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“L’isola e il tempo”, il giallo della memoria di Claudia Lanteri

È uscito da pochissimo in libreria il romanzo d'esordio di Claudia Lanteri: il sorprendente "L'isola e il tempo".

Arrivato in libreria lo scorso 16 aprile, “L’isola e il tempo” è il romanzo d’esordio di Claudia Lanteri: un giallo atipico ambientato in una località marittima della Sicilia sul finire degli anni ’50.

“L’isola e il tempo” di Claudia Lanteri

La sinossi

Non capita spesso d’imbattersi in libri come questo, vivi, spiazzanti, per la forza della storia e della scrittura. Immaginate un’isola vulcanica dalla bellezza selvaggia a sud della Sicilia, alle soglie degli anni Sessanta.

E immaginate l’arrivo di un barchino verde con a bordo un naufrago stremato e il cadavere di una donna, sua moglie. È un evento che rompe la quiete di quel mondo, poi lentamente ognuno torna alla sua vita.

Ma per il protagonista dell’“Isola e il tempo” quei giorni, e l’indagine che ne è seguita, sono una materia da raccontare per trent’anni a chiunque si prenda la briga di ascoltarlo: donne che passano, monelli di strada, turisti che a poco a poco cambiano il volto dell’isola. Perché in quel pugno di ore si condensa un enigma irrisolto prima di tutto dentro di lui.

Ci sono luoghi che sono mondi. Così è l’isola mai nominata, di fronte alla ’Mpidusa, verso la fine degli anni Cinquanta: pochi abitanti che si conoscono da sempre, tre cime viste dal mare, la vegetazione secca, la terra nera. E la fatica degli uomini e delle donne per la sussistenza: la pesca, le magre coltivazioni di capperi e lenticchie, qualche bestia.

A spezzare il ritmo dei giorni è l’arrivo di un barchino con a bordo due persone: un uomo vivo e una donna morta. Un incendio ha distrutto la loro barca a vela, racconta il superstite, e nel naufragio hanno perso la vita anche i coniugi Domoculta e i loro tre bambini.

Mentre il maresciallo Bonomo apre un’indagine convinto di poterla archiviare presto, il tredicenne Nonò s’improvvisa detective.

In questo romanzo che vive di una scrittura letteraria molto potente, maestosa e naturale insieme, il tempo si morde la coda, è definito ma anche mobile: un tempo in cui tutto continua ad accadere. E chi racconta, con l’illusione di approdare prima o poi a un finale diverso, rimane agganciato per sempre – con il lettore – all’enigma irrisolto.

Un giallo della memoria

“L’isola e il tempo” è un esempio di come un genere come il giallo possa essere ripensato in un’ottica diversa rispetto a quella solita.

Fra le tipologie di romanzi più “schematici”, il giallo è forse il più categorizzabile come tale: la normalità sconvolta da un mistero, il caso da risolvere, il detective che se ne occupa e, in parallelo, risolve elementi della sua esistenza privata, l’ambientazione che gioca un ruolo importante così come quello assolto dal coro dei personaggi che si muovono attorno alla scena del delitto…

Il giallo è frutto di un gioco che si instaura fra scrittore, narratore e lettori. Proprio questi ultimi lo scelgono in parte perché in esso ricercano punti fermi, sicurezze.

“L’isola e il tempo” rifugge lo schema classico del giallo. La stessa Claudia Lanteri lo ha definito “un giallo della memoria”: il mistero si dipana non tanto all’esterno del racconto, quanto all’interno.

Il narratore degli eventi, il giovanissimo Nonò, si impegna per risolvere il caso che ha sconvolto la piccola comunità di pescatori e lo fa in parallelo alle forze dell’ordine. Ed è qui che il gioco si complica. Perché proprio quando tutto sembra risolto, secondo Nonò il mistero si infittisce, e il lettore stesso si trova disorientato, incerto sulla verità da seguire.

Nonò, racconta la stessa sinossi de “L’isola e il tempo”, non è un narratore inaffidabile: è ferito. Il giallo si consuma all’interno della sua memoria.

Claudia Lanteri

“L’isola e il tempo” è il romanzo d’esordio di Claudia Lanteri, che lavora a Palermo in una libreria, ed è una grande appassionata di letteratura e di cinema.

Quando ha scritto il suo primo libro, non avrebbe mai immaginato di poterlo pubblicare e, soprattutto, di poterlo fare con una casa editrice del calibro di Einaudi. È stata incredula fino alla fine, quando ha avuto fra le mani l’anteprima della copertina e ha finalmente realizzato il suo sogno.

 

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