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Marco Bianchi, ”Siamo ciò che mangiamo”

Conosciuto al grande pubblico come lo ''chef-scienziato'', Marco Bianchi, milanese, tecnico di ricerca biochimica, con il suo ultimo libro ''I magnifici 20. Un anno in cucina con Marco Bianchi'' si è aggiudicato la 61 edizione del Premio Bancarella della Cucina...

Lo “chef-scienziato”, neo vincitore del Bancarella della Cucina, commenta il premio e ci espone il suo punto di vista sull’importanza di una sana alimentazione, attraverso la quale quotidianamente si può contribuire a prevenire gravi malattie

MILANO – Conosciuto al grande pubblico come lo “chef-scienziato”, Marco Bianchi, milanese, tecnico di ricerca biochimica, con il suo ultimo libro "I magnifici 20. Un anno in cucina con Marco Bianchi” si è aggiudicato la 61sima edizione del Premio Bancarella della Cucina. Volto noto della tv, nei suoi libri, proprio come in quello premiato, propone ricette sfiziose, in cui gli ingredienti sono sempre sani e genuini, insegnando così che si può difendere il proprio corpo semplicemente utilizzando nell’alimentazione quotidiana cibi salutari, senza dover rinunciare alle gioie del palato. In questa intervista Bianchi commenta il premio recentemente assegnatogli e ci  parla del tema della cucina, divenuto ormai molto ricorrente sia nei libri che nei programmi televisivi.

Quale è il suo commento a caldo sul Premio?
E’ stato davvero del tutto atteso. Gli altri finalisti hanno presentato senza dubbio delle opere bellissime, prima tra tutti quella di Luigi Veronelli. Per questo proprio non mi aspettavo di essere premiato. Ho visto una forte emozione anche da parte del pubblico presente: molto probabilmente i miei libri arrivano alla  gente e questo mi fa ovviamente molto piacere. Si è trattato dell’ ennesima prova, della cosiddetta “prova del nove”, oltre al venduto e al feedback che si ha attraverso i social network. Insieme allo Strega, il Bancarella è un riconoscimento davvero molto prestigioso. Il premio è in casa, in soggiorno, e mi emoziona tantissimo vederlo lì. E’ stata una nottata ricca di tweet. Ho avvisato i miei follower quasi in diretta, e durante tutto il corso della serata sono arrivati tantissimi messaggi.

Perché il tema della cucina cattura così tanto il pubblico?
Fondamentalmente perché tutti i giorni dobbiamo mangiare, perché a tutti mangiare piace e alcuni amano anche cucinare. Adesso poi si è scoperto che con la cucina riesci a curarti, a dimagrire, e questo ha contribuito ad accrescere l’interesse attorno a questo tema. Non per altro le riviste, i libri, i programmi tv e radio sono spesso finalizzati ad esporre il volto salutare della cucina. Credo che l’argomento andrà di moda ancora per un po’.


Il suo approccio al tema cucina è molto particolare, nel senso che è fortemente sperimentale, da scienziato quale è lei. Quali sono i punti di contatto tra i due ambiti?

Ve ne sono molti. Il primo è che almeno l’82% delle malattie potrebbe essere evitato con una corretta alimentazione. Ci si è accorti che la gran parte delle malattie è soprattutto correlata ad una cattiva cucina: dal semplice colesterolo fino a qualche chilo di troppo, per arrivare a complicazioni cardio vascolari e spesso anche a tumori. Sempre più medici si preoccupano di capire quale sia l’alimentazione del paziente prima di prescrivere una terapia. Questo ci dimostra come ogni giorno, attraverso il cibo, possiamo decidere di farci del male o del bene.

 

Lei fa televisione, radio, scrive libri. Quale tra questi è il mezzo di comunicazione che le è maggiormente congeniale?
Il libro è per sempre. E per il libro cartaceo questo vale ancor più che per quello digitale. E’ qualcosa che piace avere in casa, da sottolineare, a cui piegare la pagina per tenere il segno: è davvero “un oggetto che non ha fine”. L’altro mezzo che amo è la televisione, perché riesco ad arrivare facilmente alle persone e mi diverto molto. Per questo la terrei come seconda in classifica. La terza è invece la radio – mi piace molto, ma è un mezzo di comunicazione meno immediatp dell tv.  

23 luglio 2013

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