Il mistero: chi siamo? 3 libri per scoprirlo

5 Novembre 2025

tre libri per scoprire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando, come disse Gaguen dipingendo la sua opera più famosa. Un mistero in tre libri.

Il mistero: chi siamo? 3 libri per scoprirlo.

Chi siamo da dove veniamo dove stiamo andando? Così s’intitola il bellissimo, enigmatico e monumentale dipinto di Paul Gauguin: i colori terrosi, l’ambientazione esotica della Polinesia, l’idolo con le braccia alzate e le figure umane che vivono le diverse fasi della vita.

Gauguin stesso, al culmine di una profonda crisi esistenziale, lo interpretò come il suo testamento filosofico, leggendolo da destra a sinistra, seguendo i tre quesiti fondamentali incisi nell’angolo in alto a sinistra.

Sono le domande tipiche dell’essere umano, quelle che non hanno una vera risposta, quelle che i primitivi hanno fatto di fronte al ciclo eterno di nascita, vita e morte, e che tutt’oggi continuiamo a indagare: un mistero profondo di fronte al quale restiamo muti.

Ma se la crisi esistenziale di Gauguin, la sua ricerca di un “paradiso perduto” e il tentativo di cogliere l’essenza della vita in una cultura incontaminata, venne tutto racchiuso nelle pennellate dei suoi dipinti, noi siamo qui per parlarvi di quegli autori che della lingua hanno fatto il loro pennello, offrendo 3 libri illuminanti per scandagliare il grande enigma.

Nonostante i progressi della scienza e della tecnologia, queste domande fondamentali continuano a risuonare, spingendoci a cercare significato al di là della materialità. La filosofia, la scienza e, in particolare, la letteratura sono i veicoli che, generazione dopo generazione, tentano di rispondere al quesito più antico: qual è il senso di tutto questo?

Sulle tracce del mistero

“Il mistero delle origini dell’uomo” di Massimo Polidoro

Se l’arte ci interroga, la pagina scritta tenta di darci degli strumenti per rispondere. Molti pensatori, infatti, hanno affidato alle pagine di libri illuminanti la loro indagine sul nostro essere qui. Iniziamo dal quesito delle origini, dunque: “da dove veniamo?”, la domanda che lo studioso e divulgatore Massimo Polidoro affronta con rigore nel suo libro, “Il mistero delle origini dell’uomo”. Un viaggio nel tempo per comprendere chi siamo e dove stiamo andando.

Polidoro non offre un semplice racconto divulgativo, ma un invito a riflettere — come tipico del suo stile — sulla fragilità e sulla straordinarietà della nostra esistenza.

Attraverso un viaggio che tocca l’evoluzione darwiniana, l’analisi del DNA antico e lo studio dei climi passati, il libro svela come il nostro esserci sia il frutto di un’immensa e delicata coincidenza biologica. La scienza, dunque, ci ricorda che non ci stava nessuno “aspettando”.
Ma la vera forza di questo lavoro risiede nel legame con la terza domanda di Gauguin: dopo aver compreso la contingenza del nostro essere qui, la scienza ci mette di fronte a un monito urgente. Come avvertono alcuni studi, dopo quasi un milione di anni, la nostra specie potrebbe trovarsi sull’orlo dell’estinzione. Per la prima volta, l’equilibrio della nostra sopravvivenza dipende essenzialmente da noi, rendendo la risposta a “dove stiamo andando?” un atto di responsabilità.

“Sull’eguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane” di Carlo Rovelli

Ma il viaggio di scoperta non si ferma all’evoluzione biologica; per comprendere il nostro posto nel mondo, dobbiamo sondare la natura stessa della realtà fisica. A coltivare questo shock permanente, fatto di stupore e vertigine, è il fisico Carlo Rovelli che, nel suo saggio “Sull’eguaglianza di tutte le cose”, ci pone dinanzi alla più allarmante implicazione della grande rivoluzione scientifica in corso: l’impossibilità di trovare un fondamento ultimo della realtà.

Rovelli, con leggerezza, si muove fra gli abissi speculativi della relatività quantistica, senza paura di toccarne il fondo – anche perché quel fondo, ci dice, non esiste. La realtà è fatta di “accadimenti, eventi discontinui, probabilistici, impermanenti” che esistono solo in relazione l’uno all’altro. Questo pensiero, che può sembrare destabilizzante, è in realtà liberatorio.

Accogliendo l’incertezza come cuore della conoscenza e vedendo l’intricata “trama fine” del mondo, si giunge all’“eguaglianza di tutte le cose”: elettroni e mente, sassi e leggi, giudizi e galassie non sono di natura essenzialmente diversa gli uni dagli altri. Proprio come il personaggio di un racconto di Zhuangzi che non sa più se è l’uomo a sognare la farfalla o viceversa, anche noi, grazie alla meccanica quantistica, possiamo dirci per la prima volta liberi di percorrere strade veramente ignote.

“La sesta estinzione: una storia innaturale” di Elizabeth Kolbert

Il libro di Elizabeth Kolbert, vincitore del Premio Pulitzer nel 2015, non è solo un resoconto scientifico, ma un potente e toccante grido d’allarme rivolto al mondo intero. “La sesta estinzione” affronta il drammatico fenomeno della sparizione di massa delle specie, un evento che, a differenza delle prime cinque grandi catastrofi (i “Big Five”) avvenute in ere geologiche lontanissime, è in atto ora ed è causato da un unico fattore: noi.

La Kolbert racconta, con tono al contempo elegiaco e documentato, come l’ultima estinzione sia il risultato della comparsa, circa duecentomila anni fa, di una specie non particolarmente forte o veloce, ma incredibilmente capace di alterare il pianeta: l’uomo. Siamo diventati una forza geologica, capaci di modificare la composizione chimica dell’atmosfera e degli oceani, innescando una trasformazione radicale della vita sulla Terra.

L’autrice ci conduce in un viaggio che va dalla foresta pluviale alla Grande Barriera Corallina, dalla Cordigliera delle Ande fino al giardino di casa, mostrando ovunque i segni di questa moria di organismi.

Come sottolineato da Amitav Ghosh, il volume aiuta a “comprendere il pianeta in cui viviamo in un’epoca in cui sembra rivoltarsi contro di noi”. La minaccia del comportamento umano è il perno dell’indagine, che porta a una conclusione scomoda: se non si interviene con cambiamenti paragonabili a quelli dell’Antropocene, saremo noi, l’unica specie consapevole, a distruggerci, trascinando con noi l’intera biodiversità.

Un entomologo citato nel libro riassume amaramente la situazione: si risolverà pure la crisi climatica e si “decarbonizzerà”, ma sarà “troppo tardi per molti degli organismi che amo”.

Nonostante l’avvertimento catastrofico, l’opera non si ferma all’apocalisse. Basandosi sulle più recenti scoperte scientifiche, “La sesta estinzione” si trasforma in un appassionato invito a preservare la biodiversità, un canto d’amore per la straordinaria varietà della Natura che ci circonda. Il volume è, in definitiva, una chiamata alla responsabilità: dobbiamo agire, non solo per noi stessi, ma per tutte le specie con cui condividiamo il pianeta.

Queste pagine offrono solo una bussola, non una mappa definitiva. Proprio come l’opera di Gauguin ci lascia in contemplazione davanti a un mistero irrisolto, anche questi libri ci spingono a proseguire la nostra ricerca personale. Le risposte, dopotutto, potrebbero risiedere non in un testo sacro o scientifico, ma nel modo in cui scegliamo di vivere il nostro unico e irripetibile viaggio.

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