Quali sono i migliori libri del XXI secolo? La letteratura ha il potere di attraversare confini geografici e culturali, e spesso è attraverso le storie di voci uniche che si riesce a raccontare l’universale. In questo contesto, Elena Ferrante emerge come una delle scrittrici più influenti e acclamate del XXI secolo, con la sua capacità di esplorare le complessità dell’animo umano e i dilemmi sociali ed esistenziali che segnano la vita di ciascuno.
La sua rilevanza è stata riconosciuta in modo significativo dalla critica internazionale, come dimostra la classifica stilata dal New York Times sui migliori libri del XXI secolo, dove il primo posto è occupato proprio da uno dei suoi romanzi. Un traguardo straordinario per una scrittrice italiana, che conferma la sua posizione di assoluto rilievo nel panorama letterario globale.
L’opera “L’amica geniale”, ha conquistato questa posizione di prestigio non è solo una lettura avvincente, ma un vero e proprio fenomeno culturale, capace di attrarre lettori di diverse generazioni e provenienti da diverse parti del mondo. La sua capacità di intrecciare storia, emozioni personali e dinamiche sociali, ambientandole in un contesto specifico eppure profondamente universale, ha colpito nel segno, regalando un’opera che è ormai diventata un punto di riferimento nella narrativa contemporanea.
I 10 migliori libri del XXI secolo, la classifica del New York Times
L’amica geniale Vol.1 di Elena Ferrante
Al primo posto troviamo il caso editoriale italiano degli ultimi anni. Il romanzo comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L’autrice scava nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto.
Si tratta di quel genere di libro che non finisce. O, per dire meglio, l’autrice porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell’infanzia e dell’adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
Mississippi, 1937. Ida Mae Gladney raccoglie cotone nei campi per pochi spiccioli, insofferente alla fatica e alle regole della segregazione. Florida, 1945. George Starling vuole andare al college ma finisce negli agrumeti, dove si fa un nome come sindacalista dei braccianti. Louisiana, 1953. Robert Foster, figlio della buona borghesia nera, è un medico entusiasta e stimato, ma il colore della sua pelle non è alleato della carriera. Un giorno, chi con un biglietto ferroviario in mano, chi a bordo di una Pontiac, prendono la strada che li porta lontano dal loro mondo.
Walf Hall di Hilary Mantel
Hilary Mantel con quest’opera, tra i migliori libri del XXI secolo secondo il New York Times, ci dà un ritratto dell’Inghilterra dei Tudor nel quale il fascino di un’epoca lontana conosce uno splendore rinnovato che, pur senza tradire la cronaca degli eventi, nulla ha in comune con la polverosa distanza di una remota pagina di storia: perché in Wolf Hall riusciamo a sentire l’odore acre della lana impregnata dalla pioggia e della terra sotto i piedi, il rilievo delle ossa sotto la pelle, il solco lasciato dai carri nel fango, il fruscio dei topi nei materassi.
Il mondo conosciuto di Edward P. Jones
Virginia, vent’anni prima della guerra di Secessione: Henry Townsend, nato in schiavitù e poi affrancato dal padre quand’era ancora adolescente, diventa proprietario di una piantagione con più di trenta schiavi al suo servizio. Dopo aver tagliato i ponti con la famiglia e aver rinnegato le sue origini, lascerà, una volta morto, tutti i possedimenti in gestione a sua moglie Caldonia. Edward Jones è un autore nero che ribalta completamente la prospettiva attraverso cui narrare la schiavitù.
Le correzioni di Jonathan Franzen
Questo di Jonathan Franzen, tra i migliori libri del XXi secolo, è un romanzo che si legge d’un fiato, ricco di umorismo e umanità e al tempo stesso duramente critico verso la società contemporanea e i suoi pochi, incerti valori. Impossibile non riconoscere che i Lambert siamo noi: in un momento della nostra vita, in qualsiasi luogo del primo mondo.
