Sei qui: Home » Libri » Mara Parmegiani, ”Nei momenti critici si rivela la vera natura delle persone”

Mara Parmegiani, ”Nei momenti critici si rivela la vera natura delle persone”

DAL NOSTRO INVIATO ALLA MILANO BOOK FAIR - Sentire la necessità di raccontare a tutti quello che era veramente successo minuto per minuto, con all'interno le ansie e le paure di persone che, di fronte ad un pericolo, rivelavano la propria natura. Nasce da questo bisogno l'idea di scrivere il libro ''L'inchino. Storia di un naufragio'', l'istant book della giornalista di moda Mara Parmegiani...

La celebre giornalista di moda ha presentato alla Milano Book Fair “L’inchino”,  il suo ultimo libro in cui racconta la personale esperienza della tragedia del Giglio

MILANO – Sentire la necessità di raccontare a tutti quello che era veramente successo minuto per minuto, con all’interno le ansie e le paure di persone che, di fronte ad un pericolo, rivelavano la propria natura. Nasce da questo bisogno l’idea di scrivere il libro “L’inchino. Storia di un naufragio”, l’istant book della giornalista di moda Mara Parmegiani. La direttrice di Chapeau ha presentato il suo libro nel corso della Milano Book Fair, la fiera internazionale del libro che si tiene in questi giorni presso il presso il Parco Esposizioni Novegro.

Cosa l’ha spinta a scrivere un libro sulla tragedia della Costa Concordia?
Volevo riportare sulla carta i pensieri, le emozioni, le ansie e le paure che ho vissuto in prima persona. La tragedia dell’isola del Giglio è stata un’esperienza che è durata poco nel tempo, un paio d’ore, prima di essere messa in sicurezza. Due ore intense, che in una vita intera non riesci a vivere.

Cosa l’ha più colpita di questa difficile esperienza?
Mi sono trovata di fronte a 4mila persone che, nel momento della maggiore disperazione, mettono a nudo la propria anima. Nel libro racconto del ragazzo che da la sua vita, in piena consapevolezza perché non sapeva nuotare, e la scambia con la vita di una bambina, di un altro ragazzo che ha aiutato tante donne e bambini a salire su una scialuppa, restando indietro. Narro la storia di un filippino che ha aiutato molte persone anziane a usare il salvagente, e quella di un padre che tranquillizza la sua bambina dicendo che è solo un gioco. C’è poi un’altra faccia dell’umanità; quella di una persona che sferra una ragazza che era già sulla scialuppa per i capelli e la trascina fuori per prendere il suo posto, oppure di un uomo che cerca di strappare il salvagente a un altro perché lui non ce l’ha. La vera natura di una persona in questi momenti esce fuori.

Come ha vissuto quei momenti di panico?
Ero l’unica giornalista a bordo. In quei momenti in me è prevalsa la deformazione giornalistica; non ho pensato ad avvisare mio figlio, ma ho chiamato l’Ansa e ho dato all’agenzia la mia reperibilità attraverso i miei due numeri di cellulare, che per deformazione professionale mi ero portata a tavola. Come io ho fatto questo, così ho sentito la necessità di raccontare a tutti quello che era veramente successo in un piano sequenza, come se avessi scritto la sceneggiatura di un film. Due ore e mezza raccontate minuto per minuto. Ma la cosa che mi ha impressionato di più di quegli attimi era il silenzio; in quel momento c’era la piena consapevolezza di ciò che era successo, e la preoccupazione di quelli che erano rimasti a bordo. Si sentivano solo il rumore delle pale degli elicotteri e si vedevano solo i fari delle motovedette che illuminavano i naufraghi. Ho sentito la necessità di raccontare a tutti questo.

A distanza di mesi, oggi sui giornali si parla più del comandante Schettino, quasi dimenticando la memoria di coloro che non ci sono più e di tutti quelli che portano ancora i segni, soprattutto morali, di questa esperienza. Cosa ne pensa?
Preferirei che non si parlasse più del comandante Schettino, il quale sta godendo di troppa pubblicità, che nella maggior parte dei casi non è più negativa. In 4 giorni di udienze con il Pm, ha cambiato 4 abiti. Credo che qualcuno che veste una divisa dovrebbe mantenere  un’immagine più discreta all’esterno. Ha fatto una bravata senza motivo, ed è giusto che paghi, senza avere tutta questa visibilità.

 

26 ottobre 2012

© Riproduzione Riservata