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Mauro Covacich, ”L’incanto è trasformare in letteratura aspetti della vita quotidiana che non trovano posto”

Entrato trionfalmente nella cinquina del Premio Strega con i racconti de La sposa (Bompiani). conquistando il secondo posto, Mauro Covacich, accompagnato dalla musica dal vivo di Davide Toffolo...

Entrato trionfalmente nella cinquina del Premio Strega con i racconti de La sposa (Bompiani). conquistando il secondo posto, Mauro Covacich, accompagnato dalla musica dal vivo di Davide Toffolo (vignettista e chitarrista della band Tre allegri ragazzi morti) ha letto e presentato il suo “ romanzo sotto mentite spoglie” a Trieste

TRIESTE – Entrato trionfalmente nella cinquina del Premio Strega con i racconti de La sposa (Bompiani). Conquistando il secondo posto, Mauro Covacich, accompagnato dalla musica dal vivo di Davide Toffolo (vignettista e chitarrista della band Tre allegri ragazzi morti) ha letto e presentato il suo “ romanzo sotto mentite spoglie” a Trieste, venerdi 11 giugno al Caffè-libreria san Marco. Così come il luogo che ha ospitato la performance, da caffè storico della città si è trasformato in concept store, allo stesso modo La sposa ha la natura di un concept album, con la tipica alternanza di pezzi di raccordo più intimi e brevi, ritornelli riproposti con nuovi arrangiamenti, rimandi interni (non solo ai racconti che compongono l’antologia ma anche ad altri lavori dell’autore) ed esterni, finali ad effetto che invece sono soltanto un nuovo inizio.

 
SUL SOLCO DELLA TRADIZIONE NOVELLISTICA ITALIANA – Riprendendo la grande tradizione novellistica italiana che dal Decameron di Boccaccio porta fino ai Sillabari di Parise, La sposa è un unico flusso di pensieri sul presente che parte idealmente da Anomalie , una raccolta del 1998 ( ora ripubblicata da Bompiani) tanto che il primo titolo per la raccolta doveva essere inizialmente Nuove anomalie. Poi invece è stata la storia di Pippa Bacca a conquistare Covacich. L’artista milanese morta nel 2008 in Turchia, mentre attraversava 11 Paesi teatro di guerra, ha lasciato molti interrogativi allo scrittore, a partire dal gesto artistico di “ sposare il mondo” per arrivare fino a chiedersi che relazione c’è fra forma e sostanza di una sposa . Pippa Bacca protagonista di uno dei 17 racconti del libro, appare anche in altri momenti, e cosí emerge l’intenzione dello scrittore il quale parla di “ un andamento carsico , un filo sotterraneo che momentaneamente si nasconde per poi riapparire in superficie”, di creare un continuum, a cui lui- Mauro Covacich – partecipa in prima persona, come attore in scena che racconta quello che vede e che ha assimilato nel suo vissuto.

 
QUOTIDIANO, CRONACA E STORIA I TEMI DELLA RACCOLTA – Sono piccole storie i temi – chiave del libro che nascono dalla realtà e dalla cronaca e che soprattutto lo toccano da vicino: “ l’incanto è nell’esercizio di trasformare , attraverso l’immaginazione , in letteratura alcuni aspetti della vita quotidiana che di solito nella letteratura non trovano posto”. A partire dalla purezza insanguinata della sposa per poi passare alla paternità,  o meglio all’istinto biologico di procreazione declinato nei suoi risvolti esistenziali, simbolici e sociali: questo il filo che lega i racconti sottotitolati ‘I miei non figli’. Covacich, attento osservatore dei meccanismi relazionali della nostra società, analizza da una parte il criptonarcisismo dei genitori che esibiscono i figli come trofei, dall’altra  la sterilità di una generazione che per la paura di invecchiare rimarrà sola. Una maturità che tarda ad arrivare anche per alcuni personaggi femminili, della raccolta come Carla, una “ ragazza” quarantenne, che deve fare i conti con un appuntamento mancato. Ma Carla , come spesso succede nella scrittura di Covacich, è anche in un’altra storia, dove emerge una sua dimensione completamente diversa.  

 
IL PAESAGGIO COME FRONTIERA DELL’ANIMA – Lo spunto dei personaggi uguali, ma declinati in episodi diversi, viene dal cinema di Kieslowski ( Tre colori) e il dialogo tra narrativa, cinema e arte  è sempre ininterrotto. In comune vi è la ricerca dell’ azione, come  surrogato e salvezza dalla perdita dell’innocenza e lo  sguardo aperto sul paesaggio ( con un ‘attenzione particolare alla degradazione delle periferie urbane), inteso sempre come un orizzonte ontologico, paesaggio-anima, casa dei lupi che popolano i nostri sogni e soglia su cui si frangono le grandi domande di una generazione sperduta, in cerca di identità, in cerca di grandi domande, senza però mai perdere il senso di appartenenza alla sua città d’origine Trieste, che assieme a lui aspetta il verdetto dello Strega il 2 luglio

 

Alessandra Pavan
 
15 giugno 2015
 
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