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Maurizio Guagnano per Libreria Liberrima, ”Promuoviamo la cultura unendo letteratura e convivialità”

È solo grazie ad un'offerta diversificata e una qualità integrata di tutti i servizi che è possibile trasformare le librerie in luoghi di aggregazione e cultura. È questa la filosofia di Maurizio Guagnano, alla base della fondazione della sua attività, la Libreria Liberrima...
Il fondatore di Liberrima racconta la storia della sua attività, non semplice libreria, ma luogo di aggregazione per fare cultura, nel cuore di Lecce

MILANO – È solo grazie ad un’offerta diversificata e una qualità integrata di tutti i servizi che è possibile trasformare le librerie in luoghi di aggregazione e cultura. È questa la filosofia di Maurizio Guagnano, alla base della fondazione della sua attività, la Libreria Liberrima. Dal 1993 a oggi, questa attività nel cuore di Lecce di strada ne ha fatta e, grazie ad una gestione attenta e innovativa, oggi vanta tre spazi diversificati, quello tradizionale, quello dei ragazzi e quello legato al gusto e alla tradizione locale. In quest’intervista il suo fondatore racconta quali sono i punti di forza che la rendono una realtà innovativa e un luogo non solo di promozione alla lettura, ma di cultura sul territorio.  

Libreria Liberrima è un’attività un po’ particolare, perché non è solo una libreria, ma molto di più. Può raccontarci la sua storia?
La nostra storia inizia nel 1993, quando nel centro storico di Lecce – sul corso principale, quello che porta al Duomo – abbiamo deciso di aprire Liberrima, 100mq di libreria tradizionale, che col tempo sono aumentati grazie all’acquisizione di un locale adiacente. La situazione all’inizio è stata difficile, soprattutto perché la nostra apertura è andata a coincidere con la decisione del comune di chiudere la via al traffico. Dopo questo inizio burrascoso però le cose hanno iniziato a girare e quando ci si è presentata l’occasione di rilevare un caffè situato proprio sulla piazzetta, in Corte dei Cicala, abbiamo colto la palla al balzo, come si suol dire: ci sembrava infatti una buona idea, soprattutto perché ci permetteva di intercettare un gruppo di utenti diverso rispetto a quello della libreria.

E questo per voi è stato l’inizio di un connubio tra la letteratura e il gusto.
Sì, all’inizio ci siamo dovuti abituare ad una nuova gestione, abbiamo imparato col tempo. Grazie all’esperienza del caffè però abbiamo incrementato questo interesse per l’enogastronomia, fino a decidere di aprire nel 2008 Gusto Liberrima, un nuovo spazio letterario alla scoperta del nostro territorio e del mondo, nel segno del gusto e della gastronomia; al suo interno infatti offriamo dai testi di viaggio alle guide turistiche, ai libri che raccontano la nostra terra e i suoi prodotti, fino ad una selezione dei prodotti stessi.

Ma la vostra storia non è ancora conclusa.
No, infatti. Nel 2009, grazie ad una nuova occasione, abbiamo potuto trasferire il caffè in un locale molto più ampio, nel quale abbiamo creato un ristorante: All’ombra del barocco. Nel 2012 infine la necessità di incrementare lo spazio riservato a Gusto Liberrima ci ha fatto risolvere per un ulteriore trasferimento in un locale situato sulla strada, con maggior visibilità e con sbocco sempre sulla stessa Piazzetta. I vecchi spazi li abbiamo destinati ad un’ultima apertura, Liberrima Kids, la libreria dei ragazzi.

Riassumendo quindi Liberrima è una libreria tradizionale, una libreria per bambini, uno spazio enogastronomico in cui si vendono libri, ma si fa anche ristorazione. Nell’ambito letterario, qual è la vostra offerta e quali sono i vostri lettori di riferimento?
Sì, con gli anni Liberrima non è cresciuta in termini di catena, ma si è differenziata, coprendo più settori e dislocandosi in più spazi: a tutti gli effetti è una “libreria diffusa”. La nostra libreria tradizionale nasce come libreria di varia, ma sebbene il nostro bacino d’utenza sia comunque ampio, il trovarci in una città piccola ci ha spinto a specializzarci verso il settore universitario e professionale, assecondando le richieste di una clientela specifica che comprende commercialisti, giuristi, ingegneri, architetti. Liberrima Kids come è evidente si rivolge ad un pubblico da 0 a 12 anni e dall’apertura ha avuto un successo immediato. Non posso dire la stessa cosa invece per Gusto Liberrima, che essendo una formula particolare, evidentemente aveva la necessità di essere sperimentata un po’ prima che il pubblico potesse recepirla al di fuori della banale interpretazione turistica. Ora invece la diversificazione della sua offerta ci permette di soddisfare un pubblico eterogeneo, dai viaggiatori locali che amano i prodotti e la cultura del territorio, ai turisti del mondo, che cercano guide approfondite per i loro viaggi; per non parlare dei pacchetti viaggio, la cui richiesta oggi è tanto elevata: ho pensato di offrire uno sportello di consulenza, ma questa è una prerogativa delle agenzie di viaggio e vorrebbe dire iniziare un altro mestiere. Ma di fatto questo è quello a cui può servire oggi una libreria, la libreria moderna è anche questo.

Quali sono allora le altre caratteristiche che necessariamente deve avere una libreria per essere “al passo con i tempi”?
La libreria moderna e innovativa è quella in grado di ottimizzare tutti i canali di comunicazione, fare delle attività al proprio interno, gestire attività collaterali che però non sono collaterali nel senso di accessorie, ma hanno la stessa qualità che si ricerca nel fare la professione di libraio. Nel nostro piccolo noi cerchiamo di perseguire tutto ciò attraverso un’offerta aggiuntiva per i nostri lettori, che è quella della vendita online, una possibilità che non è solo prerogativa dei grandi siti di distribuzione, ma può essere un’opportunità valida anche per le librerie sul territorio. Inoltre siamo presenti sui principali social network, per avere un dialogo e un confronto più diretto col nostro pubblico, per permettergli di darci indicazioni e suggerimenti e di farci tutte le sue richieste.

Quale era l’idea alla base dell’apertura del caffè letterario?
In realtà a quel tempo andava di moda creare questi caffè letterari, anche se a posteriori posso dire che è un’idea che funziona relativamente. Generalmente un bar raccoglie una clientela eterogenea e decisamente più ampia che una libreria, quindi il risultato è che il prodotto principale che devi curare e offrire è quello gastronomico e non più il libro: è una verità ormai assodata che se vendi un caffè disgustoso hai perso un cliente, mentre se non hai un libro in catalogo non è poi la fine del mondo. Col tempo quindi il nostro proposito è diventato quello di garantire una qualità integrata di tutti i servizi, per fare in modo che, grazie ai suoi spazi conviviali, la libreria si trasformasse in un luogo aperto. Siamo convinti che per fare in modo che la libreria diventi un luogo propulsivo di cultura è necessario che abbia molti elementi attrattivi: nel nostro caso unire il gusto alla libreria ci ha permesso di attrarre molta più gente. Insomma che sia grazie al caffè o grazie ai libri, il fatto che i nostri spazi siano luoghi di aggregazione e di riferimento culturale per noi vuol dire già fare promozione alla lettura.

21 novembre 2012

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