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Massimo Cacciari al Festivaletteratura: “Bisogna continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cultura”

''Rinascimento negato'', è questo il titolo dell’incontro a cui parteciperà Massimo Cacciari insieme a Giulio Busi e Raphael Ebgi. Un appuntamento (alle 14.45 a Palazzo San Sebastiano) che presenterà ''Giovanni Pico della Mirandola''....

E’ partito oggi il Festival letteratura di Mantova, l’incontro letterario più importante d’Italia che proporrà oltre 350 incontri e tantissimi personaggi di spicco che intratterranno il pubblico nelle diverse date. Domani, 4 settembre, si svolgerà l’incontro con Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, filosofo e politico italiano

MILANO – ”Rinascimento negato”, è questo il titolo dell’incontro a cui parteciperà Massimo Cacciari insieme a Giulio Busi e Raphael Ebgi al Festival della lettertura di Mantova. Un appuntamento (alle 14.45 a Palazzo San Sebastiano) che presenterà ”Giovanni Pico della Mirandola”, l’ultimo libro curato da Busi e Edgi. Il filosofo e scrittore Massimo Cacciari ci racconta, in questa intervista, una piccola anticipazione dell’incontro e uno panoramica generale sulla situazione della cultura in Italia.

Insieme a Giulio Busi e Raphael Ebgi, sarà presente al Festival della Letteratura di Mantova, all’incontro “Rinascimento negato”. Di cosa si parlerà?

Presenteremo il libro curato da Giulio Busi e Raphael Ebgi, “Giovanni Pico della Mirandola”, un bellissimo libro pubblicato da Einaudi. Un libro che mette in risalto gli aspetti più esoterici e cabalistici di Pico della Mirandola. E’ un libro molto ricco, molto documentato ma anche di piacevolissima lettura.

“Conclusiones” , libro di Giovanni Pico, è stato il primo libro bruciato dagli Inquisitori. Secondo lei perché i libri facevano così paura? E che ruolo hanno invece oggi?

Chiaramente, i libri di quell’epoca erano più importanti di quelli di adesso. Erano pericolosi, e se un libro non è pericoloso non vale nulla. Oggi, invece, il libro non è che stia troppo bene in salute: è sostituito da immagini, da voci in libertà, da chiacchere. Il libro, invece, è una cosa che rimane, che invita a meditare, che ci accompagna lungo un percorso e che non è, quindi, facilmente consumabile  risulta ovviamente infinitamente più pericoloso della chiacchera quotidiana.

Secondo lei, in che situazione si trova la cultura in Italia? C’è ancora qualcosa da fare oppure è già stato fatto tutto il possibile?

Manca tutto! Non è stato fatto nulla per la scuola, nulla per l’università, non si fa nulla per la ricerca, si lascia cadere Pompei, non ci sono i soldi neanche per restaurare i monumenti più importanti…devo continuare? Da questo punto di vista non si può far che meglio!

Cosa si può fare quindi per migliorare la situazione, quali sono gli strumenti giusti? Festival letterari, blog, community che trattano l’argomento, possono servire per far innamorare la gente della cultura?

Ah la scelta è veramente ampia. Non essendo fatto nulla, si può cominciare dove si vuole.  Il successo e la proliferazioni di questi incontri culturali sono molto utili dimostrano un interesse, se non altro una curiosità, che dà certamente un po’ di fiducia. Non c’è dubbio alcuno, è un segno positivo. Quindi ben vengano questi Festival, i blog, gli incontri, le riviste di settore. Certo non sarà con loro che si restaurerà Pompei o si salverà il nostro patrimonio artistico e monumentale, però, può darsi che a furia di sensibilizzare un’opinione pubblica sempre più ampia su queste questioni può darsi che poi la politica se ne accorga pure.

3 settembre 2014

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