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Massimo Gramellini, ”Per la rinascita del’Italia non basta Internet, ma occorre un cambiamento nelle singole persone”

In vetta alle classifiche di vendite da marzo, con oltre 325.000 copie vendute in sole due settimane. Parliamo del libro “Fai bei sogni”, il fenomeno editoriale del momento scritto dal vicedirettore de La Stampa Massimo Gramellini, presentato ieri al Teatro Franco Parenti di Milano. Il libro è un percorso personale che ha portato l’autore a rispondere a due domande: come poter convivere con un dolore e una debolezza e scoprire come affrontare la verità...

 Il vice direttore de La Stampa ha incontrato i lettori per parlare di attualità e del fenomeno editoriale ”Fai bei sogni”

 

MILANO – In vetta alle classifiche di vendite da marzo, con oltre 325.000 copie vendute in sole due settimane. Parliamo del libro “Fai bei sogni”, il fenomeno editoriale del momento scritto dal vicedirettore de La Stampa Massimo Gramellini, presentato ieri al Teatro Franco Parenti di Milano. Il libro è un percorso personale che ha portato l’autore a rispondere a due domande: come poter convivere con un dolore o una debolezza e scoprire come affrontare la verità.

COME NASCE IL LIBRO – Nel 2011, Gramellini incontra i responsabili Longanesi e presenta il suo progetto di scrivere un saggio dedicati ai giovani, con all’interno una prefazione sulla morte della madre per dargli autorevolezza. “Da Longanesi mi dissero che quella non era una prefazione, ma un vero e proprio libro. In quel momento mi si era sbloccato qualcosa dentro: ho capito che questa esposizione pubblica, fatta da un timido come me, potesse servire a incoraggiare gli altri a fare lo stesso con se stessi”. Gramellini inizia quindi a strutturare il racconto in un romanzo, dandogli una trama precisa. “Il libro non è un’autobiografia, racconto un filo della mia vita. Nella vita di tutti credo che ci sia un filo rosso, che è un grande romanzo. L’ho sperimentato sulla mia pelle con le reazioni dei lettori”.

GALEOTTO FU IL TWEET – Gramellini racconta il modo curioso con cui si diffonde la notizia del suo libro, ben prima della sua uscita. “Di solito si inizia a parlare dei libri dopo che escono in libreria, ma oggi i social network hanno portano novità straordinarie”. Due settimane prima dell’uscita del libro, Jovanotti legge il suo libro, ne resta colpito e sul suo profilo Twitter scrive “Fai bei sogni è uno dei libri più belli che avesse mai letto”. Mentre Gramellini con la mia casa editrice studiava la lista dei giornalisti a cui mandare il libro, il tweet di Jovanotti aveva raggiunto un milione di persone. “Due ore dopo le librerie chiamavano per sapere quando usciva il libro”.

L’IMMEDESIMAZIONE DELLA GENTE – Dopo l’uscita del libro, man mano che la gente lo leggeva, s’immedesimava così tanto in quel racconto da inviare la propria storia personale all’autore. “Il libro è diventato uno specchio: la gente legge questa storia, la sente vera, e si sente autorizzata a raccontare la propria storia. Con questo libro ho toccato una corda universale, in quanto tutti noi abbiamo un dramma, qualcosa dentro che o non sappiamo, o non vogliamo sapere”.

DOLORE E VERITA’ – Con “Fai bei sogni”, Gramellini  cerca di rispondere a delle domande che riguardano tutti: la prima è come si può vivere con un grande dolore, con una debolezza. “La conclusione a cui arrivo è che tutto ciò che ci accade, è sempre giusto e perfetto. I dolori che ci capitano nella vita sono l’occasione che abbiamo per tirare fuori le parti di noi che altrimenti resterebbero nascoste. Chi vive senza stress ha espresso solo una minima parte delle proprie potenzialità”. Il secondo quesito riguarda la scoperta del come affrontare la verità. “Le armi di distrazione di massa fino all’anno scorso ci hanno tenuti lontano dalle verità. Serve sapere la verità, perché solo così diventi un cittadino consapevole. Oggi siamo una società che non ha più fiducia nel futuro, non c’è più la visione a lungo termine. Se non c’è futuro muore il presente. Solo gli innamorati parlano ancora al futuro. L’energia dell’amore e della passione ti porta a progettare”.

RINASCITA E PROMOZIONE – Alla domanda se può partire dal popolo di Internet la rinascita dell’Italia, Gramellini risponde così. “Gli strumenti cambiano, gli esseri umani restano sempre gli stessi e le domande fondamentali restano sempre le stesse. Non credo che il cambiamento di strumento cambi la natura dell’essere umano o la storia dell’umanità. Internet porta tante cose positive, come la velocità della comunicazione, ma porta anche tanta approssimazione, libera tanto le emozioni, più immediate e superficiali rispetto ai sentimenti. Io preferisco lavorare sui singoli, poi  gli strumenti sono lo specchio di quello che siamo. I problemi sociali non possono risolversi se prima non cambiano le storie individuali”. Una riflessione anche sulla promozione della lettura in Italia. “La lettura si può promuovere, ma molto dipende dalle famiglie. Anche la scuola può aiutare, associando meno il libro al dovere. Deve cambiare l’approccio alla scuola. La lettura significa sogno, favola, piacere. Quando il libro diventa studio, diventa una cosa antipatica”.

IL RICORDO DI FALCONE – Nel giorno in cui si ricordava i 20 anni dalla morte del giudice Falcone, Gramellini per ricordarlo legge il discorso che il giurista Piero Calamandrei pronunciò all’assemblea costituente il 4 marzo 1947, in un momento storico simile al nostro, ma con una classe dirigenze che aveva una grande forza. “Nel nostro lavoro c’è l’impegno di tutto il popolo. Il nostro è un lavoro da portare al meglio avanti, senza disperdersi in schermaglie. A noi spetta un compito più agevole rispetto a chi si è sacrificato in guerra per restituire all’Italia libertà, dignità e giustizia: quello di tradurre in leggi oneste il loro sogno di una società più giusta e umana. Non dobbiamo tradire i nostri morti”.

 

24 maggio 2012

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