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”Lungo cammino verso la libertà”, riflessioni su un inestimabile valore

“Lungo cammino verso la libertà” è il celebre libro scritto da Nelson Mandela, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1933. Vi si racconta il faticoso viaggio intrapreso dal popolo nero del Sudafrica: un percorso in salita, ma destinato a culminare nella conquista della libertà e della dignità...

Lungo cammino verso la libertà” è il celebre libro scritto da Nelson Mandela, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1933. Vi si racconta il faticoso viaggio intrapreso dal popolo nero del Sudafrica: un percorso in salita, ma destinato a culminare nella conquista della libertà e della dignità.

Il lettore si trova, pagina dopo pagina, a ripercorrere quello stesso cammino, a calarsi nella Storia e ad anelare, infine, di essere anch’egli portatore di un valore senza spazio e senza tempo.

 

La libertà senza civiltà, la libertà senza la possibilità di vivere in pace non è vera libertà”.

 

Sono figlia di un’Isola.

Le mie prime orme hanno solcato la sabbia immacolata, fino ad essere inghiottite dall’impeto della risacca o rubate dalle folate di maestrale: passi condotti lontano, fra vento e salsedine, oltre le coste circondate da orizzonti infiniti.

La libertà era, allora, il Sogno che, come una sirena, mi seduceva e mi invitava a seguirlo, oltre la mia terra di nuraghi e di notti possedute da fate, negli abissi oscuri delle acque.

Attraversai mari e terre, e mi sentii libera di essere identità e curiosità, di essere affamata di diversità e di Mansaf, quando, in Giordania, i miei riccioli disciolti imprigionavano la sabbia rossa del deserto, distinguendosi, durante gli improvvisi sbuffi d’aria rovente, da quelli delle altre, serrati sotto l’ombra di un velo

Un velo di duplice valenza, che era collante, in quanto simile al costume che, un tempo, esibivano, fiere, le donne della mia Isola Madre, ma che diveniva muro imperscrutabile per chi, come me, era nata su altre rene.

Anche oggi abito in una terra abbracciata dall’acqua, stretta a lei in un amplesso furioso: onde gelide simili a baci di vampiro, raffiche di vento simili a carezze di orso. E la sirena che, all’epoca in cui fui bambina, era fatta di desiderio, oggi emerge, bronzea e tangibile, a pochi minuti di cammino dalla mia casa e, con la stessa voce suadente, in un soffio, mi chiama a volare, oltre i tetti di Copenhagen.

 

Ho imparato che la libertà è un vento che permette alle proprie ali di librarsi, per conoscere l’altro e nei suoi occhi scoprire se stesso. Non si può essere liberi da soli.

 

Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non esitare, e ho fatto alcuni passi falsi lungo la via. Ma ho scoperto che dopo aver scalato una montagna, ce ne sono sempre altre da scalare. Adesso mi sono fermato un istante per riposare, per volgere lo sguardo allo splendido panorama che mi circonda, per guardare la strada che ho percorso. Ma posso riposare solo qualche attimo, assieme alla libertà vengono le responsabilità … il mio cammino non è ancora alla fine”.

 

Emma Fenu

 

21 aprile 2015
 
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