatto tappa al Colosseo e si è divertito moltissimo!

 

“Per l’affascinante viaggio-inchiesta nel quale emerge un universo giovanile composito, ma vivo e pulsante” con questa motivazione il suo programma è stato premiato dal MOIGE. Dal 1 novembre è tornata in tv con una nuova edizione: quali sono le novità, quali le tematiche che andrà ad affrontare?

Sono molto fiera del premio del MOIGE perché so che è frutto di una lunga attenzione di tutto il palinsesto! Nell’edizione che è ripartita il 1 novembre e va in onda tutti i sabati alle 18.20 ci occuperemo di volontariato raccontando storie di ragazzini che hanno frequentato i campus di Legambiente, ma anche di talent con le testimonianze di bambini che hanno partecipato allo Zecchino d’oro o sono campioni di danza hip hop. Andremo ad approfondire storie di malattia con alcune testimonianze realizzate all’istituto tumori di Milano e incontreremo i giovani partecipanti a Masterchef junior. Insomma, tante novità. 

 

Lei è molto vicina ai giovani. Che rapporto c’è, secondo lei, tra i ragazzi e i libri?

Un rapporto più bello di quello che apparentemente si dice che sia: i ragazzi sono attratti dai libri, basta che li sí incuriosisca in modo delicato e divertente. Già studiano a scuola sui sussidiari, quando sono liberi, per scegliere il libro di carta al…tablet e alla navigazione via Internet, è importante che si tratti di libri interessanti. Spero che le mie ‘ Storie di ragazzi’ possano finire nelle mani di un vasto pubblico di ragazzini, lo dico con una punta di immodestia…se ne innamoreranno e vorranno accendere la tv sintonizzati su Rai Gulp!

 

Grazie al suo programma e ai suoi sei libri, ancora una volta è riuscita a dare voce a tutti questi giovani, alle loro speranze e ai loro problemi. I giovani, come vuole farci credere la televisione, sono  solo proiettati al ballo e al canto. Secondo lei, perché emerge solo questo aspetto dei ragazzi? Qual è il problema, e come si potrebbe risolvere?

Emerge solo questo aspetto mediaticamente perché viviamo in un mondo che pecca di adultismo cioè vive a misura di adulto. I ragazzi devono sono scimmiottare gli adulti per fare notizia e dunque spesso vengono strumentalizzati dalla tv che ce li propone cantanti, ballerini, aspiranti chef, mai bambini e adolescenti normali come dovrebbero essere. Ecco io da madre non avrei mai mandato mio figlio in tv a cantare giudicato magari da adulti: troppa esposizione, troppa poca delicatezza!

 

Nei suoi libri, come detto prima, si affrontano diverse tematiche ma un problema comune che affligge tutti i giovani di oggi è il futuro. Lei che ha avuto modo di incontrare tanti ragazzi in tutta Italia, che idea si è fatta?

Mi sono fatta l’idea che i ragazzini normali sognino un futuro ‘ normale’ fatto di famiglia, lavoro, amori, amicizie. Il fenomeno delle baby squillo, degli adolescenti impasticcati che si sballano il sabato sera, ē appunto la punta dell’iceberg. Ē quello che finisce in prima pagina ma rappresenta l’assoluta minoranza. La maggioranza dei ragazzini invece ha altri problemi: scuola, studio, relazioni con i compagni, con la famiglia etc. La grande avventura dei ragazzi ē quella di vivere, una cosa infinitamente meno accattivante dei titoloni da prima pagina o da Tg ma molto difficile per chi la vive. Noi come adulti dovremmo aiutare questi ragazzi a vivere in modo autonomo e sereno. In una parola: normale. 

 

5 novembre 2014

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