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Mauro Corona: “La lettura è la mia compagna di vita”

DAL NOSTRO INVIATO AD ‘ANTEPRIME’ A PIETRASANTA – Dalla seconda giornata della manifestazione letteraria toscana, lo scrittore-artista autore di “Come sasso nella corrente” racconta il ruolo dei libri nella sua vita e dà qualche anticipazione della sua prossima opera…

Lo scrittore friuliano si concede in un’intervista esclusiva a Libreriamo e dice la sua sull’Italia di oggi e il ruolo della scrittura nella sua vita

PIETRASANTA (LU) – Dice di saper usare poche parole, Mauro Corona, sempre le solite che in qualche modo rimescola ogni volta: eppure il suo incontro é tra i più partecipati di “Anteprime” e quelle poche parole graffiano e restano nella mente. Sará forse per quell’attaccamento alle radici, sarà che la crisi oggi colpisce duro e quel richiamo alla terra ed alla essenzialità sembrano una ricetta per andare avanti.

Che Italia vede oggi?
Vedo un’Italia in cui non si produce più cibo e, invece, vorrei che ci fosse ora uno Steve Jobs dell’agricoltura. Il ritorno al cibo è il ritorno alla terra. Se torniamo al cibo allora ci possiamo salvare. Nel mondo di oggi siamo come  degli eroinomani che dipendono non dalla droga, ma dalla benzina. La crisi dipende da questo e chi governa deve capire che c’è necessità di mangiare. Dovremmo tutti ogni giorno scegliere di fare qualche chilometro in meno con le nostre macchine per dare un segnale. Ancora prima dei libri c’è il cibo.

Come se ne esce?
Ci vuole ritorno ad una società che produca cibo e difenda la terra. Tutti parlano di ecologia, ma è solo una parola. In realtà poi si vende l’acqua, la ghiaia, la terra e si distrugge la natura. Non mi sento parte di una società con una mentalità per cui si mette il nome su una maglietta e il prezzo diventa esorbitante. Ci segna l’infanzia, da bambino andavo a caccia e cacciare era un lavoro e capire che era sbagliato è stato difficile. Come si fa a non crescere non razzista se un bambino sente il babbo che urla ‘negro’ a Balotelli?

 

Ha parlato di libri, che ruolo hanno nella sua vita?
I primi libri nelle classifiche sono libri di cucina perché c’è questo bisogno di cibo. I libri devono essere un po’ mangiati. L’alta letteratura non serve, serve una letteratura facile da leggere che tutti possono capire e da cui imparare qualche cosa che è utile. Fare dei grandi giochi di stile non aggiunge niente. Io sono persona semplice e rimescolo le poche parole che conosco. La lettura è importante  perchè mi ha accompagnato in vari momenti, soprattutto nei più difficili. Il vero dramma della mia vita sarebbe se perdessi la vista e non potessi più leggere, non temo un tumore. Temo di perdere la vista. Scrivere mi serve meno che leggere.

 

Di cosa parla il suo prossimo libro?
Il mio prossimo sarà un libro di racconti con tanti personaggi che il pubblico conosce. Sento l’esigenza di raccontare le storie del mio paese perchè non siano perdute. Sono storia di fatica ed di fatiche. Sono personaggi che prendono dalla natura ciò che gli serve, che vanno in galera perchè non vogliono una patente per cacciare, perchè non lo trovano giusto. Adesso si vende l’acqua, la ghiaia, i monti  e per questo non è condannato nessuno. Non ci si può fidare di nessuno, neanche dei preti. Scrivere è necessario a salvare una memoria.

 

di Michele Morabito

 

10 giugno 2012

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