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Lo sviluppo dell’editoria digitale visto da Nicoletta Sipos

SPECIALE LIBRI E DIGITALE - La diffusione degli ebook è sicuramente destinata a crescere. Dati alla mano, nel periodo 2010 – 2011 i libri digitali sono passati dallo 0,1 allo 0,9 del mercato: se si mantenesse questo ritmo di crescita i libri elettronici arriverebbero a cifre sicuramente consistenti. Certo è anche l'aumento dei titoli disponibili in digitale, che dovrebbero essere circa 45.000...

La scrittrice, giornalista e curatrice della rubrica Libri per il settimanale "Chi" interviene sulla diffusione degli ebook e sulle prospettive future per il mercato editoriale 

 

La diffusione degli ebook è sicuramente destinata a crescere. Dati alla mano, nel periodo 2010 – 2011 i libri digitali sono passati dallo 0,1 allo 0,9 del mercato: se si mantenesse questo ritmo di crescita i libri elettronici arriverebbero a cifre sicuramente consistenti. Certo è anche l’aumento dei titoli disponibili in digitale, che dovrebbero essere circa 45.000. In Italia, come altrove, si registrano consistenti perdite nella vendita di libri cartacei, mentre il settore alternativo avanza rapidamente perché consente margini di risparmio e comodità d’acquisto.

Le statistiche giustificano l’entusiasmo degli editori, non solo italiani, per il digitale. Ed è certo che, aumentando il numero dei titoli e la diffusione di supporti come kindle (il prodotto più venduto sulla rete amazon), e altri tipi di lettori, cresce la possibilità che i libri elettronici surclassino quelli cartacei.
Del resto, Stati Uniti e Asia ci precedono di molte lunghezze. Negli states gli ebook sono al 28% delle vendite complessive, con tendenza al 40%. Nel settore della narrativa per adulti hanno già superato il cartaceo. In Asia gli ebook coprono il 15% del mercato. Il Sudamerica resta allo 0,1, arrancando dietro l’Italia.

 

Attualmente si contano nel mondo 29 milioni di titoli in versione digitale. Gli ottimisti ritengono che la loro presenza agevoli la circolazione di idee, considerando la facilità d’acquisto. I realisti aggiungono che finirà fatalmente per contribuire alla diffusione della cultura anglosassone, aumentando la marginalità delle altre.

Le case editrici tengono fin da ora gran conto del mondo digitale. Molti successi cartacei nascono da blog e/o ebook di successo e spesso entrano nella lista dei bestseller (come dimostra l’esempio macroscopico delle Cinquanta sfumature …). A rigore di logica l’editoria punterà sempre di più sul digitale che è uno strumento meno costoso (e dunque meno pericoloso) dei libri cartacei costretti a scannarsi in un mercato sempre più problematico. In effetti, i direttori editoriali trovano sempre più difficile scegliere il libro giusto nelle attuali condizioni, ben sapendo che il pubblico risparmia sulla cultura. Il risvolto negativo del trend e che i grandi editori puntano prevalentemente su filoni vincenti (cucina, fiori, cani, libri) sperando di ridurre i rischi, ma limitando fatalmente creatività e audacia. Anche se alla resa dei conti si finisce per costatare che altri temi (all’apparenza meno appetibili) vengono presi al volo da editori più piccoli e trovano riscontri favorevoli. L’ebook potrebbe accelerare svolte coraggiose, dando con vero spirito democratico ulteriori possibilità di successo a piccoli editori indipendenti.

Il timore che l’introduzione del digitale comprometta la proprietà intellettuale non è infondato. Alcuni grandi nomi (penso a Stephen King) hanno messo in rete alcuni loro racconti restando fondamentalmente delusi da tentativi di plagio o mancati pagamenti. Mi dicono che in teoria si possono creare sbarramenti forti per proteggere un’opera. A dirla tutta, però, non è nemmeno facilissimo difendere idee, spunti e trame di opere pubblicate su carta. Del resto, ci si espone a plagio appena si mette in circolo una storia, un intreccio, un personaggio.

Certo è che siamo davanti a un sostanziale cambiamento. Il digitale consente di saltare molti passaggi: dalla redazione editoriale alla tipografia fino alle librerie. Oggi uno può scrivere, pubblicare e distribuirsi da solo. Ed è proprio questa, secondo me, l’ipotesi più delicata. Non mi convince l’ipotesi che arrivino sul mercato prodotti di qualità senza apporto da editor, redattori e correttori di bozze che già ora non sempre funzionano con il giusto rigore. Su questo punto bisogna chiedere prudenza e attenzione.

Tuttavia, anche se i dettagli restano da definire, il percorso già tracciato rende quasi d’obbligo l’evoluzione verso il digitale. Ci saranno scossoni e inevitabili complicazioni sulla falsariga di quelli che hanno accompagnato la diffusione della stampa al tempo di Guttenberg. Ora sappiamo che l’avvento delle tipografie pose fine al lavoro degli amanuensi e frenando la nascita di tanti splendidi codici miniati, ma contribuendo alla maggiore diffusione del “prodotto” libro. Da lettore mi felicito di potermi portare appresso nei miei spostamenti un kindle che può contenere mille libri. Da scrivente, confesso, sono un po’ più ansiosa. Allo stesso tempo, però, voglio avere fiducia nella possibilità che si trovino i mezzi per escludere interventi di pirateria informatica proteggendo i diritti e la dignità degli autori.
    
Nicoletta Sipos

16 ottobre 2012

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