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Maria Lombardo, ”La lettura può rappresentare il vero rinnovamento per la Sicilia e per tutta l’Italia”

Maria Lombardo, responsabile della Cultura al quotidiano La Sicilia e docente di giornalismo culturale presso l'Università degli Studi di Catania ci spiega in un'intervista perché il vero rinnovamento del nostro Paese non può prescindere dalla cultura, che risveglia le coscienze, rende più vigli e più attenti ai propri diritti e alla giustizia sociale...

La giornalista del quotidiano La Sicilia parla della sua passione per i libri, strumento di cultura e di riscossa per il nostro Paese e traccia un ritratto della vivacità culturale dei giovani siciliani

 

MILANO – “Un vero rinnovamento del nostro Paese non può prescindere dalla cultura, che risveglia le coscienze, rende più vigli e più attenti ai propri diritti, alla giustizia sociale, e porta così progresso”. È il pensiero di Maria Lombardo, responsabile della Cultura al quotidiano La Sicilia e docente di giornalismo culturale presso l’ Università degli Studi di Catania, intervistata dalla nostra testata per spiegare il spiegare il suo rapporto con il mondo della lettura e il dinamismo culturale in una regione che, dalla Scuola Poetica Siciliana ai grandi scrittori del Novecento, ha rappresentato un serbatoio importante per la nascita e la crescita dell’identità culturale italiana.

 

Qual è il suo rapporto con il mondo della lettura, com’è nata la sua passione per i libri?
Fin da bambina, leggevo tutto quello che trovavo nelle librerie di casa. Mia nonna era abbonata alla rivista “Selezione dal Reader’s Digest” di cui leggevo uno dietro l’altro tutti i numeri, ma mi dedicavo con grande passione anche ai libri, soprattutto di narrativa. Nei miei studi ho avuto modo di approfondire questi miei interessi letterari, diplomandomi al liceo classico e laureandomi in lettere. Anche nella mia professione ho poi avuto la fortuna di poter assecondare una passione: quella di raccontare ciò che accade attorno a noi. Giunta alla fine dell’università sentivo infatti il bisogno di mettere alla prova nella vita quello che trovavo scritto nei romanzi e nei testi: da idealista e sognatrice qual sono, avevo la necessità di saggiare la realtà e verificare la differenza tra la realtà com’è effettivamente e come invece appare nei libri.

Gli ultimi dati resi noti dall’Istat segnano un trend negativo riguardo alla diffusione della lettura in Italia: quali sono a suo parere gli ostacoli che impediscono di avvicinarsi ai libri?
Non credo sia tanto un impedimento economico, quanto piuttosto una difficoltà nel trasmettere ai ragazzi la passione per i libri da parte di insegnanti e genitori. Bisogna adottare delle strategie. I ragazzi nascono da una cultura visiva, guardano la televisione più che leggere, ma si può insegnare loro che esperienza visiva e lettura possono dialogare e completarsi a vicenda. Per esempio, dopo aver visto con mia figlia il film “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores, tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, le ho regalato il libro, che lei ha letteralmente divorato. Per riportare invece un caso tratto dalla mia esperienza di docente, in uno dei miei corsi universitari ho inserito nel programma “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, bellissimo libro incentrato sulla storia di un giornalista. Gli studenti si sono tanto appassionati alla lettura che quasi tutti hanno deciso di dedicare a questo romanzo la tesina che dovevano scrivere per l’esame.

Ci sta dicendo che i ragazzi vanno catturati con un po’ malizia?
Sì, con malizia e con passione. Io cerco di organizzare sempre incontri con scrittori, giornalisti, autori di saggistica, che danno puntualmente ottimi riscontri: facendo conoscere ai ragazzi un nuovo personaggio, che dibatte con loro e risponde alle loro domande, si solletica la loro naturale curiosità e li si incita ad approfondire attraverso la lettura i temi discussi. I ragazzi hanno solo bisogno di essere coinvolti.

 

Parlando invece della Sicilia, che nel campo delle lettere ha una tradizione storicamente molto forte, come dipinge il panorama letterario attuale?
È un panorama molto vivace, fatto di attenzione verso le proprie tradizioni e il territorio, che vanta una produzione varia: ci sono libri dedicati ai beni culturali, alla storia delle tradizioni popolari. E poi ci sono sempre tanti giovani che hanno voglia di scrivere e pubblicare: sono numerosi i ragazzi che vengono in redazione a proporre i loro libri, di prosa o anche di poesia. Una più forte abitudine alla lettura da parte di tutti potrebbe rappresentare per questa regione un’arma per liberarsi di vecchie zavorre e aspetti di arretratezza. Non è un caso che le politiche nazionali e regionali abbiano spesso evitato di investire in cultura: la cultura risveglia le coscienze, rende più vigli e più attenti ai propri diritti, alla giustizia sociale, porta progresso. Un vero rinnovamento della nostra Sicilia e del nostro Paese non può prescindere da questo.

 

20 luglio 2012

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