2666 di Roberto Bolaño
Delle molte leggende alla cui nascita Bolaño stesso ha contribuito, l’ultima riguarda la forma che 2666 avrebbe dovuto assumere. Si dice infatti che l’autore desiderasse vedere i cinque romanzi che lo compongono pubblicati separatamente, e se possibile letti nell’ordine preferito da ciascuno.
La disposizione, ammesso che sia autentica, era in realtà un avviso per la navigazione in questo romanzo-mondo, che contiene di tutto: un’idea di letteratura per la quale molti sono disposti a vivere e a morire, l’opera al nero di uno scrittore fantasma che sembra celare il segreto del Male, e il Male stesso, nell’infinita catena di omicidi che trasforma la terra di nessuno fra gli Stati Uniti e il Messico nell’universo della nostra desolazione.
La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead
Con questo romanzo Colson Whitehead offre una testimonianza scioccante – e politicamente consapevole – dell’eterna brutalità del razzismo, e al tempo stesso dà vita a un’appassionante storia d’avventura che per ritmo e colpi di scena ricorda i western pulp di Quentin Tarantino, e che ha al centro una moderna e tenacissima eroina femminile. Unica opera degli ultimi vent’anni a vincere sia il National Book Award che il Premio Pulitzer, La ferrovia sotterranea è già un classico. Nel 2021 ne è stata tratta una serie tv diretta dal Premio Oscar Barry Jenkins.
Austerliz di W.G. Sebald
Maestro dello stile avvolgente e coinvolgente, inventore di un amalgama inconfondibile fra testo e immagine, W.G. Sebald è stato l’unica apparizione di grande rilievo nella letteratura di lingua tedesca dopo Thomas Bernhard. Pochi mesi prima della sua tragica, recentissima scomparsa, aveva pubblicato “Austerlitz”, il suo unico romanzo in senso classico, subito accolto, dalla Germania agli Stati Uniti all’Inghilterra, come un memorabile evento. Jacques Austerlitz è un professore di storia dell’architettura, studioso di quei luoghi (edifici militari, stazioni ferroviarie, penitenziari, tribunali) che, soprattutto nell’Ottocento, tendevano ad assumere forme involontariamente visionarie, sovraccarichi com’erano di significati simbolici.
Strada per strada (a Praga, Theresienstadt, Parigi), volto per volto, oggetto per oggetto, fotografia per fotografia, emerge un passato lacerante, che Austerlitz sente di avere sempre ospitato in sé come una sequenza di negativi non ancora sviluppati. Tutta la somma sapienza evocativa di Sebald sembra concentrarsi in questo itinerario di ricerca, da cui promana un’angoscia che prende alla gola. Austerlitz è stato pubblicato per la prima volta nel 2001.
Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro
Quello dell’autore Kazuo Ishiguro è un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un’utopia a rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei rari libri che agiscono sul lettore come lenti d’ingrandimento: facendogli percepire in modo dolorosamente intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.
Gilead di Marilynne Robinson
Chiude la classifica dei 10 migliori libri del XXI secolo del New York Times l’opera di Marilynne Robinson. Il pastore John Ames sarà morto quando suo figlio aprirà la lettera che gli sta scrivendo. Siamo nel 1956, John ha 76 anni e sente che la fine è prossima. Dieci anni prima ha incontrato l’attuale signora Ames, molto piú giovane di lui. La donna aveva sofferto molto: il pastore se ne innamorò e in lui la ragazza ha trovato conforto e assistenza. Ora sembra proprio che siano felici, sotto ogni punto di vista. Il vecchio padre sente che il figlio di sei anni non potrà mai veramente conoscere la sua storia.
A Gilead, Iowa, la città che non ha mai lasciato, Ames inizia cosí a scrivere una specie di testamento, la storia della sua famiglia. Racconta di suo nonno, un uomo impegnato nelle lotte contro la schiavitù, del padre pacifista durante la guerra di Secessione. E poi si chiede: cosa ho imparato io da tutti voi?